L’Aquila. Dalla simbologia del dolore a luogo di rinascita

30.06.2021

LAQUILART è stata, nei giorni scorsi, un luogo di confronto e di riflessione sulle "ragioni dell'arte tra crisi pandemica e futuri metropolitani". Artisti, critici e storici dell'arte si sono dati appuntamento nello splendido scenario della città abruzzese: parole, colori, resoconti, forme e note per immaginare un nuovo percorso prossimo venturo. 

di Rocco Zani

Il senso, finanche doloroso, di aver attraversato il tempo sospeso e avverso, fatto di malcelati presagi, di spaesamento e ostilità sembra trovare il suo epilogo nel ripristino di una identità - quella artistica - che è luogo di appartenenza, dimensione dello sguardo, filigrana di un nuovo sentire. Raccogliersi tra gli artisti in una sorta di ritrovato approdo è - oggi più di ieri - condizione di privilegio perché da qui, da questo avamposto di memorie e immagini può rinnovarsi il rito della rinascita: quello fatto di ascolto, di rotte a venire, di lidi dell'accoglienza. Abbiamo atteso questo momento - direi tempo del disgelo - tormentando le ore del giorno, centellinando le pause di luce e scongiurando la sopraffazione del buio. Lo abbiamo immaginato - questo momento - nelle sue mille sfaccettature, più o meno ingannevoli, più o meno rassicuranti. Un viaggio disseminato di rifiati e timori, facendo la spola tra il disorientamento e i copioni dettati dalla buona speranza.

Per chi, come noi, vive l'arte come emozione partecipata, la necessità di ristabilire un naturale tracciato di incontri si è fatta via via più incalzante, perfino irragionevole. La perdita di una "compartecipazione del sentire" ci ha lasciati inevitabilmente più deboli, fragili nello sconcerto.

Ecco allora che questo appuntamento - L'Aquila si fa in questo nuovo tempo centralità di bagliori per tutti noi - sembra raccogliere tutti quegli intenti finora auspicati. E non è un caso che il viaggio riprenda fiato da questa città che, al di là di una simbologia del dolore (assai spesso rimarcata) è stata ed è soprattutto - non soltanto nell'immaginario comune - un luogo di rinascita plasticamente percettibile. Trovo singolare ed emozionante che questa consonanza sia dettata da un comune tentativo di resurrezione. Come se questa terra - questo luogo - diventasse all'istante cortile di terribili memorie e, al contempo, incrocio di inedite premesse. Che sia l'Arte - che siano gli artisti - ancora una volta a scrivere la rotta. 

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