Leggere Dante fra bagliori ed echi

09.08.2021

Nel borgo di Alvito, in piena Valle di Comino, un appuntamento di grande suggestione. 

di Rocco Zani

La Valle di Comino è un crinale ossuto che riconquista il tempo - la Storia - ad ogni rifiato. Dai ripari che furono dei Sanniti alle strade di pietra, genere e specie della romanità famelica. Minuscole cittadelle edificate sulle sommità quando il territorio non aveva perimetri politici e che oggi sono retta dorsale tra il Latium e le terre d'Abruzzo. Un circuito di saliscendi e ricami, o una minuta costellazione in terra. Soprattutto di notte quando questi borghi si fanno alveari di luci lievi e di silenzio. Di alibi. I loro nomi? Sono aliti di brume e di venti che si rincorrono nel declino degli imbuti a valle, per risalire come nenie astrali in cima alle torri o a ciò che resta di esse.

Così è Alvito, modellata per curve che mordono la collina e celano, discrete, il cuore alto della fortezza. La "Lettura dantesca" voluta da Maria Rosaria di Fazio e da Vincenzo D'Alfonso non è un'occasione a margine. Non nasce dalla volontà di restituire al borgo un tempo di partecipazione da consumare per libero arbitrio. Qui la cultura è braciere operoso. Grazie a Maria Rosaria di Fazio, a Vincenzo D'Alfonso, a Maria Carmen di Poce, ad Ivano Capocciama, alla Filodrammatica "Gabriele D'Annunzio", alle associazioni prolificate come resistenza, alle genti ( alla loro taumaturgica curiosità) della valle.

Un'estate, quella che si concede al borgo, fitta di timbri e di pronunce che si fanno bagliori, echi, indizi. In un reticolo imprevedibile di percezioni, di stupori, di ragionamenti mai consueti. I piccoli e i grandi "rinascimenti" (così credo) hanno bisogno di protagonisti, mai di protagonismi. In questo angolo prezioso di mondo la cultura, l'arte, la memoria dell'appartenenza sono banchetto lieto. Per loro e per noi. E allora la "Lettura dantesca" ci accompagnerà come suono, o come voce delle stelle.

Alvito (Fr)- Lettura dantesca- 13 agosto ore 21.30 - a cura di Maria Rosaria di Fazio e Vincenzo D'Alfonso

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