Il Vangelo tradito dei bambini abbandonati

16.05.2021

di Paolo Scarabeo

Secondo l'ANSA ogni ora in Siria nasce un bambino in un campo profughi; negli ultimi dieci anni, oltre due milioni di bambini sono stati uccisi nel corso di conflitti armati, sei milioni sono rimasti invalidi, decine di migliaia sono stati mutilati dalle mine antiuomo. Trecentomila i bambini soldato, più di 4.300.000 quelli morti di Aids: ogni giorno, solo in Africa, settemila bambini sono colpiti dal virus, e si contano già quattordici milioni di orfani.

La povertà resta la causa principale delle malattie dell'infanzia. Un miliardo e duecento milioni di persone vivono con meno di un dollaro al giorno. Perfino nei Paesi più ricchi, un bambino su sei vive sotto il livello di povertà. Il trenta per cento dei bambini con meno di cinque anni soffre la fame o sono malnutriti, mentre il cinquanta per cento di tutta la popolazione dell'Africa sub-sahariana non ha accesso all'acqua potabile. Inoltre, 250.000.000 di bambini al di sotto dei quindici anni lavorano, tra essi circa sessanta milioni in condizioni di pericolo, per sei-sette giorni alla settimana, spesso in locali privi di aerazione, male illuminati e con guardie armate per evitare che fuggano.

I bambini, in tutto il mondo, sono vittime di commercio sessuale, della pedofilia, e sono utilizzati - organizzati in bande - per esercitare violenza e crimini. I più esposti ai soprusi sono i minori che vivono nelle strade, per lo più allontanati dalle loro famiglie, per ragioni legate alla povertà. Sono circa centocinquanta milioni, vivono nei quartieri più poveri delle grandi città, dediti all'elemosina, al contrabbando di sigarette, ai furti, alla prostituzione. Molti dormono nei parchi o negli antri degli palazzi, sotto i ponti o in edifici abbandonati. Spesso - capita soprattutto nell'America centrale e nell'Europa dell'Est - fanno uso di inalanti, come la colla, poco costosi e facili da procurarsi, che causano danni irreversibili al cervello e debilitazioni fisiche.

Il 13 dicembre 1994 Giovanni Paolo II scrisse un testo bellissimo, la Lettera ai bambini nell'anno della famiglia: "(...) ai nostri tempi molti bambini, purtroppo, in varie parti del mondo soffrono e sono minacciati: patiscono la fame e la miseria, muoiono a causa delle malattie e della denutrizione, cadono vittime delle guerre, vengono abbandonati dai genitori e condannati a rimanere senza casa, privi del calore di una propria famiglia, subiscono molte forme di violenza e di prepotenza da parte degli adulti. Come è possibile rimanere indifferenti di fronte alla sofferenza di tanti bambini, specialmente quando è causata in qualche modo dagli adulti?".

Ricordando passi del Vangelo secondo Marco (10,14) e del Vangelo secondo Matteo (18,3; 18,6), Giovanni Paolo II sottolineò come "il Vangelo è profondamente permeato dalla verità sul bambino. Lo si potrebbe persino leggere nel suo insieme come il "Vangelo del bambino" e si chiese cosa volesse dire "Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei cieli". Affermò che Gesù pone il bambino come modello per gli adulti: chi è semplice, pieno di fiducioso abbandono, ricco di bontà e puro, come lo sono i bambini, può "ritrovare in Dio un Padre - disse il Papa - e diventare" a sua volta, "grazie a Gesù", figlio di Dio.

Da Nairobi, in Kenya, la testimonianza del parroco della Consolata Shrine Westlands, ci conferma come il fenomeno dei bambini di strada sia quello che preoccupa di più: "Se dessimo loro del denaro, lo userebbero per comprare colla da ciabattino, che usano come droga" racconta il sacerdote, di origini pugliesi ma in Kenya da diciassette anni. Sono più di centomila i bambini keniani abbandonati e costretti a vivere nei campi profughi, nella Rift Valley e intorno a Nairobi. Se alla povertà si aggiunge la guerra, i bambini diventano due volte vittime.

Papa Fancesco, spesso, ha ricordato al mondo che "tutti per il Battesimo abbiamo la stessa dignità; tutti in Gesù Cristo siamo figli di Dio. (...) Coloro che hanno ricevuto un ministero di guida non devono ritenersi padroni, ma porsi al servizio della comunità". È questo il Vangelo vissuto, ma quanto fin qui abbiamo detto ci dice impietosamente quanto lontani siamo dalla realtà del Vangelo. 

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