La dignità dell’uomo, una voce da rifondare

20.07.2021

di Egidio Cappello

C'è un gran parlare oggi di libertà e di responsabilità. Le condizioni del nostro tempo spingono a leggere la libertà attraverso l'ottica della responsabilità. E' la seconda ormai a dominare le viscere della prima. La libertà ha un significato nuovo: essa rientra tra i doveri più che tra i diritti dell'uomo. L'esperienza di questi giorni si legge in termini di impreparazione alla nuova libertà. La socialità, la solidarietà, l'altruismo, la gratuità sono valori ancora da acquisire e spesso sono volontariamente cancellati dagli interessi umani. Occorre educare alla libertà tinta di responsabilità, occorre che si riveda il significato dei diritti e si riformuli il significato dei doveri. Io credo che a monte della dicotomia tra i diritti e doveri c'è una dimensione fondante, quella della dignità dell'uomo. L'educazione delle giovani generazioni non può mancare della formazione alla dignità e questa impone la conoscenza dell'uomo, la conoscenza della identità dell'uomo. La dignità è caratteristica naturale dell'uomo. L'uomo è particolarità e universalità, è temporalità ed eternità; la dignità riguarda la sua universalità e la sua eternità. Chi minimizza sulla dignità dell'uomo, vuole che la vita non superi i limiti della particolarità e sia circoscritta all'interno delle trame dell'esperienza fisica. Così il persistente materialismo, l'individualismo, il relativismo, il pensiero debole, sono impegnati, in nome di una strana concezione della libertà, a rosicchiare come un tarlo, il valore della civiltà, della cultura, della tradizione, e si prodigano per svuotare di senso l'appartenenza dell'uomo alla dimensione della divinità. Di contro si leva la voce dell'oggettivismo che inneggia ai valori e ai principi fondamentali della vita, economici, etici, politici, giuridici, artistici. E' alta la voce della Chiesa cattolica che insegna l'uomo all'uomo indicandogli la via da percorrere per realizzare le finalità proprie del progetto di Dio; è alta la voce delle famiglie che, nel disorientamento culturale e sociale, chiedono punti stabili di riferimento; è alta la voce dei giovani che chiedono un futuro di sicurezza e di stabilità; è alta la voce di chi concepisce la politica come strumento di aggregazione e di armonizzazione della vita sociale. La dignità è la strada della giustizia, che rifiuta ogni forma di oppressione e di sopruso, e lotta per la civiltà della uguaglianza e della pace; è la strada della intelligenza, che cerca la verità e rifugge dai particolarismi spesso dettati dagli interessi personali; è la strada della saggezza, che permette il giusto discernimento nonché la più veritiera delle letture del mondo che ci circonda; è la strada della coscienza morale che edifica il percorso del bene comune e ne permette la realizzazione; è infine la strada della libertà che richiede da parte dell'uomo la ferma negazione di ogni pressione passionale e la formulazione di scelte consapevoli e libere, finalizzate alla edificazione di consessi sociali di grosso rilievo etico e culturale. A tale dignità, che è itinerario di universalità e di eternità, occorre preparare le giovani generazioni, fin dalla più tenera età, finalizzando ad essa i singoli percorsi disciplinari, facendo opportuna scelta dei contenuti culturali da trasmettere e su cui riflettere, nelle discipline letterarie, storiche, filosofiche, scientifiche, artistiche, scegliendo altresì i linguaggi, le metodologie di ricerca e di apprendimento. E' doloroso evidenziare come lo sviluppo formativo delle giovani generazioni avvenga oggi senza nessuna tensione unificatoria, senza principi aggreganti, senza punti di riferimento che solo scaturiscono da un modello di uomo condiviso e unificante.

Ne è chiaro esempio la difficoltà di costruire discorsi interdisciplinari, a causa della irreperibilità di nuclei culturali fondamentali, di linguaggi comuni, di metodologie comuni, nonché di medesime finalità da conseguire. Si dà ancora il fatto che non c'è unitarietà di programmazione e di valutazione educativa tra gli istituti adibiti a tali compiti e i risultati non possono essere che deleteri: futuri cittadini "ad una dimensione", soggetti a ubriacature assolutizzanti di matrice economica, o finanziaria, o politica, o edonistica. Si dà ancora il fatto che non c'è alcuna unitarietà nella cultura e nella vita politica e questo alimenta e promuove ulteriore e progressivo disorientamento che si concretizza in egoismi, in separazioni, in lotte, in sopraffazioni, in violenze, con tutto un carico di disumanizzazione e di bestialità. Genitori e docenti devono essere consapevoli della condizione di degrado culturale, etico ed umano che penalizza e colpisce l'uomo di oggi nella sua nobiltà e nella sua dignità obbligandolo a soggiacere a leggi effimere e a convenzioni del presente. Occorre essere coraggiosi nel desiderare una storia di grande spessore culturale ed etico, e preparare i giovani di conseguenza. Occorre rileggere nuovamente la storia passata e riscrivere il futuro dell'Italia, dell'Europa e del mondo intero, sulla base della dignità dell'uomo, della sua intelligenza, della sua sapienza, della sua libertà, delle sue scoperte scientifiche, della sua cultura artistica e filosofica. Possano i nostri giovani crescere consapevoli delle dotazioni di cui sono in possesso, per via della loro essenza umana e della loro particolare creazione, voluta espressamente da Dio.     

©Produzione riservata

Unisciti al nostro canale Telegram, resta in contatto con noi, clicca qui