Il Papa non andrà a Glasgow, alla Cop26 ci sarà il card. Parolin

30.10.2021

Contrariamente a quanto era stato ipotizzato, papa Francesco non andrà a Glasgow per la Cop26 sul clima.

"Rispondendo alle domande dei giornalisti circa la partecipazione della Santa Sede alla sessione della Conferenza delle Parti alla Convenzione-Quadro dell'ONU sui cambiamenti climatici (COP26), prevista a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre, posso precisare che la Delegazione sarà guidata da Sua Eminenza Rev.ma il Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità", ha dichiarato oggi il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni.

La partecipazione di papa Francesco al Cop26 di Glasgow non era stata mai annunciata né confermata dalla Santa Sede, ma erano stati i vescovi scozzesi a parlarne, precisando anche che il viaggio papale avrebbe avuto tempi brevissimi e avrebbe potuto prevedere un incontro con l'episcopato ma non una messa pubblica per i fedeli locali.

Nell'intervista alla radio spagnola Cope, lo stesso Pontefice, rispondendo alla domanda se sarebbe andato a Glasgow per la sessione Cop26 sul clima, il 1/o settembre scorso aveva risposto: "Si', in linea di massima il programma è che io vada. Tutto dipende da come mi sento in quel momento. Ma, in effetti, il mio discorso è già in preparazione, e il programma è di esserci".

Ora è arrivato invece il contrordine, su cui possono aver influito sia i tempi limitati a disposizione per una visita comunque impegnativa, sia il fitto calendario di appuntamenti papali sia, non ultime, le fatiche cui il Pontefice continua a sottoporsi a pochi mesi dall'intervento chirurgico al colon dello scorso 4 luglio.

Dunque il Santo Padre non ci sarà, tuttavia ha affidato alla BBC un messaggio per incoraggiare passi in avanti su un accordo difficilissimo e tutto in salita. Alla vigilia della Cop26, infatti, una possibile intesa sembra nata già morta viste le vistose defezioni annunciate da alcuni leader. La Cina, principale inquinatore mondiale, per esempio, ha fatto sapere che diserterà la Cop26 e così ha deciso di fare anche Putin benché sarà collegato in remoto.

L'appello di Papa Francesco rivolto ai 'grandi' ripercorre il memorandum firmato dai leader religiosi la scorsa settimana a Roma. «I decisori politici che prenderanno parte alla COP26 di Glasgow sono chiamati con urgenza ad offrire efficaci risposte alla crisi ecologica in cui viviamo e, in questo modo, concreta speranza alle generazioni future». Bergoglio ha ricordato la testimonianza di uno degli scienziati: «La mia nipotina, appena nata, entro 50 anni dovrà abitare in un mondo inabitabile, se le cose sono così». «Non lo possiamo permettere!»

Nel messaggio alla BBC il Papa riprende la struttura portante della Laudato Si, la prima enciclica sociale green. Sottolinea le fragilità e l'insostenibilità dei sistemi economici e le «modalità di organizzazione delle nostre società». La conseguenza riguarda il crollo «delle nostre sicurezze, il nostro appetito di potere e la nostra smania di controllo».

«Ci siamo scoperti deboli e pieni di paure, immersi in una serie di crisi: sanitarie, ambientali, alimentari, economiche, sociali, umanitarie, etiche. Crisi trasversali, fortemente interconnesse e foriere di una tempesta perfetta, capace di spezzare i legami che avviluppano la nostra società all'interno del dono prezioso del Creato» afferma Bergoglio.

Per uscire da questa doppia crisi (ecologica e sociale) occorre avere una visione di insieme, guardare l'orizzonte ed essere capaci di pianificazione, dimostrare «rapidità di esecuzione, ripensando il futuro della nostra casa comune e del nostro progetto comune».

La sfida che il Papa vede davanti alle nazioni più industrializzate è «una sfida di civiltà a favore del bene comune e di un cambiamento di prospettiva, nella mente e nello sguardo, che deve porre al centro di ogni nostra azione la dignità di tutti gli esseri umani di oggi e di domani». Insomma, un cambio di rotta urgente. 

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