Madonna di Cobella. E' botta e risposta tra l'architetto Valente e la Soprintendenza

21.07.2021

Valente: "Ma che ragionamento è questo? La Soprintendenza pubblica senza mia autorizzazione su F.B. una lettera di risposta che è di una gravità unica"

Dopo la protesta, di cui vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi, che l'architetto Valente ha fatto su una delle sue pagine Facebook a proposito del restauro della Madonna di Cobella, nella Cattedrale di Venafro ad opera della Soprintendenza, che ha definito come "un delitto", non si è fatta attendere la risposta della Soprintendenza con una nota ministeriale, a firma della D.ssa Dora Catalano, addirittura resa nota sul profilo facebook della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio del Molise: "Si pubblica la nota di risposta alla lettera e al post dell'architetto Franco Valente, post per altro corredato da foto ampiamente ritoccate e non corrispondenti al vero. Come si evince dalla documentazione fotografica dei lavori, che ricordiamo non sono ultimati, il restauro precedente (la parte più scura del viso) copriva i lineamenti originali del volto della Vergine, ora riportati alla luce", cosa che ha suscitato la reazione dell'Architetto Valente, il quale ha ritenuto "un atto gravissimo" l'aver pubblicato una nota ministeriale riservata su un Social.

Nella nota in buona sostanza, che abbiamo riportato (perché resa pubblica) la Soprintendenza dopo aver ricostruito la storia del dipinto ed evidenziato i problemi che lo hanno riguardato tanto da richiederne un delicato restauro, contesta al Valente l'utilizzo, di "grafici mistificanti, condotti su vecchie immagini del dipinto tramite software di fotoritocco". 

Dura la reazione dell'architetto ancora affidata alla sua pagina facebook:

"MA CHE RAGIONAMENTO E' QUESTO? - ha scritto - Io protesto per il metodo di restauro alla Madonna di Cobella e la Soprintendenza pubblica senza mia autorizzazione su F.B. una lettera di risposta che è di una gravità unica.

Il post ministeriale è apparso per alcuni minuti e poi è stato cancellato. Peraltro i fatti vengono completamente travisati.

La sostanza è questa: La Madonna di Cobella era stata restaurata dal maestro Peppino De Marco negli anni Sessanta su iniziativa della Soprintendenza. Peppino De Marco avendo rinvenuto una Madonna mancante di una parte rilevante del volto, lo ridipinse interamente con una velatura che faceva capire perfettamente quale fosse il suo intervento. .

Ultimamente è stata condotta una cancellazione integrale del volto fatto da De Marco, sicché è venuto fuori un viso mancante di una parte consistente della Madonna. Non ho avuto la possibilità di fotografare il restauro, ma la nota della Soprintendenza evidenzia che il volto della Madonna è pesantemente menomato.

Fatto sta che la Madonna non ha più un volto, ma brandelli di un volto sfigurato. Come ho ripetutamente scritto non ho in nessun modo messo in discussione la professionalità e la bravura delle restauratrici, ma il metodo seguito. .

CHI STABILISCE QUALE METODO SI DEBBA SEGUIRE?

Prima di tutto non è concepibile che si intervenga in sede locale senza un preventivo consulto con l'Autorità Religiosa (come stabilisce precisamente l'art. 9 del Codice dei Beni Culturali) e senza sentire preventivamente i cosiddetti "cultori locali". Poi la Soprintendenza può fare quello che vuole, ma non può ignorare che esiste una categoria di soggetti (Autorità Religiosa e Cultori Locali) che deve essere consultata.

A tale proposito mi permetto di ricordare alla Soprintendenza che con delibera del Comune di Venafro io sono stato nominato Conservatore Onorario del patrimonio Artistico, Architettonico e Culturale di Venafro (Delibera del 10.9.2009, parzialmente modificata con Delibera 23.12.2016).

Ma alla Soprintendenza questo non interessa. Perciò continuerò a protestare.

Io sostengo che le parti scomparse di opere pittoriche debbano essere integrate ragionevolmente purché siano perfettamente riconoscibili le integrazioni. Lasciare un volto sfregiato non rende giustizia alla Madonna di Cobella. 

Tutta la storia del restauro è fatta di integrazioni. La moda delle pezze a colori appartiene a un mondo che non mi piace".

Siamo certi che non finisce qui... cercheremo ad ogni modo di capire le posizioni e rendervene conto.

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