L'elogio della mediocrità

11.02.2025

di Lorenza Mapelli 

In questi giorni, - ma in realtà negli ultimi anni in cui il fenomeno è esploso - se n'è parlato tantissimo anche troppo, chi sono dunque questi "influencer"?

Si tratta di persone, "influenti" capaci di condizionare gli altri nelle abitudini, nel modo di vestire, di parlare, nei prodotti da acquistare nella scelta dei ristoranti dove mangiare o dei luoghi dove andare in vacanza. Hanno un forte ascendente sui loro followers.

Ma chi sono realmente questi influencer e come è nato questo fenomeno?

Diciamocelo chiaramente, gli influencer piacciono perché sono mediocri, non hanno né arte e né parte, sfruttano il mondo virtuale, ideato con il nobile obiettivo di semplificarci la vita, per creare banali contenuti e cimentarsi in attività che nemmeno lontanamente, nella vita reale avrebbero potuto fare.

Questa sarà l'epoca che passerà alla storia come quella de "l'elogio della mediocrità".

La maggior parte di loro ha avuto un successo esagerato, passando dall'anonimato alla ribalta con un semplice click. Sono detti "influencer" perché chiamarli "famosi senza saper nulla fare" pareva brutto.

Si elevano su di un piedistallo di sabbia che permette loro di credere di aver un ruolo fondamentale in questa società. Il loro pubblico si muove in massa a un loro semplice cenno. Questi personaggi non hanno pensieri sulla politica, non hanno un giudizio critico su nulla, sono dispensatori di illusioni.

Diventano tutti modelli, tutti attori, tutti presentatori, tutti intrattenitori. Tutti bravi dietro un copione, ma poi vuoti nell'essere: c'è chi non ha mai letto un libro, chi non ha studiato e non si interessa di colmare le proprie lacune, chi nell'ignoranza dilagante nuota a stile libero sapendo di essere in gara con decine, centinaia di esseri come lui.

Nell'era dell'elogio della mediocrità non c'è spazio per chi ha studiato, per chi si informa, per chi pensa prima di parlare non c'è spazio per il buon senso insomma. La mediocrità dilagante è pericolosissima perché è diventata la nuova eccellenza.

Ma la mediocrità non è solo un difetto individuale, è una tendenza dell'universo, che va combattuta incessantemente senza mai abbassare la guardia. Per un futuro credibile della nostra civiltà questa sembra l'unica prospettiva possibile e la sfida culturale da vincere.

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