L'albero di Natale è cristiano!

21.12.2023

Papa Francesco: "L'albero di Natale allora evoca la rinascita, il dono di Dio che si unisce all'uomo per sempre, che ci regala la sua vita. Le luci dell'abete richiamano quella di Gesù, la luce dell'amore che continua a risplendere nelle notti del mondo".

L'usanza d'avere e di decorare un albero durante l'Avvento in preparazione alle feste di Natale, è entrata largamente nelle case cristiane. Ogni anno in questo periodo diventa un momento di tenerezza nelle nostre famiglie allestire l'albero con luci e colori, palline e festoni. Lo troviamo nelle chiese, nelle strade, nei Negozi ed anche sui giornali, senza però, uno speciale riferimento cristiano. Sembra che l'albero si presenti come alternativa al presepe di tradizione latina o, come alcuni dicono, come simbolo delle feste invernali e del nuovo anno. Addirittura qualcuno, anche tra gli addetti ai lavori, lo ritiene un simbolo pagano.

Invece pochi segni, sono tanto antichi e così specificatamente cristiani come l'albero di Natale, visto che il suo obiettivo è stato sempre quello di ricordare ai fedeli che Cristo, nato per noi in Betlemme di Giudea, è il vero Albero della vita (Ap 2,7), l'Albero dal quale l'uomo fu separato a causa del peccato di Adamo (Gn 2,9). Il significato specificatamente religioso dell'albero è legato all'evangelizzazione del nord Europa. S. Bonifacio, apostolo della Germania, nell'intenso lavoro missionario realizzato ad Hessen, osò abbattere, nell'anno 724, la famosa quercia di Geismer dedicata al dio Donar e venerata con onori divini. Tagliatala, il santo vescovo, fece costruire con quel legno una cappella in onore di S. Pietro e, al suo posto, piantò un abete in onore di Gesù Cristo. Questo episodio, apparentemente insignificante, mise a punto un "colpo" decisivo contro il paganesimo della regione. Da quel momento il cristianesimo si andò inculturando e le antiche usanze continuarono, avendo però nuovi significati. La decorazione di un albero con luci, si inserì nei riti di rigenerazione della luce quando, passato il solstizio, i giorni si ricominciavano ad allungare. Queste pratiche dell'albero della luce erano proprie dell'ambiente scandinavo e tedesco e si inserirono nelle credenze di quei popoli, i quali pensavano che le piante sempreverdi avevano il potere di scongiurare gli spiriti cattivi che agivano soprattutto nelle oscure giornate invernali.

Di contro, i cristiani credevano in Dio, in Colui che brilla nelle tenebre e che viene riconosciuto dal popolo per mezzo dello splendore della sua luce. L'albero di Natale ci ricorda altri due alberi: quello del Paradiso e quello della Croce. Il Paradiso è il luogo originario dove Dio colloca l'uomo. Giardino ricco di tutte le specie di alberi, piantati ad Oriente (Gn 2,8), lo stesso è dire di Cristo, perché Egli stesso è chiamato Oriente (Zc 3,8; 6,12 testo greco; Lc 1,78). Quando il Signore ritornerà, verrà da Oriente (Mt 4,27a), riflesso della luce eterna (Sap 7,26), brillando fino ad Occidente (Mt 24,27b). L'albero sarà il ricordo continuo della nostra autentica patria - il Paradiso - e sarà tempo in cui desiderio e aspirazione ci faranno crescere nella speranza.

L'albero della vita del Paradiso è la Saggezza (Prov 3,18), e questa saggezza di Dio è Cristo crocifisso sull'albero della Croce (1Cor 1,23s). L'albero, origine della colpa che gettò il mondo nelle tenebre, è divenuto per la morte di Cristo la sorgente della luce vera che illumina tutti gli uomini (Gv 1,9). L'albero della Croce è il simbolo pasquale che ci rievoca la gloriosa vittoria del leone della tribù di Giuda (Ap 5,5); addobbare l'albero a Natale, è espressione della fede nel compimento delle promesse in Cristo: "si rallegrano gli alberi della foresta di fronte al Signore che viene" (Sal 95,12-13). Cedri, pini e cipressi, sono per il profeta alberi paradisiaci.

L'albero sempre-verde richiama ancora di più la presenza di Dio stesso: "Sono come cipressi sempre verdi" (Os 14,9). Sono segni eterni di gioia e di pace (Is 55,12s) che portano in sé la confessione della fede: il peccato di Adamo è stato distrutto per l'Incarnazione di Cristo che si è caricato del peccato dando a noi la vita. Questo è il significato teologico del linguaggio popolare che adorna l'albero di mele e palline rosse che simboleggiano il peccato, o il porre forme di pane che simboleggiano le ostie. La "mela" della discordia pone l'uomo di fronte alla morte, l'ostia della pace ridona la vita. Queste ostie sospese sui rami dell'albero hanno dato origine ai marzapane e agli altri dolci natalizi.

In differenti luoghi, intorno all'albero, sono nate diverse rappresentazioni di teatro sacro. I personaggi che intervenivano rimanevano attaccati ai rami dell'albero come figure: coro degli angeli, serpenti o draghi, e soprattutto le candele utilizzate per esprimere la luce che brilla nelle tenebre (Gv 1,5) e che è servita per ricordare il Sole che nasce nell'alto (Lc 1,79).

La pubblicazione nel Rituale delle Benedizioni Liturgiche (nelle edizioni Spagnola, Canadese e Statunitense) del Rito della Benedizione dell'albero di Natale, permette di vederlo come un sacramentale. È un modo di benedire il Signore, riconoscendo nell'albero della Croce un prolungamento di quello del Paradiso, formando così l'asse unico del mondo, "nessuna foresta ne produce uno uguale". Un'immagine del Bambino Gesù o un'icona della Natività posti al di sotto, contribuiranno a far risaltare il carattere religioso di questo simbolo ecologico della Natività.

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