LA FOTOGRAFIA DIPINTA. “Il racconto fotografico e l’alter ego pittorico “

16.10.2023

Si inaugura presso il MAV di Ercolano il 22 ottobre alle ore 11.00, a cura di Connessioni aps e Flegrea PHOTO associazione

Sette opere fotografiche e sette dipinti diventano luogo di una ricerca alla pari, vivendo e suggerendo un proprio codice interpretativo. La fotografia e la pittura: inediti percorsi che si incontrano per poi dissolversi e infine ritrovarsi in preziose risoluzioni espressive.

fotografie e dipinti di Tiziana MASTROPASQUA e Renzo BELLANCA | Raffaele DE SANTIS e Mariangela CALABRESE | Fabiana PRIVITERA e Cosimo COLELLA | Riccardo PETRONE e Giovanni MANGIACAPRA | Alberto MAZZARINO e Sara PELLEGRINO | Annalisa ESPOSITO e Antonio TRAMONTANO | Lucia MONTANARO, Agostino TULUMELLO 

di Rocco Zani

Dapprima il luogo. Quale prologo di inconsueti attraversamenti. Un luogo di confini e di destini, finanche di martirio. O di tormento. La terra di Partenope, quella di rocce e onde e bagliori di sangue e canti. C'è in questo spazio perlustrato dall'occhio – in primis da quello fotografico – un luogo altro, una sorta di alveo scampato alle dicerie del tempo, uno scrigno di cenere o un sepolcro non violato: l'alito di un vento mai definitivamente pacifico, polvere d'ombra, pietre brunite e anime all'erta. Una "misura" che non è soltanto una pertinenza fisica o di oggettiva conferma, piuttosto destinazione di un illimite popolato di minuscoli rifiati, pagliuzze lunari, ammonimenti notturni. In questo "luogo del (nel) luogo" la comprensione fotografica – e poi quella pittorica – si è fatta parola: di accenti, di umori, di valico, di riepilogo. Quasi a ribadire – o ripristinare – una conversazione con un presente che è figliolanza viva di una memoria comune. L'immagine fotografica e quella pittorica non svelano il remoto ma dialogano con quella "appartenenza", con la complessità di un tempo (e di un luogo) che si è fatto tempo (e luogo) di contemporaneità, accogliendo e tutelando ogni fragile linguaggio o perdita. Da tutto ciò – e da altro ancora – prende il via un viaggio inconsueto di rimandi, di ascolti, di rendiconti.

Ecco allora che le trasparenze annerite di un paesaggio immoto, testimonianza fotografica di Raffaele De Santis pare farsi, nell'alter ego pittorico di Mariangela Calabrese, percorso penetrante e invadente di rossori tellurici. Quasi a ricostruire l'atto – il gesto – nel prologo della tragedia. In una mappatura simbolica del luogo Renzo Bellanca ridispone, per sintesi di cromie e segni l'indagine fotografica di Tiziana Mastropasqua che affida alle ombre e all'incanto il destino di quella terra attraversata. Un interno "vesuviano", probabilmente, è l'esercizio prospettico e seducente a cui Alberto Mazzarino restituisce una tremula identità. Vi accede Sara Pellegrini risvegliandone il colore protagonista, per esiti di bronzo, di rame, di vermiglio. Un corpo e un volto riscrivono le misure del paesaggio nell'immagine di Fabiana Privitera. La pittura eclettica di Cosimo Colella ne scompone la forma per mutuarne una stesura di indizi, scaglie, singole reliquie. Ancora un camminamento interiore – nell'obbligo del bianco e del nero – quello messo a fuoco da Annalisa Esposito. Ne recepisce l'intento Antonio Tramontano che per pieghe d'ombra e timori di biacca si incammina verso l'ipotetico approdo. Un primo piano che non consente spaesamenti o scrupoli quello che recita la fotografia di Riccardo Petrone. Giovanni Mangiacapra recide invero la durata di quel gesto per farne armonia di segni ed echi, misture di palpiti. Laddove Lucia Montanaro mette in fila le icone di una memoria allarmante - e allarmata – Agostino Tulumello replica con la sua pittura "reticolare" pronta a custodirne, in affannate trasparenze, il senso, ovvero la sostanza.

MAV via IV Novembre 44 ERCOLANO (NA) | museomav.it | 081 7776843 | orari 10.00>17.00 ingresso libero visitabile fino al 26 novembre.

©Produzione riservata

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