La prudenza... il cocchiere delle virtù.
![](https://6676e291f5.clvaw-cdnwnd.com/cd9062499157b882fe4a265a12a2bcd4/200000042-95e0295e05/220px-Piero_del_Pollaiolo_prudence.jpg?ph=6676e291f5)
La prudenza è una delle quattro virtù cardinali della morale occidentale, sin dall'antichità greca e romana. Nella filosofia platonica è detta "saggezza", ed è la virtù propria dell'anima razionale.
Essa dispone l'intelletto all'analisi accorta e circostanziata del mondo reale circostante, ed esorta la ragione a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene, scegliendo i mezzi adeguati per compierlo. Per questo fu considerata da Aristotele una sorta di «saggezza pratica» (phronesis), un saper agire rettamente, un'attitudine che «valuta ciò che è bene per l'uomo».
La prudenza è la «retta norma dell'azione», scrive quindi san Tommaso d'Aquino sulla scia di Aristotele. Essa non si confonde con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione. È detta auriga virtutum, cioè cocchiere delle virtù: essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura. È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza. L'uomo prudente decide e ordina la propria condotta seguendo questo giudizio. Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare.
©Produzione riservata
Unisciti al nostro canale Telegram, resta in contatto con
noi, clicca qui