Il piccolo, grande sogno di Giulia

05.04.2025

di Vera Mocella

Cara piccola Giulia, sei diventata, ormai, la mia compagna, il mio tenerissimo angelo, la speranza che non si affievolisce davanti ai mali del mondo. Ho appreso da internet la tua storia. Piccolo faro di luce sul mondo abbrutito dalla violenza. Che cosa trasforma le nostre giornate, la nostra vita? L'amore. E cosa è mai questo amore di cui tutti parlano, ma che pochi, pochissimi comprendono? L'amore non è la melassa sdolcinata dei film, né le bugie degli amanti. Un giorno è venuto sulla terra l'Amore, luminosissimo giorno, e tu hai cantato con l'intera tua vita, piccola Giulia, questo amore. Ho conosciuto dalla tua mamma Eleonora, la tua vita, la tua storia, piccola freccia luminosa scagliata dal Cielo per dissipare la caligine dei nostri pensieri e del nostro mondo. Sei una bambina piena di vita, Giulia, curiosa, aperta agli altri, intelligente e sempre allegra.

La tua esistenza illumina la vita del tuo piccolo nucleo familiare, ma anche dei tuoi amici, dei tuoi nonni, dei grandi che ti conoscono e che hanno imparato ad amarti, a volerti bene. Ad un tratto, qualcosa squarcia il tuo mondo, una nube oscura si addensa su di te e sulla tua famiglia. È la malattia, un verdetto terribile per i tuoi pochi anni di vita, un dolore che squarcia il cuore dei tuoi genitori, del tuo fratellino, di quanti ti vogliono bene. Inizia tutto con un dolore alla testa, indizio di un male implacabile. Questa è la storia di Giulia Zedda, una bambina cagliaritana che, nei suoi pochi anni di vita, è riuscita ad aprirci uno squarcio di Cielo. Così racconta la mamma Eleonora, nel sito dedicato alla figlia: «Fino ai sei anni di età, Giulia era una bambina come tante altre: curiosa, felice, piena di energia. Fin da piccola, le piaceva cantare, dipingere, plasmare il fimo. Aveva una spiccata vena artistica, che la portava a realizzare piccoli capolavori con qualsiasi materiale le sue manine toccassero. Nel febbraio 2014, Giulia, improvvisamente accusò dei fortissimi dolori alla testa, e stette male. Dopo alcune visite e una risonanza magnetica, le fu diagnosticato un tumore cerebrale maligno. Da allora e fino al 2018, Giulia subì numerosi ricoveri e interventi, fece tantissime sedute di chemioterapia, trasfusioni di sangue e piastrine. Sono stati quattro anni difficili che hanno segnato Giulia profondamente nel fisico e nella mente. Eppure, nonostante le rinunce e le privazioni, Giulia aveva sempre il sorriso e una voglia di vivere che ci ha commosso. Poco prima di volare in cielo, il suo ultimo desiderio: "mamma, vorrei che donaste tutti i miei giocattoli ai bambini meno fortunati". Oggi, il sorriso di Giulia, quel meraviglioso sorriso, vive in tantissimi bambini che hanno ricevuto i suoi giochi e in tantissime persone in difficoltà che l'associazione Il Sogno di Giulia Zedda ODV aiuta».

Giulia è una piccola martire, martire nel senso etimologico del termine, oltre che per la sofferenza patita, quindi "testimone", ma testimone di cosa? Di quell'Amore che non conosce tregua o respiro e che avvolge tutto, di quell'Amore che è respiro assoluto, cosmico. La piccola Giulia parla con la Madonnina, offre le sue sofferenze per i bambini ammalati che vede intorno a sé; non si ripiega sterilmente nel suo dolore, si eleva al di sopra di esso. Anzi, scopre un segreto che è proprio dei bambini e che appartiene ai piccoli del Regno, Gesù è l'amico a cui confidare tutto, Gesù e la sua Mamma, e capisce che tante sue sofferenze, possono aiutare tanti malati, feriti nel corpo e nello spirito. Non sappiamo quante persone abbia salvato la piccola Giulia con il suo amore, lo scopriremo un giorno, in Cielo. Giulia, nell'ospedale dove viene ricoverata più volte, scopre il dolore degli altri bambini, non si interessa al proprio, vorrebbe veder felici e guariti gli altri bambini. Solo una volta, si abbandona al suo dolore, ed è un sollievo, perché anche Giulia è una bambina, non un angelo disincarnato. Il suo sogno più grande? In primis, regalare i suoi giocattoli a tutti i bambini ammalati, e non esiste dono più grande, per un fanciullo, che donare le cose sue più care, i giochi con cui costruisce il mondo. Così scrive mamma Eleonora sul profilo Facebook: «Pensiamoci a tutti quei bambini che lottano strenuamente ogni giorno, pensiamo ai loro genitori, ai fratelli trascurati ,loro malgrado ,per pensare al bimbo più debole in quel momento Durante le feste restano in ospedale, i casi più gravi, quelli che affrontano cure pesanti ,che stanno male ,che hanno poche speranze».  È nell'ospedale che Giulia studia, gioca, fa amicizia con bambini minati nel fisico, è qui che la piccola cresce, raggiungendo una maturità che pochi adulti raggiungono, anche in età avanzata. Ed ancora, ricorda Mamma Eleonora: «Otto anni fa, abbiamo rubato una giornata alle visite in ospedale, alla scuola, agli orari e a qualsiasi altro impegno e dovere. Abbiamo preso un vecchio lenzuolo scovato dentro l'armadio, quattro panini, del prosciutto dal frigo, il vecchio pallone sgonfio, che era finito dietro la libreria, e siamo partiti. Verso una villa romana, le sue altalene, gli alberi, il solletico, lo scivolo, i tiri in mezzo al prato, i sorrisi, le cadute, e quel caldo che ad un certo punto ti scalda le guance e ti ricorda che sei vivo. Che la vita può sorriderti anche se a volte tutto sembra avverso. Che possiamo, ma soprattutto dobbiamo tornare a respirare. Ad essere leggeri. A fare spazio oltre che con gli occhi, anche con la mente, e vedere la vita come un'opportunità».

Oggi Giulia non cammina più su questa terra, ma il suo sogno immenso di fare del bene agli altri, di regalare gioia ed opportunità ai bambini più sfortunati, continua a camminare, con l'associazione "Il sogno di Giulia Zedda", rintracciabile su internet e su Facebook, ricco di iniziative e di progetti, come la piccola Giulia Zedda, che con il suo sorriso meraviglioso, continua a guidarci dal Cielo.

Grazie Giulia. 

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