Nuovo POS varato da Toma. Le osservazioni di Lucio Pastore

10.09.2021
Il Commissario ad acta Donato Toma
Il Commissario ad acta Donato Toma

Il nuovo Commissario ad acta Donato Toma ha varato il Piano operativo sanitario 2019-2021, una operazione compiuta in soli 35 giorni che i suoi predecessori non hanno fatto in circa due anni e che scadrà con questo 2021, per cui si dovrà provvedere ad un nuovo piano per il triennio successivo.  

Da indiscrezioni filtrate pare esserci l'integrazione funzionale tra Neuromed e Cattolica nella rete dell'emergenza urgenza, il recupero della mobilità passiva con l'ausilio dei privati e il potenziamento della medicina territoriale. Ci potrebbe essere anche il riconoscimento di Agnone come ospedale di area particolarmente disagiata, come i comitati locali chiedevano da anni. I dettagli verranno resi noti in una conferenza stampa da programmare la prossima settimana.

La notizia ha destato stupore in tanti, uno tra tutti il Dott. Lucio Pastore, Primario del Pronto Soccorso di Isernia, non nuovo ad iniziative atte ad accendere i riflettori sulle carenze della sanità regionale, che sul suo profilo Facebook ha condiviso alcune riflessioni.

Il Dott. Lucio Pastore
Il Dott. Lucio Pastore

"Ho letto - ha scritto il medico - che Toma ha approvato il nuovo Pos 2019-2021.

Nessuno ne sa niente di questo Pos in quanto le parti sociali, le categorie professionali e gli altri soggetti istituzionali che devono essere consultati, non hanno avuto alcuna comunicazione.

Da un punto di vista procedurale penso che questo agire ne infici la validità.

Del resto il precedente Pos di Frattura fu portato avanti con le stesse modalità tenendo nascosti per molto tempo tanti dati e punti programmatici.

Entrando nel merito, per quanto riportato, sembra che il punto fondamentale sia l'integrazione pubblico-privato, a partire dall'emergenza, alla riduzione della mobilità passiva, alla organizzazione della medicina territoriale.

In pratica, prima si è progressivamente distrutto il servizio pubblico, con scelte politiche che vanno avanti da più di 20 anni, ed ora si dice, dopo aver permesso che il privato si ipertrofizzasse con denaro pubblico, che l'integrazione pubblico privato risolverà i problemi della sanità. Nessuno vuole andare a vedere l'origine ed il perdurare del debito che ci ha ridotti in questo stato.

Vorrei ricordare che ogni privato ha come fine il profitto. Come diceva Gino Strada, in Italia 30 miliardi del fondo sanitario finiscono in profitto e non in servizi. Questa sintesi prospettata nel Pos da Toma, porterà sicuramente a dare profitto ai privati lasciando i costi al pubblico, come normalmente avviene.

Il privato sceglierà, le attività più remunerative, come dimostrato da alcune inchieste anche nella sanità lombarda, e non si faranno le scelte in base ai reali bisogni della popolazione.

Inoltre, si introdurranno progressivamente le assicurazioni integrative i cui premi , aumenteranno progressivamente in rapporto all'età ed alle patologie.

Così, piano piano, senza farsene accorgere, stanno trasformando un sistema pubblico in un sistema privato che lucra sui fondi pubblici. La salute diventa sempre più una merce.

Un'altra riflessione vorrei fare. Anche in questo caso è un organo monocratico, il commissario, che decide il futuro del territorio. Se osserviamo a livello nazionale, sono più di 10 anni di grandi ammucchiate politiche senza contraddittorio reale, che lasciano gli esecutivi liberi nella gestione del potere.

L'ultimo esempio è il golpe costituzionale della scelta di Draghi come presidente del consiglio. Lui decide rispondendo ad altri poteri ed il parlamento gioca in maniera del tutto marginale il suo ruolo.

Assistiamo alla progressiva destrutturazione della democrazia che non serve più in una realtà di cicli economici che non devono distribuire ricchezza ma concentrarla. A quando un cambiamento da questo neoliberismo decadente che da noi si esprime con Toma e le sue politiche disastrose?".

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