L'8 e 9 giugno saremo chiamati a votare. Un impegno civico, prima ancora che politico

di Mario Garofalo
Come cronista di questo giornale, credo sia mio compito – e nostro compito collettivo come redazione – ricordare ai lettori l'importanza di alcuni momenti fondamentali della vita democratica. L'8 e 9 giugno, in occasione di un doppio appuntamento elettorale, i cittadini italiani saranno chiamati alle urne non solo per rinnovare le amministrazioni locali in molte città e regioni, ma anche per esprimersi su cinque quesiti referendari riguardanti temi cruciali della vita civile: il lavoro, la sicurezza, la stabilità dei contratti e la cittadinanza.
Certamente anche noi abbiamo un'idea a riguardo, ma non sta a noi indicare come votare, né suggerire un orientamento. Questo giornale ha sempre difeso il valore dell'informazione libera e del pluralismo delle opinioni, lo ha posto come bussola del suo operato. Ciò che possiamo fare è fornire gli strumenti necessari per comprendere – in modo chiaro, preciso e verificato – le questioni su cui saremo chiamati a decidere.
Come si vota
I seggi saranno aperti domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15. Per votare è necessario presentarsi con un documento d'identità valido e la propria tessera elettorale. Ogni scheda referendaria presenta un singolo quesito: si risponde tracciando una X sulla casella del SÌ o del NO.
È importante ricordare che per rendere valido ogni referendum è necessario raggiungere il quorum previsto dalla Costituzione: ovvero la partecipazione del 50% più uno degli aventi diritto al voto. In assenza di questo traguardo, anche una netta maggioranza non avrebbe valore giuridico.
Per la prima volta, potranno votare anche gli studenti e i lavoratori fuori sede da almeno tre mesi, se hanno presentato domanda entro i termini. I cittadini temporaneamente all'estero per studio, lavoro o motivi di salute potranno invece votare per corrispondenza.
I cinque quesiti, in sintesi
1. Licenziamenti nelle grandi imprese
Si chiede se abrogare un decreto del Jobs Act che limita il reintegro dei lavoratori nelle aziende con più di 15 dipendenti, quando il licenziamento è dichiarato illegittimo. (Tornando così di fatto alla Monti-Fornero).
2. Indennità nelle piccole imprese
Il secondo quesito riguarda la possibilità di superare il tetto massimo di sei mensilità come indennizzo per i lavoratori licenziati senza giusta causa nelle aziende con meno di 15 dipendenti.
3. Contratti a termine
Si propone di ripristinare l'obbligo di indicare una causale per i contratti a tempo determinato di durata inferiore ai 12 mesi, per limitarne l'uso improprio.
4. Appalti e sicurezza sul lavoro
Si chiede di estendere la responsabilità del committente anche ai rischi specifici legati alla sicurezza nei lavori in appalto. Questo, tra i cinque, è crediamo quello più complesso, è più materia per addetti ai lavori che referendaria. Di fatto la responsabilità è già prevista dal Codice degli Appalti. E sull'esito non c'è chiarezza né unanimità tra gli esperti.
5. Accesso alla cittadinanza
Il quinto quesito propone di ridurre da 10 a 5 anni il periodo minimo di residenza legale richiesto a uno straniero extracomunitario maggiorenne per poter richiedere la cittadinanza italiana.
La consultazione dell'8 e 9 giugno rappresenta un'opportunità unica per ogni cittadino di partecipare attivamente alla definizione delle politiche che regolano la nostra vita quotidiana. Sia che si tratti delle dinamiche del mondo del lavoro, delle garanzie per la sicurezza o della cittadinanza, ogni voto rappresenterà un contributo importante al nostro futuro comune. È un'occasione per esprimere la propria opinione su questioni fondamentali, da cui dipende il benessere di tutti noi.
Ricordiamoci che il Referendum non è solo un diritto, ma una preziosa opportunità che ci consente di influenzare concretamente le scelte che riguardano la nostra società. Non sprechiamolo, ma usiamolo con consapevolezza e responsabilità. Quando il 9 giugno le urne saranno chiuse, non dovremo avere rimpianti, ma la soddisfazione di aver partecipato attivamente al destino del nostro paese.

