La grande illusione della sicurezza: chi applaude la propria marginalizzazione?
di Mario Garofalo
Basta far finta di niente. Basta accettare come normale che ci rubino le libertà in nome di una "sicurezza" che non esiste se non nei proclami dei potenti. È assurdo vedere quanta gente applauda misure che, di fatto, li marginalizzano e li zittiscono. Ma chi ci guadagna davvero? Sicuramente non noi, cittadini del Sud.
Questo governo, come tanti prima, ci rifila il solito pacchetto di repressione e controllo: più polizia, più telecamere, più multe. Tutto questo mentre i veri problemi — disoccupazione, scuole in rovina, ospedali allo stremo — restano ignorati, quasi invisibili. E noi cosa facciamo? Guardiamo dall'altra parte, magari stringendo il pugno in segno di "ordine", senza capire che ci stanno consegnando la chiave della nostra stessa marginalità.
Ci hanno convinti che il nemico sono i manifestanti, i poveri, chi osa alzare la voce. È una truffa, un gioco sporco per farci sentire in pericolo, così da farci chiudere in casa e tacere per paura. Ma è solo un modo per distrarci da ciò che davvero conta: la politica che ci ignora e che affonda il Sud sempre più in un baratro senza uscita.
E poi c'è quella "autonomia differenziata" di cui nessuno parla abbastanza, ma che di fatto sancirà un apartheid territoriale. Le regioni ricche avranno tutto, noi resteremo a mendicare briciole. E chi applaude? Proprio chi avrebbe tutto da perdere.
La verità è che al Sud abbiamo imparato la rassegnazione come una condanna. Ci hanno abituato a non protestare, a non pretendere, a ingoiare ogni umiliazione. Ma questa rassegnazione è il vero nemico. Perché quando accetti di essere marginale, diventi complice della tua stessa esclusione.
Quindi facciamoci una domanda chiara, senza giri di parole: quanto siamo disposti a sacrificare in nome di questa "sicurezza" che serve solo a chi vuole un popolo diviso, spaventato e sottomesso? A chi serve che noi ci tappiamo la bocca? Non certo a noi.
Il problema non sono solo i governi, è la nostra assenza di reazione. Dove sono quelle voci forti del Sud che smascherano questo inganno e pretendono rispetto? Dove sono i cittadini che invece di applaudire la propria marginalità, scelgono di lottare?
Se continuiamo a lasciar passare tutto questo in silenzio, non potremo poi lamentarci. Perché la repressione mascherata da sicurezza è una trappola. E chi applaude sta semplicemente accettando di essere cancellato.
La domanda è: vogliamo continuare a farci prendere in giro? O vogliamo finalmente far sentire la nostra voce?
