La famiglia, vero soggetto della pastorale familiare

07.05.2021

Leggiamo insieme il sesto capitolo di Amoris Laetitia

di Egidio Cappello

Il Capitolo sesto dell'Amoris Laetitia è dedicato ad alcune prospettive pastorali. Papa Francesco fa, nel paragrafo 199, una premessa molto interessante. "Non pretendo, dice, di presentare una pastorale della famiglia ma intendo limitarmi solo a raccogliere alcune delle principali sfide pastorali". "Sono le famiglie, infatti, i principali soggetti della pastorale familiare". Nelle parole di Francesco c'è come una inversione di tendenza che sconvolge l'operato della Chiesa. Alla luce della parabola del seminatore, il compito della Chiesa proposto è quello di cooperare nell'opera della semina il che vuol dire fornire i semi giusti perché la terra maturi la via migliore per affrontare, progettare e gestire le difficoltà della vita. Accompagnare le famiglie ad essere sempre di più soggetti di pastorale familiare, a crescere nella fede, questo il compito essenziale della Chiesa. Occorre munirsi delle risorse e delle doti più opportune: occorre una conversione missionaria, occorrono approcci diversi, linguaggi diversi, aperture diverse e ascolti nuovi. Non si tratta di trasmettere normative, di dare leggi, ma di stimolare le risorse interiori dei coniugi a crescere, a venir fuori, a creare il giusto modo di pensare, di valutare, di comportarsi.

Il principale contributo alla pastorale familiare, specifica il Papa, deve essere fornito dalla Parrocchia. E' chiaro l'intento del Pontefice di fare della pastorale familiare un discorso territoriale e locale, senza proclami generali e dichiarazioni altisonanti e vuote. Le Parrocchie devono munirsi della preparazione più generosa per operare nell'ascolto, nel dialogo e nella condivisa formulazione di giusti percorsi. Tutte le famiglie della Parrocchie vanno raggiunte, anche quelle più periferiche, anche quelle in formazione, che sono quelle che vivono maggiori disagi e sono bisognose di stimolazioni spirituali. Ai fidanzati il Pontefice fa un accorato appello; "cari fidanzati, abbiate il coraggio di essere differenti, non lasciatevi divorare dalla società del consumo e dell'apparenza". "Quello che importa, continua Papa Francesco, è l'amore che vi unisce, fortificato e santificato dalla Grazia". Non possiamo non sottolineare l'invito ad essere differenti, ad essere soggetti di contraddizione nei confronti dell'egoismo e dell'individualismo imperanti. Il Papa è cosciente dei possibili attriti che possono sorgere tra i coniugi e suggerisce di interiorizzare la capacità di negoziare che non ha nulla del commercio o dello scambio o del baratto ma è frutto dell'amore reciproco. Ai pastori ricorda ancora l'accompagnamento delle giovani famiglie, di quelle che vivono situazioni di disagio, come le famiglie dei divorziati. "I divorziati, sottolinea Papa Bergoglio, sono parte della Chiesa e non sono scomunicati". Si legge nella espressione il rifiuto totale di ogni discriminazione e di ogni segregazione. Non possiamo non avvertire la forza di questo monito, noi che viviamo l'allontanamento dei divorziati dalla vita delle Parrocchie, spesso prodotto da errate interpretazioni o da espressioni maldette anche dagli uomini di Chiesa. Tutte le famiglie vanno incoraggiate, vanno stimolate a crescere, vanno educate a vivere la gioia del matrimonio, rischiarando crisi, angosce e difficoltà. La sfida della crisi attuale, accentuata dalle problematiche sanitarie, fa paura. Il Santo Padre termina il capitolo richiamando una tematica già affrontata da Giovanni Paolo II: il nostro tempo è quello dei laici. Pensare ai laici vuol dire pensare a persone con coraggio, a persone preparate, a persone capaci di guardare il mondo che ci circonda e il futuro con gli occhi di Dio. Queste persone permettono a Dio di guardare il mondo con gli occhi degli uomini. Nel paragrafo 232 il Santo Padre parla di "drammatica bellezza" delle crisi familiari. L'espressione di Francesco è significativa in quanto una crisi, naturalmente a chi ha occhio missionario, dà subito il proprio domicilio e permette agli operatori di intervenire e di fare opere buone. La crisi è opportunità di crescita, è possibilità di uscire dal grigiore di alcune condizioni, attraverso il dialogo, attraverso la composizione delle idee, attraverso la preghiera comune.  

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