Il ricordo a Jelsi del Sindaco Salvatore D'Amico

04.08.2022

Un successo straordinario quello della XIII Edizione del Premio Internazionale La Traglia assegnato ad Alexian Santino Spinelli... ma qui vogliamo cantare l'amore di un popolo per il suo Sindaco scomparso a cui il Premio è stato dedicato

di Pierluigi Giorgio

Potrei raccontarvi del Premio Internazionale La Traglia svoltosi a Jelsi il 28 luglio dato a Alexian Santino Spinelli, Ambasciatore dell'arte e della cultura gitana nel mondo, nonché Commendatore al merito della Repubblica italiana; potrei parlarvi dell'eccellente riscontro di gente e del loro apprezzamento anche in merito allo spettacolo di musica, canto e danza da lui tenuto la sera stessa dopo aver scoperto la ceramica a suo nome sotto l'Albero della Pace creata da Irene Genovese; ma preferisco riferirvi del commento fatto all'inizio in onore di un grande sindaco (soprattutto uomo!) recentemente e prematuramente scomparso a cui ho voluto dedicare la manifestazione: Salvatore D'amico.

"Solo quando non sarò più sindaco, molti del paese si accorgeranno quanto io abbia lavorato con amore e pragmatismo per il bene di Jelsi al di là dei confini regionali..." Queste le parole che mi disse un tempo in uno di quegli incontri in piazza, quella piazza dove ancora continuiamo a cercarlo. Ma nessuno poteva immaginare, lui compreso, che quel "quando non sarò più sindaco" sarebbe stato così definitivo e lancinante. E' una serata di festa questa che non desideriamo velare di malinconia, pur nella coscienza che tu saresti seduto lì, tu che hai sempre creduto nelle valenze di questo premio da te sempre supportato, caro Salvatore; e voglio attingere alle parole di Antonio Maiorano affinché ti si senta maggiormente presente -come il tuo messaggio- affinché si dia a tutti noi ricordo alle tue di valenze:

"In questa epoca buia e incerta, popolata di sonnambuli, Salvatore ci ha mostrato il dovere della lucidità e dell'ottimismo per ricostruire i ponti spezzati, le case crollate, le parole soffocate, le musiche zittite, i sogni infranti dei nostri giovani e della loro umanità inquieta e spesso sofferente.

Chi non sogna non sarà mai sveglio e lucido!

La cultura contadina profonda di Salvatore emerge con tutta la sua forza: tenere i piedi per terra e la testa nel mondo. Sognare grandi obiettivi, puntare in alto ma radicati saldamente a terra! Come in matematica, le due entità sono correlate... Visionario e concreto, quale uomo di scuola e padre, hai insistito che insegnare ai ragazzi la centralità della cultura, la dimensione della cura e della solidarietà, è fondamentale se vogliamo salvare il mondo e il nostro avvenire.

Salvatore ingegnere e uomo della terra, matematico e uomo della terra, politico e uomo della terra, Salvatore filosofo e uomo della terra, credente e oggi uomo del cielo. Con lui abbiamo appreso che c'è il male da respingere e cancellare e il Bene da accogliere e moltiplicare attraverso il coraggio, la lucidità, la formazione e la sensibilità educativa. L'Umanità è una sola, la ricchezza della cultura è di tutti, educare e curare la vita è compito di ognuno, ma soprattutto di chi ha scelto di guidare e rappresentare la Comunità. Abbiamo responsabilità che non possiamo delegare e a cui non possiamo rinunciare. Grazie, del valore e della poesia dei piccoli gesti di ogni giorno.

Grazie caro amico della tua testimonianza!...

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