Lotto Zero. Mons. Cibotti: "Riconvertire le risorse per finalità utili al territorio e all’occupazione locale"

05.12.2021

"Ci sarebbe un enorme spreco di denaro pubblico se venissero impiegati 174 milioni di euro per collegare, per soli 5 chilometri, territori già provvisti di viabilità"

Era nell'aria un intervento del Vescovo di Isernia-Venafro Mons. Camillo Cibotti, inerente l'appalto e progettazione del cosiddetto "Lotto Zero" S.S. 17, lo avevano annunciato gli organizzatori del movimento che da anni protesta contro la realizzazione della infrastruttura di collegamento prevista tra i Comuni di Pesche e Miranda, ed è arrivato, "dopo attenta riflessione e innumerevoli confronti", con una Lettera aperta rivolta ai Sindaci di Isernia, Pesche e Miranda, al Presidente della Regione Molise, al Questore di Isernia, al Prefetto di Isernia e all'onorevole Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità.

Con parole rispettose ma ferme e decise, il Vescovo ha voluto denunciare il rischio che l'opera porta con sé"Quest'opera - scrive il Vescovo - rischia di rappresentare un danno, sotto il profilo della inopportunità politica, sociale, ambientale ed erariale: ci sarebbe un enorme spreco di denaro pubblico se venissero impiegati 174 milioni di euro per collegare, per soli 5 Km, territori già provvisti di viabilità. Ci sarebbe un enorme consumo del suolo, del verde e degli alberi, con una conseguente cementificazione selvaggia della zona, se si includono viadotti e gallerie".

Nel testo, più volte si fa esplicito il riferimento alla Enciclica Laudato Si' di Papa Francesco - e non poteva essere diversamente - "Quando compaiono eventuali rischi per l'ambiente che interessano il bene comune presente e futuro, questa situazione richiede «che le decisioni siano basate su un confronto tra rischi e benefici ipotizzabili per ogni possibile scelta alternativa».

"Siamo di fronte - continua il Vescovo - ad una scelta politica: è indispensabile valutare l'utilità pubblica dell'opera, soppesandola con la sua dannosità, sotto il profilo ambientale e paesaggistico, valutando attentamente parametri quali consumo del suolo, del verde, degli alberi e interferenza con le sorgenti di San Martino. Inoltre, non si può valutare adeguatamente la situazione, se non la si considera anche sotto il profilo erariale: ad oggi la spesa si attesta sui 4 milioni di euro per la sola progettazione cui vanno sommati circa 170 milioni di euro per la realizzazione dell'opera, il tutto al fine di collegare un tratto di soli 5 Km tra il bivio di Pesche e quello di Miranda, con sette-otto viadotti e due gallerie. Se volessimo scendere nel dettaglio, correndo il rischio di un calcolo fin troppo semplicistico, questo vorrebbe dire che siamo dinanzi a un costo che si attesta sui 34,8 milioni di euro a Km".

Continua poi il riferimento alla Laudato Si': "In ogni discussione riguardante un'iniziativa imprenditoriale si dovrebbe porre una serie di domande, per poter discernere se porterà ad un vero sviluppo integrale: Per quale scopo? Per quale motivo? Dove? Quando? In che modo? A chi è diretto? Quali sono i rischi? A quale costo? Chi paga le spese e come lo farà? In questo esame ci sono questioni che devono avere la priorità. Per esempio, sappiamo che l'acqua è una risorsa scarsa e indispensabile, inoltre è un diritto fondamentale che condiziona l'esercizio di altri diritti umani. Questo è indubitabile e supera ogni analisi di impatto ambientale di una regione"(LS 185). 

Cosa fare, allora? si chiede poi Mons. Cibotti: "Vista la situazione e sottolineate le evidenti anomalie del percorso progettuale, la proposta alternativa auspicabile potrebbe essere quella di riconvertire le risorse finanziarie assegnate e prevedere un possibile riutilizzo, per migliorare la viabilità già esistente, coinvolgendo l'opinione pubblica in una seria alternativa che soddisfi e valorizzi veramente il territorio".  

"A mio parere, - afferma, passando così ad una proposta concreta - è necessario riconvertire le risorse per finalità utili al territorio e all'occupazione locale, tenendo conto delle innumerevoli esigenze presenti, incluso lo stesso settore infrastrutturale e viario (basti pensare all'urgenza creatasi nel Comune di Castelpizzuto, in provincia di Isernia, per la frana della strada principale di accesso al paese, che ha lasciato tutta la popolazione isolata con grande disagio a livello pubblico e lavorativo)".

Perciò, a voi, governanti e responsabili della cosa pubblica, rivolgo l'accorato invito - conclude - a provare a ripensare a tale opera, riconvertendo tutte le risorse a fini di utilità e di bene per tutta la Comunità locale

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