Le dieci regole per il controllo sociale di Noam Chomsky

01.06.2021

di Giammarco Rossi

Il nostro quotidiano è scandito, oltre che dalla futilità dei momenti, anche da armi di distrazioni di massa: i media. Di qualunque natura siano hanno come obiettivo comune quello di intrattenere, si chiami poi questa finalità nei modi più svariati: informare, aggiornare sui fatti, educare etc. la solfa non cambia, i media sono delle imprese e come tutte le imprese vendono un prodotto sul mercato. Il mercato in questione è la pubblicità, il prodotto venduto è il pubblico, l'audience.

Il sistema dottrinale produce propaganda di comune accordo con le istituzioni statali, le grandi imprese, il mondo culturale e scolastico. Una propaganda precisa e minuziosa che mira a colpire un determinato bersaglio diviso in due parti: la classe politica, ovvero gruppo ristretto di individui colti ed istruiti che spesso hanno il compito di gestire le sorti di uno stato; la seconda è quella composta da quelli che Walter Lippmann chiama semplici spettatori, ovvero la maggior parte degli individui, il gregge smarrito, da viziare e coccolare. Da loro ci si aspetta che obbediscano e che ricevano il giusto indottrinamento, come premio i media offrono loro film, serie tv, eventi sportivi unici, grandi show etc., distrazioni insomma. Il linguista e filosofo Noam Chomsky ha riassunto tutto il ruolo dei media e del loro rapporto con il potere in dieci punti essenziali. Sono le dieci regole per il controllo sociale, una spiegazione semplice e mirata in modo da capire perfettamente come i media controllano la nostra vita per riflesso condizionato.

La strategia della distrazione.

Sviare l'attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerlo occupato, al punto da renderlo del tutto indifferente ai cambiamenti attuati dalle élite politiche ed economiche.

Creare il problema e poi offrire la soluzione.

Chomsky utilizza un esempio che richiama i nostri tempi: lasciare che dilaghi la violenza urbana o il terrorismo, in modo da spinger il cittadino a chiedere una legge sulla sicurezza e politiche a discapito della libertà.

La strategia della gradualità.

I cambiamenti drastici sono sempre mal visti, se fatti a piccole dosi avranno lo stesso effetto senza creare crisi sociali.

La strategia del differire.

Presentare una decisione come dolorosa, come un sacrificio inevitabile guadagnando il consenso della gente per un'azione futura. La gente tende a creder che con il tempo la situazione possa cambiare e quindi accetta il sacrificio futuro perché lontano dal presente.

Rivolgersi alla gente come a dei bambini.

Le pubblicità trattano gli individui come bambini, perché se si utilizza un linguaggio basso e molto popolare anche la risposta sarà così: priva di senso critico e banale.

Usare l'aspetto emozionale molto più della riflessione.

Si sfrutta l'emotività della gente per mandare in corto circuito il loro senso critico.

Mantenere la gente nell'ignoranza e nella mediocrità.

La qualità dell'istruzioni data alle classi sociali inferiori deve essere più bassa per mantenere un certo dislivello con le classi più alte difficilmente colmabile.

Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità.

Far credere al pubblico che sia di moda essere rozzi, stupidi, volgari ed ignoranti.

Rafforzare il senso di colpa.

Far credere all'individuo che il responsabile di tutto sia proprio lui. Invece di ribellarsi quest'ultimo si sentirà in colpa e in uno stato di repressione verso l'azione.

Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca.

Con i passi avanti delle scienze il sistema conosce l'individuo molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Il sistema così esercita un ampio controllo e maggior potere sulla gente.

Con questi dieci punti, Chomsky apre le porte verso il mondo della consapevolezza, dove umanità e moralità dovrebbero marciare all'unisono per il bene della collettività al servizio del singolo. Ci invita a non finire come la sua rana bollita, a compiere un grande salto per uscire dal pentolone d'acqua bollente prima che sia troppo tardi. I media, di comune accordo con il potere, gestiscono la nostra vita e influenzano le nostre scelte, soprattutto nella politica: l'unico modo per sopravvivere è mantenere un certo distacco e avere sempre la ragione attiva contro la passività delle distrazioni, affinché patetiche influenze non contamino irrimediabilmente il nostro pensiero.

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