Isaia, Paolo... i primi discepoli: pescatori di uomini

05.02.2022

V Domenica del Tempo Ordinario, Anno C

Letture: Isaia 6,1-2.3-8; Salmo 137; 1 Corinzi 15,1-11; Luca 5,1-11 

di don Mattia Martino

La liturgia della Parola di questa quinta Domenica del Tempo Ordinario ha un taglio vocazionale. Siamo di fronte a tre esempi di vocazione: Isaia, Paolo, e i primi discepoli.

La prima lettura ci presenta la visione che ebbe Isaia. La scena descrive l'inno cantato dai Serafini, ministri della corte celeste. Esso esprime l'assoluta trascendenza di Dio, che è Santo, cioè lontano e invalicabile. Di fronte a tale grandiosità il profeta si sente indegno, e Dio lo purificherà toccandogli le labbra col carbone. E Isaia si proporrà per compiere l'opera profetica.

La grazia di Dio supera il limite della creatura. 

Lo sa bene Paolo, che nell'annuncio del Credo cristiano (Gesù morto e risorto) della seconda lettura, rilegge chiaramente la sua vocazione alla luce dell'esperienza della grazia. Ora è il più piccolo fra gli apostoli, dopo essere stato persecutore della Chiesa. Troviamo le due esperienze che accompagnano ogni vocazione: l'iniziativa divina ("Per grazia di Dio sono quello che sono") e l'adesione umana ("Ma la sua grazia in me non è stata vana"). Anche se si è "ultimi", "aborti", uomini "dalle lebbra impure", la chiamata di Dio coinvolge, affascina e fa sperimentare il gioioso rischio della sequela.

Il brano evangelico ci presenta l'incontro di Gesù con alcuni uomini poi diverranno suoi discepoli. E più che di vocazione, si potrebbe parlare di un incontro: Gesù non propone esplicitamente di seguirlo.

Dopo che Egli ha dato prova della sua capacità attraverso la pesca miracolosa, i discepoli lasciano tutto per andargli dietro. Non si tratta di una decisione entusiastica. È significativo che Luca ci mostri che Pietro già conosce Gesù: nel capitolo precedente abbiamo visto il Suo discorso a Nazareth, la cacciata dei demoni e alcune guarigioni (fra cui la suocera di Pietro).

Pietro ha conoscenza di Gesù, ma ancora non basta. La fede non è un'idea, ma una vita. Ed è scelta consapevole, non improvvisata.

Vi è un momento in cui, dopo essere stato raggiunto dalla Parola del Maestro, non mi posso basare solo sulle mie conoscenze o forze; occorre fare un salto: questa è la fede.

Gesù propone di ripescare, di provarci ancora. Dopo una notte in cui non si è preso nulla, sembra davvero inutile. E in più si aggiungeva la stanchezza. Il compito risulta assurdo tanto più se richiesto a pescatori con una certa esperienza. Ma è qui che c'è il salto della fede. Pietro dirà: "So che è assurdo, Signore, ma se lo chiedi tu, ci provo!".

Ciò che è davvero decisivo è la fede nella Parola di Colui in cui crediamo, e questa apertura al Signore altro non è che accettare di fare affidamento solo al Maestro. Accettare che un falegname metta in discussione le competenze di tre pescatori.

La fede è vera quando mi costa, quando mi pone in crisi e contraddice il buon senso. E tutto questo è motivo di grande fecondità: nella vita avviene per fede ciò che è impossibile all'uomo ma non a Dio.

Il risultato è una pesca davvero prodigiosa: l'enorme quantità di pesci mette a rischio la tenuta delle reti. Quando ci si affida al Signore, il risultato è sempre sovrabbondante.

"Sulla Tua Parola getterò le reti".

Il successo della pesca è tutto qui: nella Parola di Cristo e nella Sua forza. Con Lui il mio sforzo è fecondo, altrimenti è sterile. Pietro reagisce ammettendo la sua debolezza: la sua vocazione va in crisi.

Ma ogni crisi è momento di rinnovamento. Così sarà per lui. Così deve essere per me. L'incontro col Maestro spinge a un compito: essere pescatori di uomini.

Chi pesca un pesce, lo uccide. Chi pesca un uomo lo salva. L'esperienza di Pietro è rappresentativa della chiamata di ogni apostolo del Vangelo, che non deve mai scoraggiarsi nell'annuncio. Anzi, deve avere ancor più confidenza nella forza di Dio che agisce nella nostra povertà umana, per trasformarla e rinnovarla.

Eccoci, ancora una volta, Signore. Magari con tanta delusione, perché in una notte nera non abbiamo preso nulla. Pronti a gettare di nuovo le reti. 

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