Nel verbo 'custodire', tutta la concretezza della vita

19.03.2022

Pensieri brevi di Quaresima - Sabato della Seconda settimana 

- SOLENNITA' DI SAN GIUSEPPE

Letture:  2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Sal 88; Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24a

Il nostro "Pensiero breve di Quaresima" lascia oggi spazio ad pensiero breve su San Giuseppe, nel giorno della sua Solennità e vorrei lasciar parlare oggi il Papa riprendendo alcuni stralci di quella indimenticabile omelia del 19 marzo 2015 per la festa di san Giuseppe. C'è stata una parola che ha usato in lungo e in largo: la parola custodire. Bellissima! Giuseppe ha custodito Maria e Maria ha custodito Gesù. Si dice infatti di maria che custodiva queste cose nel suo cuore. Quindi un passaggio di consegne. Giuseppe custodisce Maria, la donna, se ne prende cura, e Maria custodisce il Mistero nel cuore nell'intimo. Il verbo custodire tratta la concretezza della vita ma anche l'invisibilità del mistero. ma ascoltiamo Papa Francesco.

"Come esercita Giuseppe questa custodia? Con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende.
Come vive Giuseppe la sua vocazione di custode di Maria, di Gesù, della Chiesa? Nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio. E Giuseppe è "custode", perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!"

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