La testimonianza. Al largo delle coste molisane un “mare” di professionalità

26.08.2021

di Felice Mancinelli

Ho partecipato lunedì scorso, insieme al direttore di questo giornale, alla visita del complesso petrolifero offshore installato al largo delle coste molisane. Quando il Presidente dell'Ordine dei giornalisti del Molise Enzo Cimino mi ha proposto di prendere parte a questa insolita iniziativa ho aderito immediatamente, spinto da una curiosità che covava da tempo dentro di me. Infatti ogni volta che andavo al mare vedevo di sera quei punti luminosi ed immobili sul filo dell'orizzonte e mi chiedevo che cosa facessero lì, quale mondo tecnologico era sorto e si era quasi nascosto tanto lontano dalla terraferma. Soprattutto perché? Mistero e curiosità mi hanno spinto così a visitare questo avamposto, anche per cercare di capire se e quanto possa essere pericolosa l'attività di estrazione del petrolio dal fondo del mare, memore anche - non lo nego - del ricordo della piattaforma che era bruciata nel mare del Messico, provocando una catastrofe ecologica.

Se dovessi fare un bilancio sintetico di questo giorno indimenticabile, userei semplicemente due parole: professionalità ed attenzione all'ambiente. Gli ingegneri ed i dirigenti che ci hanno accompagnato hanno fatto anzitutto capire che "coltivare un giacimento" (si arrabbiano, e giustamente, quando si parla di "trivellare") è lo scopo del loro lavoro, ma è anche una questione di etica, perché, al pari di tutti i cittadini, anche essi hanno a cuore la tutela dell'ecosistema. Ce lo hanno poi abbondantemente dimostrato, perché gran parte delle loro lezioni sottolineavano soprattutto le condizioni di sicurezza e garanzia in cui si svolge sempre questa attività altamente tecnologica e coordinata, che richiede attrezzature sempre più sofisticate ed aggiornate e procedure al passo con i tempi.

La domanda più antipatica gliel'ho fatta probabilmente io, perché quando ci illustravano dettagliatamente i dispositivi di sicurezza che impediscono ad un qualunque guasto di diventare un problema, ho chiesto se si era mai verificata una situazione critica capace di creare danni alle strutture e soprattutto all'ambiente: con gentilezza e decisione mi hanno risposto che mai si era verificata una situazione del genere (le piattaforme sono in funzione dal 1982, quasi quarant'anni!).

Una cosa che mi ha assolutamente sorpreso è la passione ed anche l'età di chi lavora nel "Campo Rospo": accanto a persone con un'esperienza lunga e solida (il comandante della nave deposito ha comandato petroliere per quarant'anni), ci sono ingegneri e tecnici concentrati su un lavoro che è totalmente impegnativo (per caricare il petrolio stivato nella nave su un'altra petroliera occorre una procedura che dura giorni ed un controllo operativo ed amministrativo meticoloso in tutte le sue fasi). Devo confessare che se prima avevo dubbi - legati anche ad un certo assorbimento acritico di luoghi comuni quando si parla di inquinamento - questa esperienza mi è servita per capire soprattutto che ogni giudizio deve essere espresso dopo aver conosciuto la realtà di cui si vuole parlare. Oggi spesso si parla a sproposito!

Lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi in mare è un'attività che va fatta bene, né più né meno di tante altre attività umane che interessano l'indispensabile sfruttamento delle risorse naturali. Se tutte queste attività venissero fatte nel rispetto delle regole in ogni parte del mondo e se la ricerca del profitto non facesse ogni tanto abbassare la guardia sulla sicurezza e quindi sulla tutela complessiva dell'ambiente, vivremmo in un mondo dove non dovremmo avere preoccupazioni serie per il futuro del nostro pianeta e di tutti noi.

Quello che ho visto sulla nave e sulle piattaforme ancorate al largo della costa molisana mi ha, nel caso specifico, tranquillizzato e sorpreso. Ho visto gente che, come me, crede nella necessità di seguire le regole, ho conosciuto persone che svolgono con responsabilità e professionalità il loro lavoro, consapevoli di essere parte di questo grande mondo che dobbiamo custodire e proteggere. Ho sentito in me una fiducia più forte, perché ho visto che esistono uomini che conoscono la scienza e la tecnica e le usano per creare ricchezza comune e migliorare la vita di questa società.

©Produzione riservata

Unisciti al nostro canale Telegram, resta in contatto con noi, clicca qui