La Vergogna nelle parole insensate di Incoronata Boccia

15.10.2025

Valutazioni non solo discutibili ma addirittura vergognose quelle della Direttrice dell'Ufficio Stampa della RAI

di Paolo Scarabeo

Ci sono momenti in cui il silenzio sarebbe la scelta più dignitosa, soprattutto quando si rappresenta un'istituzione pubblica come la RAI. Le parole pronunciate da Incoronata Boccia, direttrice dell'ufficio stampa dell'azienda di Stato, non solo offendono la verità, ma umiliano il ruolo stesso del servizio pubblico radiotelevisivo, che dovrebbe garantire equilibrio, rispetto dei fatti e sensibilità nei confronti delle vittime di ogni conflitto.

Affermare, con tono assertivo e sprezzante, che "non esiste una sola prova che l'esercito israeliano abbia sventagliato mitragliate contro civili inermi" e che "questo è stato detto senza verifica delle fonti" significa ignorare — o peggio, negare — le decine di inchieste indipendenti, i report di organizzazioni internazionali per i diritti umani e le testimonianze dirette di reporter sul campo. È una dichiarazione che, nella sua superficialità, rasenta la disinformazione deliberata.

La RAI non può permettersi che chi ne dirige la comunicazione utilizzi il proprio ruolo per diffondere messaggi faziosi, privi di fondamento e carichi di retorica propagandistica. Si tratta di un abuso istituzionale, di un uso distorto del potere mediatico che alimenta teorie complottiste e discredita il lavoro di chi, ogni giorno, rischia la vita per raccontare la verità dai fronti di guerra.

L'ignoranza di queste parole non è solo personale: è politica, culturale, morale. È la manifestazione di una pericolosa deriva che confonde il servizio pubblico con un megafono di parte, che scambia l'informazione con la propaganda.

Di fronte alle immagini di civili colpiti, ai bambini feriti, ai giornalisti assassinati, pronunciare frasi come quelle di Boccia è un insulto alla realtà, un oltraggio alla pietà umana, un atto di disprezzo verso chi soffre.

La RAI ha il dovere di prendere le distanze da queste dichiarazioni e di ricordare che il compito di un'azienda pubblica non è difendere tesi politiche, ma difendere la verità, anche quando è scomoda.

Perché se la menzogna diventa voce ufficiale, allora il servizio pubblico smette di essere un bene comune e diventa solo un'eco di potere.

Incoronata Boccia dovrebbe chiedere scusa. Non una, ma tre volte - come le sue stesse parole di "vergogna" - per aver tradito l'etica dell'informazione, la responsabilità del ruolo e, soprattutto, il rispetto dovuto alla verità.

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