IN FAMILY Netw...

Nel corso dell'XI Settimana del Diritto alla Famiglia si parla ancora di affido. Una serata dedicata al lancio di "IN FAMILY Netw, Rete Centro-Meridionale tra Servizi Sociali e Associazioni Familiari per la realizzazione degli affidamenti difficili" è il titolo del webinar andato in onda il 19 maggio sui canali social della Federazione Progetto Famiglia. Un incontro a più voci per la presentazione di un progetto sperimentale che durerà due anni, a cui hanno aderito numerose istituzioni e reti di famiglie affidatarie delle regioni del Centro-Sud Italia. Patrocinano l'iniziativa la Regione Puglia, i Garanti dell'Infanzia e dell'Adolescenza della Basilicata e della Campania.
Nel biennio sperimentale - ha spiegato Marco Giordano - l'obiettivo è lo sviluppo di una rete di collaborazione, con lo scopo di favorire l'incontro tra il "bisogno di accoglienza familiare" rilevato dai servizi sociali territoriali e la "disponibilità all'accoglienza familiare", suscitata e accompagnata dai servizi stessi e dalle reti di famiglie affidatarie. L'incontro tra bisogni e disponibilità che In Family Netw intende favorire - aggiunge Giordano - ha il valore di un "pre-abbinamento esplorativo". Nel pieno rispetto dei ruoli, non entra nel merito delle funzioni di stretta competenza dei Servizi sociali titolari del caso e, per i percorsi giurisdizionali, dei Tribunali per i minorenni.
In Family Netw è il tentativo di dare una risposta ai tanti bambini e ragazzi out-of-home che non trovato accoglienza famigliare, a coloro che hanno sperimentato nel corso della loro infanzia e della loro adolescenza vissuti di abbandono e di solitudine. I dati ministeriali, cristallizzati al dicembre 2017, riportano che nelle regioni dell'Italia centro-meridionale su 10 bambini e ragazzi fuori dalla famiglia di origine, ve ne sono solo 1-2 in affido eterofamiliare, 3 in affido a parenti e 5-6 inseriti in una comunità residenziale. Sono dei numeri - hanno spiegato gli operatori di Progetto Famiglia - ben al di sotto della media nazionale e ancor più distanti dai numeri delle regioni del Centro-Nord Italia.
Dati ben lontani dalla concreta attuazione del diritto sacrosanto dei minori a crescere in famiglia. In Italia, inoltre, sono oltre 400 gli "adottabili non adottati", minori di cui il Tribunale per i Minorenni, con sentenza, ha dichiarato l'adottabilità ma che non hanno trovato accoglienza tra le liste delle coppie disponibili all'adozione. Sono bambini e ragazzi portatori di bisogni complessi (disabilità o patologie sanitarie, ragazzi/e ultra-dodicenni, fratrie numerose) che trascorreranno gran parte della loro infanzia e adolescenza in strutture residenziali.
Le ragioni di questa fotografia di un Paese diviso in due vanno ricercate sicuramente in una pluralità di fattori, uno di questi è la mancanza, o il mancato aggiornamento, delle Banche Dati degli Affidatari. Già nel 2013 le Linee guida nazionali sull'affidamento familiare assegnano in capo ai Servizi la funzione di predisporre e aggiornare Banche Dati "delle risorse reperite e formate" e di promuoverne lo scambio informativo al fine di individuare le risorse più adeguate.
Progetto Famiglia - ha raccontato Giordano - ha sperimentato nel corso degli anni che ampliando le ricerche alle reti associative è possibile dare risposte ai tanti bambini e ragazzi bisognosi dell'abbraccio accogliente di una famiglia. Questa esplorazione, però, non può essere demandata alla buona volontà della singola associazione o all'impegno del singolo operatore, può essere modellizzata attraverso un lavoro di rete, sentito ed agito, tra tutti gli attori sociali. L'appello per l'adesione al network è rivolto ai Servizi e alle associazioni/reti di famiglie affidatarie del centro-sud Italia che possono richiedere informazioni alla mail advocacy@progettofamiglia.org. Non è una scelta, ma una assunzione di responsabilità del ruolo che è demandato alle istituzioni e a ciascuno di noi di garantire ai bambini e ai ragazzi l'esigibilità del diritto a crescere in famiglia!
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