La pandemia e la visione distorta della dittatura

09.08.2021

di Gian Marco Di Cicco

La pandemia mondiale, legata alla proliferazione del virus Covid - 19, e il conseguente ridimensionamento della socialità hanno prodotto una serie di destabilizzazioni sia a livello politico ed economico, poiché l'azione legislativa è orientata ad adottare dei provvedimenti consoni a conciliare la tutela della salute pubblica e l'iniziativa economica generale, sia perché i lunghi mesi di isolamento sociale, durante la prima e la seconda ondata, hanno causato una vera e propria confusione, rispetto agli argomenti di cui l'opinione pubblica discute quotidianamente - numero dei contagi e gestione dell'attività di vaccinazione, soprattutto - e in merito all'approccio che l'apparato istituzionale ha adottato per la gestione dell'emergenza in generale. Nel corso di questi mesi, sui principali social network sono state pubblicate notizie ed informazione false, che hanno causato disorientamento nella popolazione e hanno spinto molti a credere in espressioni che riguardano realtà fallaci e lontane dalla verità. 

Accanto alla volontà di condurre uno stile di vita lontano dalle restrizioni delle settimane autunnali ed invernali, nasce l'esigenza di capirne di più rispetto a ciò che circonda ognuno di noi. Gli echi di alcuni organi di informazione non ufficiali o derivanti da alcuni post pubblicati sui principali social network hanno indotto molti ad allontanarsi dalla fiducia nei confronti della scienza o verso i progressi a cui essa è arrivata contro la proliferazione del Covid. Tale disaffezione si è tradotta in un vero e proprio dualismo, rispetto alla scelta istituzionale e costituzionale di indurre un numero sempre maggiore di cittadini a vaccinarsi. La campagna vaccinale viene vista come una vera e propria scelta politica a cui opporsi; come una "ideologia" da contrastare perché minerebbe alle libertà individuali, indipendentemente da quale sia la posizione della scienza. 

Gli specialisti, inoltre, vengono visti come coloro che invogliano la popolazione ad adottare scelte inconsapevoli o dannose per la propria salute. È paradossale come medici e sanitari possano essere considerati come interessati alla proliferazione di una malattia o di un malessere, quale può essere il Covid. Come se non bastasse questa visione distorta della gestione della sanità pubblica, fin dall'inizio della pandemia, l'approccio al distanziamento sociale o alla vaccinazione appaiono come una forzatura, come un obbligo da alcuni pseudo analisti che trovano spazio soprattutto sui social media e tra cittadini con una scarsa propensione ad accertare le fonti delle notizie sul web. Nelle ultime settimane, la campagna contro la proliferazione del virus si identifica una "dittatura", senza tener conto dei danni irreversibili che le vere forme di governo totalitarie hanno causato all'umanità e senza tenere in considerazione come, durante una dittatura, non possono essere espresse idee controverse proprio come quelle dei cosiddetti "NO - Vax". ù

È opportuno, quindi, in un periodo di crisi sociale e sanitaria come questo che stiamo vivendo, avere la lucidità nell'esprimere le proprie opinioni, tenendo conto che, l'accostare il concetto di "dittatura" alla campagna vaccinale rappresenta un rifiuto alla memoria e alle sofferenze delle generazioni passate.

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