Molise, è tempo di imparare la lezione

14.03.2021

Il Molise in queste settimane sta vivendo un momento di grande frastuono ad extra e ad intra.

Ad extra perché come per incanto tutti in questo momento si ricordano del Molise e dopo la ribalta nazionale di questa estate quando il Molise era tratteggiato come l'Isola felice, immune dal contagio, in cui andare in vacanza... una favoletta bellamente alimentata anche dalle nostre Istituzioni regionali, con la sponsorizzazione di video emozionali, magari fingendo di non sapere che il Molise è invece indietro anni luce quanto a infrastrutture, strade, servizi, collegamenti, turismo, una regione in cui alle infinite bellezze naturali corrispondono, nel migliore dei casi, servizi "alla paesana"... vive ora un nuovo momento di ribalta nazionale in cui il Molise è presentato come la terra dei furbi, dei prepotenti, di quelli per cui "la legge non esiste", e addirittura al Molise vengono riservati spazi nei Tg nazionali, sulla prime pagine dei grandi quotidiani, nei programmi serali di approfondimento, quasi come si fa con le regioni normali...

Ad intra perché da una parte c'è la politica impegnata in una intensa attività di scarica barile, pur di saltare il guado anche stavolta, per cui tutti appassionatamente presi da un tutti contro tutti e dopo "la testa" del Commissario ad acta alla Sanità, Giustini - indagato dalla Procura di Campobasso per una gestione che, al netto di eventuali reati, è stata davvero catastrofica per questa regione - si è a caccia di altri capri espiatori da dare in pasto all'opinione pubblica pur di portare a casa salva la pelle... e nel mirino ci sono proprio tutti: dai vertici Asrem, al Governatore... insomma davvero tutti! Dall'altra parte ci sono invece i molisani, che guarda caso stanno scoprendo solo ora come funzionano le cose in questa regione. Amiamo tutti pavoneggiarci perché amico di questo o di quel potente... fino a quando quel potente non cade in disgrazia e tutti per incanto ci diciamo scandalizzati. Le campagne elettorali in questa regione non sono diverse da quelle dei piccoli comuni, una vera e propria immagine di antidemocrazia... con buste che viaggiano sottobanco, regali, promesse... candidati che vanno a prendere a casa novantenni per farli votare... e di tutto questo nessuno sa niente...mai... ora però tutti gridiamo allo scandalo.

Qualche sera fa una nota trasmissione nazionale ha messo nel mirino la questione relativa alla gestione dei vaccini alla Neuromed di Pozzilli. Dal nostro punto di vista l'errore è a monte, i vaccini dovevano e devono essere gestiti in modo lineare, trasparente e centralizzato senza concedere a nessuno una gestione privata, senza permettere intrerpretazioni di sorta, senza dare la possibilità ad alcuno di decidere che un giornalista che non frequenta neppure il parcheggio del Neuromed, vada vaccinato perché ruota intorno all'indotto della clinica. A partire da quella inchiesta si è scatenata una campagna - a cui non abbiamo partecipato e non parteciperemo - di "ribellione" e di protesta, dai giornali, anche nazionali, ai singoli cittadini, ai vari gruppi Social...

La domanda che ci viene da farci è altra e ci fa comprendere che forse il problema è altrove: davvero nessuno di tutti gli scandalizzati ha mai ricevuto un benché piccolo favore, fosse anche semplicemente un alleggerimento nelle liste di attesa di quella clinica, grazie alla conoscenza diretta o indiretta di chi gestisce la clinica o semplicemente ci lavora? Davvero nessuno si è rivolto mai al politico di turno per ottenere questo o quel favore?

È un doppiopesismo davvero becero. O è vero sempre, per tutti, o non è vero mai. Si chiama coerenza!

È facile poi notare in questi giorni vere e proprie campagne social di denigrazione in alcuni casi o anche di protesta in molti altri. Ci siamo imbattuti, ad esempio, in un lungo post pubblicato in un gruppo di Facebook che propone una raccolta di firme per chiedere la soppressione "di una piccola regione di appena 297.000 abitanti, grande quanto un quartiere di Roma"...

E se invece da tutto questo imparassimo la lezione? Non è certo il numero degli abitanti del Molise il problema, la ricchissima Valle d'Aosta ne conta meno della metà, 125.000 (rilevamento 2019), eppure forse ha tanto da insegnarci: dalle strutture, alla qualità della vita, all'occupazione, al turismo... Al Molise non manca niente per farcela, semplicemente è un fatto culturale che richiede un vero cambiamento, il coraggio di voltare pagina e uscire dalla cultura clientelare che ci tiene ostaggi da troppo tempo per lasciare spazio a quella del merito e dell'impegno sociale.

E se quanto ci sta accadendo fosse l'occasione giusta per aprire una nuova fase, in cui la sanità pubblica, la scuola, il turismo, le infrastrutture, i servizi vengano posti sul tavolo per una ristrutturazione dal profondo di questa regione?

È vero, per questo servono uomini e donne nuovi. Ci sono troppi che da troppo tempo tengono calda una sedia che non hanno saputo giustificare... Ma è vero anche che per questo serve una cultura altra, diversa, innanzitutto nei cittadini, che sono quelli che con una matita possono riscrivere la storia di questa regione... e si fa con la matita...perché nulla è per sempre, neppure le poltrone.

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