No Turbogas. A Presenzano (CE) nel pomeriggio di ieri la protesta. Grande assente: la politica!
di Paolo Scarabeo
Diciamolo da subito. Se per valutare l'importanza di un messaggio si prende in considerazione il numero dei partecipanti che erano presenti ieri a Presenzano (CE) dinanzi al sito in cui la Edison S.p.A. sta costruendo una centrale Turbogas, dovremmo dire che probabilmente quel messaggio non serve, non attrae, non stimola.
Dobbiamo dire ancora meglio che, se poi la manifestazione la si autorizza praticamente in un anfratto perché "non sono disponibili spazi per il pubblico", allora il compito è ancora più facile.
Ma noi siamo abituati ai piccoli numeri. In soli 12 uomini stravolsero il mondo con una notizia, quindi probabilmente il centinaio di manifestanti presenti a Presenzano hanno qualche speranza in più. Ma fuor di metafora... i presenti ieri rappresentavano diversi comitati di protesta, provenienti da più parti, che non hanno nascosto la difficoltà del momento, la difficoltà di contrapporsi ad un colosso internazionale, la difficoltà data dalla diffidenza di tanti che considerano questo genere di lotte già decise, già scontate e la parola d'ordine, come hanno spiegato Enzo Tosti del movimento "Stop Biocidio" e Francesco De Cunto di "Antica terra di lavoro" durante la nostra diretta (trovate il video sulla pagina FB di QuintaPagina), è stata "insieme"... ovvero il tentativo di costruire un insieme che dia alle singole voci una forza maggiore.
Grande assente è stata certamente la politica, oseremmo dire, alla faccia della transizione ecologica di cui in tanti in queste settimane si stanno riempendo la bocca e che imbratta le pagine di giornali con fiumi di inchiostro. Non si sono visti politici né locali, né regionali... nessuno!
Eppure a Presenzano, un paesino di 1800 anime che già ospita suo malgrado la centrale dell'Enel, sta sorgendo un "mostro ecologico" di enormi dimensioni che violenta un territorio a forte vocazione agricola e si impone nel bel mezzo di ampie piantagioni di nocciole... a poche centinaia di metri in linea d'aria da Sesto Campano (IS) dove di mostro, da decenni ne sorge un altro, il cementificio.
Il progetto di Edison S.p.a. in collaborazione con Ansaldo Energia prevede l'installazione, in quel sito, di una centrale termoelettrica costituita da due moduli a ciclo combinato della potenzialità nominale complessiva di circa 810 MW.
La stima della producibilità energetica riporta una produzione annuale di energia elettrica pari a 6.287 GWh, equivalente a 8.160 ore all'anno, e di un rendimento netto del 60,8% secondo previsioni legate a un'attività continua dell'impianto all'intera potenza nominale. L'impianto sarà provvisto di un sistema catalitico (SCR) per l'abbattimento delle emissioni di NOx (ossidi di azoto).
La Commissione istruttoria per l'IPPC è attualmente impegnata in una procedura di riesame dopo un primo rilascio dell'autorizzazione AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
La realizzazione dell'impianto termoelettrico a turbogas di Presenzano si inserisce all'interno del percorso di transizione energetica così come descritto all'interno del PNIEC, secondo cui, a fronte della dismissione al 2025 delle centrali termoelettriche alimentate a carbone,. si dovrà predisporre la costruzione di nuovi impianti (ed infrastrutture connesse) alimentati a gas fossile, con la funzione di sopperire a tale perdita ed assicurare così la stabilità economica al Paese.
Contestualmente a queste operazioni, è stata predisposta l'introduzione del Capacity Market che, attraverso una remunerazione economica aggiuntiva, mira ad agevolare e rendere più competitive sul mercato le centrali programmabili, ovvero quelle termoelettriche alimentate a gas metano.
Come ampiamente dimostrato attraverso il dossier "La decarbonizzazione in Italia non passa per il gas", pubblicato da Legambiente lo scorso 6 ottobre 2020, per affrontare la transizione energetica non è necessaria nessuna realizzazione di nuove centrali a gas, neanche per rispondere alle esigenze di sicurezza e flessibilità della rete.
Per sopperire alla chiusura delle centrali a carbone prevista per il 2025, invece di nuove centrali a gas, basterebbe portare le attuali ore di funzionamento degli impianti italiani già esistenti da 3200 a 4000.
Tale dato, si scontra con la previsione di Edison di far lavorare la centrale di Presenzano 8160 ore/anno in esercizio continuo che risulterebbe, ad oggi, un unicum nell'esperienza italiana e in forte contraddizione con il dato medio per le centrali a gas.
Inoltre, un esercizio continuo non darebbe la possibilità ad Edison di accedere al Capacity Market che richiede un esercizio discontinuo delle centrali, proprio per rispondere alle esigenze di eventuali necessità della rete.
A queste considerazioni di carattere energetico si aggiungono quelle di carattere climatico, ricordando come sostituire l'uso del carbone con nuove centrali a gas non rappresenti una svolta nella lotta al cambiamento climatico. Anzi, la chiusura delle centrali a carbone e la conseguente riduzione di gas climalteranti rischia di essere vanificata da uno sviluppo di nuove centrali a gas metano, che ha un forzante radiativo (effetto serra) di gran lunga maggiore di quello dell'anidride carbonica (circa 72 volte maggiore nei primi 20 anni dall'emissione).
Per queste ragioni, l'impianto a turbogas di Presenzano risulta ad oggi inutile dal punto di vista energetico e fortemente negativo dal punto di vista climatico.
E quindi si capisce perfettamente che il pomeriggio che quelle persone hanno dedicato per la difesa di un territorio, non è stato la protesta di pochi ma... un'occasione per tutti di tirare fuori la testa dal sacco dell'ozio e chiedere a gran voce i riconoscimento di un diritto...quello alla salute.
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