Il ritorno della filosofia… autentica

19.03.2022

Le sorti del mondo sopseso tra pandemia e il ritorno al buio della guerra apre alla necessità ripesare al significato autentico dell'aggettivo "razionale", non come ad un frutto qualsiasi di una ragione monca, priva della consapevolezza di se stessa, ma della ragione che tende all'unità dei pensieri e volge verso un unicum logico, etico e spirituale. 

Raffaello Sanzio, La Scuola di Atene
Raffaello Sanzio, La Scuola di Atene

di Egidio Cappello

La pandemia ha imposto la rivisitazione di molti saperi e di altrettanti sistemi valoriali. Ha spinto alla riappropriazione dei significati originali di parole e di categorie concettuali, stravolti, in questi ultimi tempi, da congetture di varia origine. Ha riproposto invece concezioni e interpretazioni unitarie del cosmo e ha sospinto a leggere la storia umana come un organismo dall'unica origine e dall'unico itinerario. Per l'uso di categorie strettamente filosofiche e per l'accoglienza dell'impianto generale della ricerca filosofica, la cultura pandemica, fatta di indignazione, di sofferenza e di speranza, ha ridato vita alla filosofia, alla filosofia autentica, quella indicata da Aristotele come sapienza di ciò che unisce.

La comunicazione oggi possiede termini con significati nuovi, come giustizia, uguaglianza, umanità, natura, ragione, etica, diritto, politica, società, accoglienza, solidarietà, responsabilità, fraternità, libertà, relazione, metafisica, trascendenza, fede, speranza, spirito. Sostengo che la cultura contemporanea sta riacquistando una nuova vitalità attraverso la elaborazione di risposte spiccatamente umane alle grandi problematiche e ai profondi bisogni dei nostri tempi.

La determinazione a perseguire quadri interpretativi nuovi, di ampia spiritualità, sta spingendo i cultori a rivedere il senso degli empirismi, dei materialismi, degli storicismi, di quanti sistemi si fondano su una ragione limitata ai recinti della sensibilità. La filosofia che ritorna, a cui ho fatto riferimento, è quella autentica, quella delle origini, quella di Talete, di Anassimandro, di Anassimene, di Eraclito, di Parmenide, di Pitagora, di Ippocrate, di Socrate, di Platone, di Aristotele, quella che ha sofferto per assicurare al mondo la certezza dell'unità cosmica e dell'armonia di tutte le cose.

Proprio Aristotele, l'ipse della cultura occidentale per quasi due millenni, ha tracciato una prima storia della filosofia, dandone e stabilendone l'origine, la metodologia e le finalità autentiche. Questa filosofia va rivitalizzando la cultura di oggi immettendo nella stessa il sangue vivo di un'ottica della essenzialità, della unitarietà e del coraggio. Penso alla consapevolezza della esistenza di una sapienza della unità, di una sapienza delle cose che uniscono, una sapienza frutto e nello stesso tempo fondamento di composizioni, di unificazioni, di sintesi superiori. Consapevolezza rafforzata dalla conoscenza di tutte le virtù della mente umana e dalla certezza di poterle utilizzare in pieno.

La filosofia autentica è il frutto dell'uso integrale della ragione. 

Da Mileto, luogo dell'inizio, sopraggiunge il significato autentico dell'aggettivo "razionale", non qualsiasi frutto di una ragione monca, priva della consapevolezza di se stessa, ma il frutto della ragione che tende all'unità dei pensieri e volge verso un unicum logico, etico e spirituale. È quindi "razionale" ciò che deriva da una ragione nella pienezza delle sue capacità creative, e che è significativo nella ricerca del fondamento. Ma da Mileto sopraggiunge anche la libertà della mente umana, la illimitatezza della mente umana, il coraggio della mente umana, la consapevolezza di poter accedere alle dimore del trascendente. Notevole è ancora la semplicità della ricerca per la quale la mente unisce la dimensione terrena a quella divina con una straordinaria naturalezza.

Immagino Pitagora mentre di notte ascolta l'armonia delle stelle e ne trae musiche "celestiali", mentre Apollo gli suggerisce i teoremi geometrici fondamentali. Immagino Ippocrate che registra le indicazioni che gli vengono date dal dio Asclepio su come curare un paziente affetto dal mal di pietra. Immagino tutti i legislatori che scrivono le raccolte di leggi su dettatura da parte degli dei, conoscitori dell'animo umano e padroni della storia.

Mileto, rovine dell'antica città
Mileto, rovine dell'antica città

Da Mileto arriva anche il senso della cosmicità, della unitarietà e della universalità della cultura umana e la ricerca del principio primo, fondamento della vita di tutta l'umanità, ne è la chiara dimostrazione. La individuazione dell'acqua da parte di Talete, dell'aria da parte di Anassimandro, del fuoco e della terra da parte di Parmenide, del pieno e del vuoto da parte di Eraclito, sono esempi della universalità nella quale trova la propria naturale collocazione il bisogno filosofico. La ricerca dell'unitario fondamento aggregante viene accentuata nelle scuole di Atene, nella scuola sofistica, in quella platonica, in quella aristotelica, in cui si pongono le basi della consistenza della ragione umana, delle sue doti, delle sue capacità di dominio del mondo visibile e invisibile.

Notevole la lezione di Platone che fa della mente umana uno strumento illimitato capace di cogliere la universalità, l'oggettività, l'eternità e la verità delle idee. Chi riesce a guardare la verità delle idee universali è idoneo a gestire la cosa pubblica, sentenzia Platone. E ancora il divino Aristotele che ha guardato il mondo con un unico colpo di occhio e ha scoperto la dinamicità ordinata del cosmo e l'itinerario più o meno visibile verso un luogo che, per la sua caratterizzazione, è il luogo di Dio. Quando questo prezioso scrigno di idee, di certezze, di convinzioni autorevoli, sarà visto e toccato con mano, quando il contenuto sarà parte della vita di ciascuno, in modo particolare delle giovani generazioni e in chi ha responsabilità educative, allora sarà possibile gridare alla vittoria sulla pandemia, sulla solitudine e sulla sofferenza. 

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