La filosofia: partiamo da Mileto

22.03.2022

di Egidio Cappello

Credo proprio che il bisogno di praticità, di semplicità, di essenzialità, di unità, che tutti avvertiamo oggi, includa la necessità di tornare alla filosofia e di incamminarsi in percorsi filosofici. La cultura attuale ha rifiutato la ricerca filosofica perché insipida e lontana dalla dominante cultura tecnologica e la scelta ha determinato un degrado culturale ed umano incontenibile. Sostengo fermamente l'importanza vitale della cultura filosofica perché da essa deriva la possibilità di un ritorno alla pienezza della ragione e di conseguenza, di edificazione di un mondo nuovo.

L'inizio del cammino filosofico impone specifiche condizioni: il possesso del significato autentico del termine filosofia, la conoscenza della specificità dei saperi filosofici, l'adesione agli obiettivi della ricerca attraverso il coinvolgimento di tutte le risorse della ragione, la disponibilità a rendere la cultura filosofica come fondamento della totalità della vita. Acquisire tali condizioni non è difficile in quanto la storia ci presenta vive testimonianze di filosofia autentica.

Un esempio, quello più importante e indicativo, è dato necessariamente dagli inizi dell'avventura filosofica, inizi che manifestano il volto esatto della filosofia, e comunicano gli obiettivi, le metodologie, il linguaggio proprio della filosofia. Dobbiamo volare idealmente nella scuola ionica di Mileto del VII e VI secolo a.C., e incontrare Talete, Anassimandro e Anassimene, per scoprire le pietre miliari che definiscono il mondo della filosofia, ne spiegano le ragioni e ne dettano le più profonde finalità. E dobbiamo avvalerci della lettura di Aristotele, che ha raccontato, tre secoli dopo, la storia della Scuola Ionica, e l'ha considerata come il prezioso avvio di un cammino culturale unitario e progressivo con arrivo trionfante nel proprio pensiero filosofico.

Partiamo perciò dalle spiagge di Mileto, da dove sopraggiunge il significato del termine filosofia, quello che unico presenta la propria candidatura a guidare la nostra opera di rivisitazione della cultura filosofica. La filosofia è sapienza della filìa, è sapienza di ciò che unisce, sapienza dell'ordine cosmico, sapienza dell'incontro e del dialogo, sapienza dell'amore. La filosofia non è amore della sapienza, non è culto o amicizia delle parole o del discorso. Aristotele racconta, nella sua storia della filosofia, il cammino della ricerca dell'unità, della ricerca dell'archè, della ricerca del fondamento unitario, e non lascia adito a fraintendimenti.

La filosofia, scrive Aristotele, ha quindi saperi circoscritti, saperi definiti, saperi che sostengono e definiscono l'unità in ogni settore della vita umana. Ne deriva che tutto il mondo della separazione, della suddivisione, della guerra e la cultura che lo propone, non ha alcun rapporto con la ricerca e coi saperi filosofici. La filosofia è ricerca dell'unità ed è ricerca di percorsi unitari, di letture unitarie dell'intero cosmo. A Mileto nasce la consapevolezza della vastità e del potere della ragione umana che nella ricerca filosofica esprime l'intero bagaglio delle sue risorse. A Mileto si afferma il principio che non sono le osservazioni a portare alla teoria, destinando questa stessa alla frammentazione e alla disunità, ma sono le capacità razionali a formulare teorie e congetture senza l'aiuto delle osservazioni sensoriali. I filosofi di Mileto sono veri profeti della ragione che costruisce l'unità di tutte le cose. Così Talete, maestro della Scuola Ionica, sostiene che l'archè di tutte le cose è l'acqua. Ma questa supera la dimensione della fisicità e si trasforma in principio assoluto di vita, vita fisica e vita spirituale. L'acqua diviene così il principio dell'ordine universale da cui scaturiscono e ritornano le cose del mondo. Così Anassimandro, allievo di Talete, affida ad un principio vivente, l'apeiron (senza limite), l'eternità e l'infinità del mondo. Questo principio abbraccia e governa tutto ciò che è, regola la nascita e il dissolvimento di ogni realtà attraverso una legge cosmica, dà carattere logico all'intero movimento dei pensieri umani. Proprio il movimento diventa un tema essenziale della ricerca di Anassimandro, il movimento che dà l'impressione della separazione, della distruzione, della scomparsa, della disunità delle cose materiali e del mondo umano. Anassimandro intuisce che le cose visibili, che pur stimolano pensieri di frammentazione, sono unitarie per via del Logos, dell'ordine cosmico, della legge che assicura a tutte le cose le stesse modalità di sviluppo e di intima attuazione. Ed è la filosofia lo strumento di lettura e di comunicazione con il Logos. Così Anassimene trova nell'aria l'archè di tutte le cose. Nell'aria domina il contrasto tra il secco e l'umido, tra il freddo e il caldo, tra il Sole e le tenebre, contrasto che raggiunge ogni aspetto della vita e del pensiero umano, ma sono tutte apparenze in quanto nel cosmo vige una legge di equilibrio che domina e regola tutte le cose.

La filosofia ha il potere, esprimendo la ragione al massimo delle sue potenzialità, di cogliere l'intero creato. Ebbene a Mileto inizia la grande avventura della filosofia, la grande avventura della ragione umana nella pienezza della sua funzione, con personaggi straordinari, con sapienti straordinari, con congetture straordinarie ed entusiasmanti. Il fondamento della ricerca della Scuola ionica è l'esistenza del Logos, la ragione che compone, la ragione che unisce, la ragione che dà forza e chiarezza alla comunicazione, la ragione che rende semplici le argomentazioni, la ragione che guida al bene, alla solidarietà e all'amore. È il Logos il fondamento eterno della filosofia, è il divino della vita umana.

Nella nostra rivisitazione del cammino filosofico dell'Occidente, ci faremo guidare da questo principio, per leggere bene gli scritti e scegliere tra gli stessi quelli preziosi per noi e quelli da buttare nel cestino della storia umana.  

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