La Scuola di Cerro al Volturno. Una storia di responsabilità, coraggio e resistenza
Nel piccolo centro della Valle del Volturno si sta scrivendo una pagina destinata a diventare storia: la costruzione della nuova Scuola. Pronta ad inizio 2026
Una pagina importante, una di quelle che vanno inserite nel libro di storia, si sta scrivendo a Cerro al Volturno, dove da qualche giorno - dopo una complessa fase burocratica una lunga fase di studio, progettazione, demolizione, è iniziata la costruzione della nuova scuola. Un traguardo importante per l'Amministrazione Di Ianni, forse tra i più importanti, se non proprio il più importante. Ne ha dato notizia il Sindaco Remo Di Ianni con una nota.
"Essere amministratori di un piccolo comune come Cerro al Volturno - ha scritto Di Ianni - non significa solo gestire bilanci, organizzare eventi o occuparsi della manutenzione ordinaria. Significa essere un punto di riferimento per la comunità, prendere decisioni difficili e spesso impopolari, con la consapevolezza che ogni scelta avrà un impatto sulla vita delle persone.
Nel 2016 ci siamo trovati di fronte alla sfida più grande e difficile della nostra esperienza amministrativa: garantire la sicurezza della scuola del paese. Una prova che ha messo alla luce il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di resistere alle critiche, cercando soluzioni in un momento di grande emergenza.
Il 24 agosto 2016 - ricorda il Primo Cittadino - il terremoto che devastò Amatrice e altre zone del Centro Italia scosse profondamente il Paese. Le immagini delle scuole crollate evidenziarono drammaticamente la vulnerabilità strutturale di molti edifici scolastici. Anche a Cerro al Volturno iniziarono a moltiplicarsi le richieste di verifiche sismiche. L'opposizione e la dirigenza scolastica chiesero di verificare la sicurezza dell'edificio scolastico, che fu quindi sottoposto a un'attenta analisi. I risultati non lasciarono dubbi: la scuola presentava gravi criticità strutturali ed era troppo rischioso continuare a utilizzarla.
Ci siamo trovati così davanti a una scelta cruciale e difficile da sostenere: chiudere l'edificio e cercare soluzioni temporanee oppure ignorare il problema, assumendoci una responsabilità che non avremmo mai potuto giustificare in caso di tragedia. Abbiamo deciso di chiudere la scuola. È stata una decisione sofferta ma inevitabile. Sapevamo che avrebbe comportato disagi, proteste e critiche. Chiudere la scuola significava perdere un punto di riferimento per la comunità, ma non potevamo permettere che la vita di bambini, docenti e personale scolastico fosse messa a rischio.
Le reazioni non tardarono ad arrivare. Molti compresero la necessità della scelta, ma altri preferirono sfruttare l'emergenza per attacchi politici. Siamo stati accusati di voler distruggere il paese, di non saper gestire la situazione. È stato un momento amaro: invece di unirci come comunità per affrontare il problema, una parte si è divisa, dando priorità alla polemica anziché alla soluzione.
Li definimmo gli "SCIACALLI DELLE TRAGEDIE".
Nonostante le difficoltà, - continua ancora - ci siamo subito messi al lavoro. Per non perdere il plesso scolastico serviva un luogo temporaneo per ospitare gli alunni e, allo stesso tempo, bisognava trovare i fondi per demolire e ricostruire la scuola. Abbiamo avviato tutta la procedura amministrativa per individuare una struttura idonea che potesse ospitare le nove classi presenti nel paese. Dopo la pubblicazione di un avviso pubblico, al quale risposero due strutture, siamo riusciti a trovare quella più adatta. Contemporaneamente siamo riusciti a ottenere un finanziamento pubblico per la costruzione di un nuovo edificio scolastico.
Durante la ricerca di documenti tecnici sulla scuola è emersa una SCOPERTA SCONCERTANTE: già nel 2005 ERANO STATE EFFETTUATE VERIFICHE SISMICHE che avevano evidenziato la vulnerabilità dell'edificio, DICHIARANDOLO NON IDONEO A SOPPORTARE UN EVENTO SISMICO.
Quella verifica, così importante, era stata ignorata e nascosta: un silenzio colpevole che avrebbe potuto avere conseguenze tragiche.
Sapere che i rischi erano noti da anni e che nessuno era intervenuto ci ha riempiti di rabbia, soprattutto perché viene da chiedersi quanti, tra coloro che hanno criticato la nostra scelta di chiudere la scuola, fossero davvero all'oscuro della verifica del 2005.
Com'è possibile che chi allora avrebbe dovuto garantire la sicurezza dei cittadini abbia preferito tacere? E come possono proprio quei responsabili, oggi, essere tra i più accaniti critici della nostra amministrazione?
Ancora più amaro è stato vedere come, nel corso degli anni, molti abbiano sperato che la scuola non si realizzasse. Alcuni hanno persino gioito delle difficoltà e dei ritardi imposti da una burocrazia lenta e soffocante. Ma ora, ancora una volta, dovranno fare i conti con la determinazione e la perseveranza di chi lavora incessantemente per il bene della propria comunità.
In questi anni non sono mancati post ironici sui social, battute velenose sull'andamento dei lavori e sull'appalto. Molti hanno espresso perplessità sulla necessità di avere una scuola sicura e all'avanguardia, ma tanti di loro rimasero muti, o forse complici, nel 2005, quando la scuola fu dichiarata non idonea eppure continuarono a mandare i propri figli o nipoti in quell'edificio per pura convenienza o tornaconto personale.
Vedere oggi la scuola prendere finalmente forma, nonostante tutto, ci riempie di orgoglio. Non solo per il risultato raggiunto, ma perché dimostra senza alcun dubbio chi ha davvero a cuore le sorti del nostro amato paese. PERCHÉ CI SONO PERSONE CHE GIOISCONO DELLE DIFFICOLTÀ ALTRUI, ANCHE QUANDO QUESTE DIFFICOLTÀ DANNEGGIANO L'INTERA COMUNITÀ.
Oggi la nuova scuola è in costruzione. Sarà un edificio sicuro, moderno e accogliente, un luogo dove i bambini potranno crescere e imparare in serenità. Potrà inoltre usufruire dell'adiacente centro sportivo, per permettere agli alunni di sviluppare non solo la mente, ma anche il corpo.

Questa esperienza ci ha insegnato che amministrare non significa accontentare tutti, ma assumersi la responsabilità di scegliere ciò che è giusto, anche quando è difficile. Abbiamo camminato controvento, tra critiche, ostacoli e insinuazioni, ma non ci siamo mai fermati.
PERCHÉ CHI AMMINISTRA CON COSCIENZA NON RINCORRE IL CONSENSO: COSTRUISCE FUTURO.
La vicenda della scuola di Cerro al Volturno - conclude Di Ianni- rimarrà per sempre nei nostri cuori. È una storia di scelte dolorose ma necessarie, di ostacoli superati con tenacia, di verità emerse e taciute troppo a lungo. Ma soprattutto è la testimonianza viva di un amore profondo per la nostra comunità e per i suoi bambini, che meritano il meglio.
SPERIAMO CHE QUESTA ESPERIENZA RESTI COME MONITO: DAVANTI ALLE DIFFICOLTÀ, UNA COMUNITÀ MATURA NON SI DIVIDE, MA SI STRINGE E GUARDA AVANTI. PERCHÉ SOLO INSIEME SI PUÒ COSTRUIRE UN DOMANI PIÙ GIUSTO, PIÙ SICURO E PIÙ DEGNO DI ESSERE CHIAMATO FUTURO".

