La bestemmia non rafforza...se non l'ignoranza!

16.05.2021

Avviata dal Presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Molise una procedura disciplinare all'AGCOM nei confronti di una emittente locale

di Paolo Scarabeo

Quando la cronaca oltrepassa i limiti , quando cioè il racconto fomenta la barbarie, allora forse c'è da ripensare il concetto stesso di "cronaca". Ha meritato l'attenzione dell'opinione pubblica nella giornata di ieri un servizio giornalistico, a firma del direttore stesso, mandato in onda durante il telegiornale da una emittente locale che, nel raccontare l'episodio già in sé turpe dello scontro fisico e verbale tra due giovani e il Presidente Toma e il suo consigliere Tiberio, di cui abbiamo ampiamente scritto nelle scorse ore, bene ha pensato non di preoccuparsi della qualità del servizio o della narrazione di un fatto che, comunque siano andate le cose, resta in sé sconcertante, ma di rendere la narrazione più "forte" o forse meglio più "cruda" e quindi di includere nel servizio una bestemmia plateale.

Ci verrebbe da dire che nemmeno il Grande Fratello - che certo non è Avvenire - tollera certe bassezze, qui invece si è pensato bene di farne materia da telegiornale, senza curarsi non solo della sensibilità degli ascoltatori, né dell'abc del giornalismo, quanto del fatto che tanti minori sono incollati alla TV durante l'ora del TG...

Il Presidente dell'OdG Molise, Vincenzo Cimino, ha per questo inteso avviare una procedura disciplinare all'AGCOM, disdegnando nel modo più assoluto una condotta simile.

La classica teoria della verità come pura e oggettiva corrispondenza con la realtà, quella che conferiva al giornalismo il ruolo di "specchio", oggi ha ceduto il passo ad una concezione ermeneutica, che afferma l'accesso personale e temporale alla realtà. Questo cambiamento di prospettiva ha avuto una importante conseguenza. Quel valore etico supremo che consisteva nel "riflettere la realtà" oggi viene riformulato come "dire la verità". La veracità, quindi, prevale sulla verità. Ossia: ciò che vale moralmente è la ricerca tenace e senza pregiudizi della verità, che, una volta raggiunta almeno nella propria convinzione, il giornalista offre ai suoi lettori per loro beneficio. Così lo considerano quelle normative deontologiche che stabiliscono che l'informazione dev'essere "il più fedele possibile" ai fatti.

Tenendo comunque ferma la verità come orizzonte del buon giornalismo, la "cattiva prassi" consiste nello strumentalizzare il racconto giornalistico per fini particolari e nel dare informazioni senza avere evidenze sufficienti. O, anche, nell'ignorare l'impatto che ha l'informazione sull'opinione pubblica, soprattutto quando comporta degli effetti di denigrazione, di qualsiasi genere, proprio come una... bestemmia!

Un giornalista deve considerare il lettore, o l'uditore, come primo referente, cioè come colui al quale egli deve rispondere... ed essere "strumento" di elevazione per il suo pubblico... forse in questo caso è prevalso il desiderio del "colpo di scena" che... (forse) fa audience ma rade al suolo l'informazione. 

Sarà la bellezza a salvare il mondo, non... l'ignoranza!

Produzione riservata

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