Mimmo Lucano, condannato a 13 anni

30.09.2021

La vicenda riguarda presunti illeciti nella gestione dei migranti. La sentenza condanna Lucano a quasi il doppio degli anni di reclusione chiesti dalla pubblica accusa (7 anni e 11 mesi) 

Mimmo Lucano, l'ex sindaco di Riace fautore di uno dei più discussi modelli di accoglienza dei migranti, è stato condannato a 13 anni e 2 mesi. È l'esito del processo di primo grado scaturito dall'operazione "Xenia" della Procura di Locri. Il collegio presieduto da Fulvio Accurso, riunito in camera di consiglio da lunedì 27 settembre, ha raddoppiato la condanna richiesta dalla pubblica accusa nei confronti di Lucano. Infatti, il pubblico ministero Michele Permunian, al temine di una lunga requisitoria, aveva chiesto per Lucano una condanna di 7 anni e 11 mesi di reclusione. Su 27 indagati erano 3 le richieste di assoluzione formulate dalla Procura.

Ad ottobre 2018 Lucano era stato arrestato dalla Guardia di Finanza e posto ai domiciliari. Contro di lui e altre 26 persone l'accusa della Procura di Locri, guidata da Luigi D'Alessio, di aver messo in piedi un vero e proprio sistema criminale, con al vertice l'ex sindaco, per sfruttare i fondi destinati all'accoglienza per vantaggi personali.

Le accuse contro l'ex sindaco e le persone che hanno lavorato con lui nella gestione dei progetti erano, a vario titolo: associazione a delinquere, abuso d'ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d'asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per presunti illeciti nella gestione del sistema di accoglienza dei migranti.

Gli inquirenti con l'operazione svolta nel 2018, più che confermata dal tribunale in primo grado, hanno totalmente revisionato il lavoro di Lucano nel piccolo borgo della Locride. L'inchiesta Xenia ha, di fatto, smontato il Modello Riace, nonostante l'ex sindaco abbia sempre rimarcato che "Nel Villaggio Globale, anche senza fondi, l'accoglienza non si è mai interrotta".

Gli avvocati difensori di Lucano, Andrea Daqua e Giuliano Pisapia, nel corso dell'ultima udienza hanno fatto riferimento ad "anomalie" nelle indagini, alludendo ad accuse basate su "dati congetturali", oltre che di un vero e proprio "accanimento" contro l'ex primo cittadino.

Nonostante questo ultimo tentativo di difesa da parte dei legali di Lucano, il Tribunale di Locri ha deciso per una sentenza molto dura rivolta all'ex sindaco di Riace.

Accorata la reazione dello stesso ex sindaco: "Ho speso la mia vita per rincorrere ideali, contro le mafie, mi sono schierato dalla parte degli ultimi, ho contribuito al riscatto della mia terra, ma oggi per me finisce tutto. Non so se per i delitti di mafia ci sono sentenze così pesanti".

Innumerevoli le reazioni alla sentenza, con decine e decine di dichiarazioni di simpatia e vicinanza a Mimmo Lucano. Uomini e donne che spendono la propria vita nel sociale non hanno mancato di far sentire la loro voce: "Non saprei nemmeno da che parte iniziare - ha scritto ad esempio Cecilia Strada: la Cassazione di fatto aveva già duramente smontato l'impianto accusatorio; immaginiamo perciò che al terzo grado crollerà tutto. Intanto però Lucano ha ricevuto una condanna pesantissima, sconcertante per tutti quelli che conoscono l'uomo che è, quello che ha fatto, e quello che non ha fatto. Non saprei nemmeno da che parte iniziare, ma so dove finisco: a Mimmo Lucano va il mio abbraccio più grande e tutta la mia solidarietà".

Anche dal CISAV si è levata una sentita voce di vicinanza a Lucano: "13 anni e 2 mesi di detenzione a Mimmo Lucano! - hanno scritto senza giri di parole, i giovani del Centro indipendente studi Alta Valle del Volturno - Un uomo buono che molti di noi hanno avuto la fortuna e il piacere di ascoltare di persona, che ha operato in buona fede sperimentando un sistema di accoglienza divenuto modello encomiabile, oggetto di studio in tutto il mondo. L'accanimento politico e delle procure è davvero inaccettabile! Attaccano chi produce inclusione sociale, chi propone e realizza progetti dal basso per i territori, chi promuove un pensiero alternativo a quello discriminatorio e punitivo ormai dominante e generalizzato. La vicenda, per quanto distante qualche centinaio di chilometri, ci riguarda molto da vicino, come gruppo che opera verso l'abbattimento di ogni forma di disuguaglianza, per chi immagina e propone altre idee di territorio, per chi intende contrastare la marginalizzazione. Il gruppo CISAV esprime tutta la sua solidarietà nei confronti di questo grande uomo, che avremmo di qui a poco invitato nel territorio d'Alta Valle".

Anche dalla nostra testata si leva una riflessione. I temi di Riace sono gli stessi che animano e guidano il lavoro che il nostro Giornale si è prefisso: la solidarietà, la lotta alle discriminazioni, l'accoglienza, i poveri, il territorio e la sua difesa,.. un modo nuovo di guardare e abitare il mondo, gli ultimi, dar loro voce e dignità... il villaggio globale... non saranno mai temi condannabili o appaltabili ad un contesto di odio politico. Siamo certi che la giustizia, quella con la "G" maiuscola non tarderà a ribaltare questa sentenza... che per ora resta una macchia, un sasso d'inciampo in un percorso che toccherà a noi e a tutti coloro che credono nell'amore di rimuovere. Il "modello Riace" non è finito, né le parole di Mimmo Lucano sono cancellate... finché avranno qualcosa da dire anche solo ad una persona. E a vedere e sentire siamo stati in tanti!      

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