L’attenzione alla persona

16.08.2021

di Egidio Cappello

Una tensione particolare domina la cultura autentica in questa fase del corso pandemico. Si avverte uno straordinario bisogno di mobilitazione delle coscienze, quelle abbandonate in circuiti di conservazione e di indifferenza e quelle pur attente a sorvegliare le condizioni umane nella varietà delle loro espressioni. Anche la Chiesa di Roma è in fibrillazione. I suoi ultimi quaranta anni sono stati di una straordinaria dinamicità culturale e pastorale. I temi e le letture degli eventi su cui si sono espressi e hanno riflettuto i pontefici, hanno riguardato non principi e norme di carattere generale da conoscere, non teorici percorsi pastorali, non regole, bensì precisi cammini di crescita e di sviluppo su una linea ben definita, l'amore alla persona. Si tratta di una novità di grandi proporzioni: la massima attenzione alla persona nella sua irripetibile singolarità, è spinta fino a negare ogni validità a modelli precostituiti di uomo, di società, di percorsi educativi, di piani politici e di visioni della storia.

L'attenzione alla persona si estende anche alle aggregazioni, in modo particolare alla famiglia e alla scuola, ove la persona si forma e vive. La persona umana, nella dignità della sua vita concreta, nelle sue sofferenze e nelle sue aspirazioni, nelle sue angosce e nei suoi sorrisi, nei suoi grandi ideali e nei suoi piccoli e drammatici problemi di ogni giorno, è accolta e vista in uno spirito totalmente nuovo, privo di presunzioni e congetture teoriche. In questa persona ci sono le motivazioni per cui Dio è misericordioso nei suoi confronti. Dio ha fiducia in lei, perché sa che è dotata di tutte le potenzialità e le risorse intellettive e spirituali per essere protagonista del progetto di salvezza universale, ha fiducia in lei e la considera idonea a conseguire la propria perfezione e degna di raggiungere la propria felicità.

L'attenzione verso la persona è testimonianza dell'attenzione di Dio verso l'uomo. Questa la finalità che oggi la Chiesa avverte come prioritaria: aiutare tutti gli uomini, credenti e non, a capire l'uomo, a scoprire il rapporto che Dio ha creato con l'uomo, a capire la propria storia, il proprio linguaggio, la propria origine e la sapienza a cui egli è destinato. È palese oggi la difficoltà in cui si dibatte l'uomo nella conoscenza di se stesso, delle proprie risorse e delle proprie virtù, conoscenza penalizzata dalla generale determinazione a staccare la persona e la vita quotidiana dalla vita di Dio.

L'uomo senza Dio, l'uomo che non conosce i pensieri e i sentimenti di Dio nei suoi confronti, resta praticamente isolato e chiuso in ristretti recinti logici e ciò lo costringe alla rinuncia e al rifiuto della comprensione della propria vita. Il modello di uomo, come il modello di società, derivano oggi da valutazioni e da bisogni di natura economica e resistono, malgrado il disorientamento attuale, e si nutrono dello spirito prettamente mercantile che domina la società fino a cestinare le storie concrete dei singoli e a dimenticare i volti autentici delle persone umane. Da individui sostanzialmente deboli, incapaci di cogliere la verità universale ed oggettiva, ogni costruzione umanistica diventa vuota e poco significativa.

Anche l'individualismo, il soggettivismo, il relativismo, che pur richiamano ad una maggiore attenzione alle condizioni del singolo uomo, finiscono coll'essere poi prigionieri di modelli di uomo e di società lontani dal mondo reale della persona. È l'antropologia cristiana che ha dell'uomo la visione più autentica: l'uomo, ogni uomo, ricco o povero, sapiente o ignorante, sano o malato, forte o debole, uomo o donna, giovane o vecchio, ogni uomo è immagine di Dio ed è oggetto dell'amore misericordioso di Dio. Ogni uomo è considerato idoneo e capace a raggiungere la propria perfezione perchè dotato di intelligenza tale per affrontare ogni sfida di carattere culturale e sociale, ed è visto possessore delle virtù che danno corpo alla sua somiglianza con Dio. E' importante, lo ribadisco, che si esca dal presente momento di pandemia in una condizione mentale diversa, ossia con la piena conoscenza di se stessi.

Meritevole sarà l'opera di tutti coloro che lavoreranno affinché si raggiunga tale fine. La conoscenza dell'origine della vita umana e di ogni uomo, è fondamento per la lettura del presente e la progettazione del futuro. Quest'ultimo dipende dalla visione della vita, dalla visione chiara della propria vita. Conoscere se stessi implica, come abbiamo detto, la conoscenza della vita familiare e della vita sociale: non può essere ipotizzato un cammino verso il bene di tutti se non si passa attraverso il coinvolgimento delle strutture aggregative in cui ognuno vive.

La famiglia, la società e il mondo nella loro interezza sono parti vitali del corpo e dell'anima di ciascun uomo. Non possiamo non citare, al termine di questo intervento, l'invito di Papa Francesco a prendere coscienza del proprio mondo interiore in quanto da questo deriva la conoscenza della unitarietà del creato, e su questo è possibile costruire una nuova cultura della solidarietà universale, inclusiva di tutte le problematiche che oggi travagliano lo spirito degli uomini di buona volontà.                      

©Produzione riservata

Unisciti al nostro canale Telegram, resta in contatto con noi, clicca qui