"Lasciate che i bambini vengano a me"

03.04.2021

Una Via Crucis del Venerdì Santo quella guidata da papa Francesco quest'anno da sapore diverso. Protagonisti ne sono stati i più piccoli. I testi e i disegni a commento delle 14 Stazioni, che hanno accompagnato Francesco durante il rito sul sagrato della Basilica di San Pietro, sono stati realizzati da loro: bambini e bambine, ragazzi e ragazze della parrocchia romana dei Santi Martiri dell'Uganda, del gruppo scout Agesci "Foligno I" e di due case famiglia di
Roma.

Nella loro semplicità e concretezza le meditazioni scritte da bambini e ragazzi per la Via Crucis presieduta da papa Francesco di quest'anno hanno il potere di toccare profondamente il cuore, di commuovere e di far pensare, di desiderare un mondo più giusto e felice per tutti, di chiamare in causa, di convertire.

Le sofferenze dei piccoli spesso vengono sottovalutate. Nell'introduzione al libretto (pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana) i bambini, rivolgendosi a Gesù, lo sottolineano:

"Caro Gesù, Tu sai che anche noi bambini abbiamo delle croci, che non sono né più leggere né più pesanti di quelle dei grandi, ma sono delle vere e proprie croci, che sentiamo pesanti anche di notte. E solo Tu lo sai e le prendi sul serio. Solo Tu". Le croci sono la paura del buio, della solitudine e dell'abbandono, anche a causa della pandemia, l'esperienza dei propri limiti, delle prese in giro da parte degli altri, il sentirsi più poveri rispetto ai coetanei, il dispiacere per i litigi in famiglia di mamma e papà. Ma ci sono bambini nel mondo che soffrono anche perché "non hanno da mangiare, non hanno istruzione, sono sfruttati e costretti a fare la guerra". Tu, Gesù, ci sei sempre vicino e non ci abbandoni mai, concludono i bambini, "aiutaci ogni giorno a portare le nostre croci come Tu hai portato la tua".

Torna alla memoria quel giorno in cui Gesù disse: «Lasciate che i bambini vengano a me».

«Insegnami a essere gentile con gli altri». «Fammi aiutare chi ha bisogno». «Permettimi di fare la brava». «Può essere perdonato un mafioso che uccide un bambino?». E alla fine alcuni di loro, i più piccoli, si stringono attorno al Pontefice che come un nonno affettuoso si china ad abbracciarli.

Come già lo scorso anno, Francesco sceglie di restare in silenzio. Ma parla con queste carezze che valgono come un discorso per «tutti i crocifissi del mondo». E in pratica dice che i bambini partecipano alla sofferenza del Crocifisso con le loro stesse sofferenze: il Covid che ha portato via un nonno, il bullismo, le paure, le persecuzioni che «non sono una cosa di 2000 anni fa». Ma già nell'ora più buia, essi annunciano con semplicità la luce della risurrezione. Al Cristo sofferente, infatti, si accostano con la fiducia di chi si affida a un Padre, a un Fratello maggiore. Proprio come, con tenerezza, hanno fatto con lui.

«Vorrei la forza di Gesù per andare sempre avanti», si legge ad esempio in calce a una delle illustrazioni riportate nel libretto. Può essere davvero l'invocazione dell'intera umanità prostrata dal Covid, che anche quest'anno non manca di riverberare i suoi effetti sulla Settimana Santa. Quando alle 21, Francesco comincia a presiedere la Via Crucis del Venerdì Santo gli occhi del mondo si concentrano sul Vescovo di Roma e sui suoi piccoli amici.

Affidando a dei bambini le meditazioni della Via Crucis, papa Francesco ci invita a guardare alle sofferenze dell'umanità - specie in questo tempo segnato dalla pandemia - attraverso gli occhi dei più piccoli.

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