“La filosofia, scienza di ciò che unisce, e non altro”. L'ultimo Libro di Egidio Cappello

06.07.2023

Presentazione dell'autore

Con il mio ultimo lavoro, dal titolo "La filosofia, scienza di ciò che unisce, e non altro", ho inteso restituire alla filosofia il suo volto autentico. Credo infatti che tantissime tematiche, oggi accolte nel mondo filosofico, ne hanno modificato e deturpato il volto. La filosofia è scienza di ciò che unisce, è sofia della filia e non altro. Su questo significato, proprio delle origini, codificato da Aristotele, ho poi ricostruito il percorso filosofico del mondo occidentale dando spazio ad opere e personaggi oscurati dalle letture tradizionali e ho tolto dei rilievi attribuiti ad opere e a personaggi inneggianti a fondamenti e finalità estranei ai saperi filosofici. Ho posto in premessa, nella introduzione, le giuste ragioni, storiche ed emergenziali, perché la filosofia oggi prenda ad indicare la sapienza di ciò che unisce, la sapienza delle realtà fondamentali, dell'archè, unitario ed eterno, che è a supporto della varietà e della diversità delle cose del mondo. L'interpretazione della filosofia come amore per i discorsi, attribuita impropriamente ad Aristotele, è assolutamente vuota perché non definisce i saperi specifici del settore culturale e non ne coglie le finalità proprie. 

L'amore per i discorsi include ogni possibile idea del soggetto, anche quelle più ignobili, e si predispone a scivolare in costruzioni empiriche, relativistiche e soggettivistiche. La filosofia è bisogno di assoluto, è corsa verso la pienezza delle conoscenze. La filosofia è attività della mente ormai libera da recinti o schiavitù di ogni genere, attività della mente che esercita l'intero bagaglio delle proprie doti e delle proprie potenzialità, che rispetta quindi la propria natura. La filosofia è cultura dell'unità e dell'unificazione, è ricerca di strumenti di composizione, strumenti di collaborazione, di pace, di fraternità. La filosofia non è cultura della settorialità, della particolarità e degli egoismi umani. La filosofia è abilitata a trovare piena collocazione in ogni atto pensante dell'uomo, in quanto la ricerca e la lotta per l'unità è essenziale in ogni settore della vita umana, la politica, il diritto, la scienza, l'arte, la letteratura, l'etica, l'educazione, il rapporto con la natura, tutti aspetti che oggi soffrono disorientamento e solitudine e richiedono fondamenti di unificazione e di relazione. La filosofia è dinamismo verso l'unità, è itinerarium ad unum. La filosofia non a caso vive di dialogo, figlio prediletto della ragione e della natura umana, vive di progressione aggregativa ed inclusiva ed è naturalmente avversaria di ogni congettura o proposito tendenti alla separazione, alla frattura, alla opposizione, alla guerra, in concreto a tutto ciò che contraddice la dignità umana. 

Quante volte sentiamo sbandierare oggi "la mia filosofia", per significare nozioni di parte e letture individuali proprie di aziende o di quartieri o di consigli condominiali spesso corredate da progetti di potere e finalizzati alla supremazia su altro o su altri. Quante volte, ho dovuto notare, si parla di filosofi che inneggiano con enfasi agli empirismi più gretti, ai relativismi, ai nichilismi, ai pensieri deboli e attribuiscono agli stessi il valore della verità. Mi sono imposto quindi, acquisito il senso autentico della cultura filosofica, la rivisitazione del pensiero occidentale, alla ricerca di opere trascurate, di letture trascurate, di personaggi trascurati o supervalutati. Mi sono trovato di fronte ad un mondo culturale in penombra che ho naturalmente rivalutato e di contro ho letto bene opere estranee alla filosofia, opere scritte per creare deviazioni o soluzioni al percorso unificatorio. Il cammino della filosofia, durante la rivisitazione che ho fatto, , rimane cammino di sapienza di ciò che unisce e non altro. Nell'altro inserisco ogni congettura che limiti le risorse della ragione e difenda la parzialità, la separazione e la opposizione. 

La continuità e l'unitarietà domina il pensiero filosofico: penso agli alberi che diversi e lontani si incontrano nel terreno ove le radici dialogano e si intrecciano. Ho trovato entusiasmante il periodo classico greco che ha fatto della ricerca dell'archè il proprio interesse fondamentale, espresso in Eraclito, in Parmenide, in Platone, in Aristotele e ancor più in Gesù di Nazaret, che ha dato come la risposta definitiva al bisogno di unità cosmica dell'uomo. Ma ho trovato ancora più entusiasmante il periodo cosiddetto di mezzo, per la quantità e la qualità della cultura, per l'elevazione della mente umana verso le proprie massime espressioni. Il fondamento dell'unità è costante e la ricerca dell'aggregazione cosmica è sempre più il luogo determinante della cultura umana. La filosofia si fa vita e si fa ricerca consapevole dell'unità. Rilevanti le opere filosofiche di Plotino, di Agostino, di Boezio, di Carlo Magno, di Tommaso, di Dante Alighieri che partono da istanze diverse ma convergono in quell'itinerarium ad unum che rimane per tutti la legge della ragione e della natura umana. Affascinante la figura di Carlo Magno, filosofo sine litteris e pur ricco di cultura e di spiritualità al punto di affidare all'unità delle parti le sorti della grande costruzione europea che è uscita dalle sue mani. Mai un imperatore, un re o un responsabile della vita dei popoli, ha sentito il valore della filosofia nella edificazione di un popolo nuovo, all'inizio di una storia nuova. 

Non posso non sottolineare la grandezza e la bellezza del 1200, secolo irripetibile, forse l'espressione sublime della cultura e della spiritualità dell'uomo. Cosi il Rinascimento si presenta come legittimo erede del periodo precedente, allo stesso modo proteso verso visioni unitarie coinvolgenti l'intero mondo. Rilevanti i filosofi del 500, alla ricerca dell'uomo dal volto di Dio, e quelli che discutono i fondamenti della relazione come i filosofi della pace perpetua, e Spinoza e Leibnitz, che costruiscono un mondo cosmico armonico, scritto direttamente da Dio. Anche i secoli della modernità, i secoli della scienza, dal 1700, sono una sequela di ricerca dell'unità cosmica. Dio, che si vuole da qualcuno, assente nella vita umana, è più che mai vigile e più che mai presente nella storia del tempo. 

Problematiche individualistiche e relativistiche cedono di fronte alla forza della ricerca dell'unità che domina il cammino della filosofia. Kant, Hegel, Feuerbach, Comte, Leopardi, Foscolo, sono la conferma della continuità di un bisogno incancellabile dalla vita e dal pensiero di chiunque. Non posso non evidenziare l'apporto dato alla affermazione e al cammino della sapienza di ciò che unisce, dai pontefici del novecento ad iniziare da Benedetto XV, che tuonò contro l'inutilità del conflitto mondiale, a Giovanni XXIII autore dell'Enciclica Pacem in terris, pubblicata nel 1963 e promotore del Concilio Ecumenico Vaticano II, a Paolo VI, a Giovanni Paolo I, a Giovanni Paolo II, dalle poderose vedute filosofiche, a Benedetto XVI, l'uomo della ragione che fonda l'unità delle scienze, a Francesco, strenuo lottatore perché il dialogo unificante trovi la massima collocazione in coloro che oggi decidono il destino del mondo. I suddetti pontefici sono autori di documenti di una levatura filosofica impressionante. Devo citare filosofi di scuole e paesi diversi come Edith Stein, Jacques e Raissa Maritain e il nominato Karol Wojtyla, che costruiscono e vivono i loro percorsi filosofici. Basta con la separazione tra ragione e fede, basta con la separazione tra filosofia e religione, basta con la divisione tra interiorità ed esteriorità, nella vita della persona. Ogni cultura, se è tesa all'affermazione dell'unità come valore fondamentale della vita, necessariamente converge verso un medesimo mondo ove si parla uno stesso linguaggio e si guarda allo stesso angolo di cielo. 

In Appendice ho inserito una riflessione attenta sulla ragione come fondamento dell'unità delle scienze, idea difesa da Papa Benedetto XVI. Il senso dell'idea del papa tedesco, che poi riassume questo mio saggio, è che tutto lo scibile umano ha un unico fondamento e che le divisioni non sono altro che elucubrazioni di menti che hanno rinunciato al proprio compito di operare e difendere l'unità del creato. La lotta, la guerra e le conseguenze che ne derivano sono contrarie alla dignità e alla ragione umana. In questo quadro di nuove sollecitazioni e di rinnovamento culturale, ogni uomo di buona volontà faccia ricorso alla filosofia autentica, che assicura tensione verso l'unità dei comportamenti e conduce alla piena realizzazione della finalità della storia umana. Il testo si legge con facilità e muove interessi molteplici, non solo ai presunti addetti ai lavori.

©Produzione riservata

Segui la nostra informazione anche su Facebook o unendoti al nostro gruppo WhatsApp e visita il nostro canale Youtube