Molise, c'erano una volta le donne (a parole)

03.08.2023

Giunta Regionale di soli uomini. Fanelli (PD): "Retaggio medievale e di Discriminazione". Di Burra (Pari Opportunità): "Si tratta di una dimostrazione evidente di come le opportunità non siano pari".

di Paolo Scarabeo

Sta facendo discutere (e giustamente) la scelta del neo Governatore del Molise, Francesco Roberti, di varare una Giunta, completata ieri con l'ingresso di Salvatore Micone e Michele Iorio, tutta al maschile. All'unica donna, Stefania Passarelli, eletta in maggioranza (per altro abbondantemente prima nella sua lista), infatti, è stato preferito Gianluca Cefaratti. 

Duro l'affondo della Consigliera PD Micaela Fanelli che ha parlato di un "retaggio medievale e di discriminazione". "Il Governatore, fuori tempo massimo, ieri pomeriggio ha chiuso la sua Giunta regionale - ha scritto Fanelli - composta da soli uomini, con nomine espressione di un retaggio medievale e di discriminazione. Un esecutivo ancora una volta illegittimo perché in contrasto con gli articoli 122, 3, 51, 117 della Costituzione; con la Legge 165/2004 e soprattutto con l'Articolo 6 dello Statuto Regionale e con la Legge elettorale regionale che punta a favorire l'equilibrio di genere".

(...) "Dinanzi a una mancata rappresentazione di genere in Giunta - ha poi continuato Fanelli - chiediamo a tutti i soggetti che devono esercitare il proprio ruolo, a partire dalla Consigliera di Parità della Regione Molise, di esprimersi e agire dinanzi a questo ennesimo gesto di disprezzo di Roberti, contro il quale faremo ricorso e, insieme a tutte le donne che hanno condotto finora questa lotta di principio e di valore, impugneremo i provvedimenti di nomina".

Sulla stessa linea di pensiero si è espressa, nella mattinata di oggi, Angela Di Burra, Presidente della Commissione Regionale di Parità e delle Pari Opportunità. 

"È notizia nazionale - ha scritto - che la Regione Molise abbia varato una giunta tutta al maschile, in continuità con quanto già avvenuto nelle precedenti legislature. Contemporaneamente, nel piccolo comune di Sessano del Molise, due cittadine ricorrono al TAR perché la giunta Comunale non include donne. Tali eventi si verificano perché lo statuto regionale non prevede l'obbligo della presenza di generi diversi nell'esecutivo e la legge nazionale consente un analogo comportamento in tutti i comuni al di sotto dei 3000 abitanti. Si tratta di una dimostrazione evidente di come le opportunità non siano pari e di come non siano sostenute dalle norme vigenti, che riflettono una società che ancora deve sviluppare la consapevolezza sulla necessità di garantire pari opportunità a partire dalle istituzioni e dagli enti locali. Per tali ragioni esistono le Commissioni Pari opportunità regionali che, in tali casi, andrebbero consultate anche a tutela del rispetto del dettato costituzionale".

E' evidente come il problema sia a monte e sia culturale, e come il tema "donna" sia ancora troppo solo un fatto emozionale e di circostanza. E' vero... la legge non "pone obbligo"... ma è necessario che sia obbligatorio concedere a uomini e donne le stesse opportunità per farlo? E' necessario che in un tempo in cui, in lungo e il largo, continuano a tenersi convegni e manifestazioni per affermare la pari dignità di genere, debba essere la Legge ad imporre la presenza delle donne nelle Istituzioni? Cosa c'è di democratico in tutto questo? Forse, o senza forse, si è persa un'occasione (l'ennesima) per essere coerenti con i bei discorsi di cui riempiamo convegni e comizi!

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