OdG Molise. Continua la formazione sul campo: dal "Campo Rospo" oltre i luoghi comuni

24.08.2021

Continua senza sosta l'impegno dell'Ordine dei Giornalisti del Molise, con il Presidente Cimino in prima linea, che ancora una volta al solo approccio teorico ha preferito il coinvolgimento sul campo. Un primo gruppo di Giornalisti (ve ne saranno altri due, costituiti da un rappresentante per testata) si è recato ieri, infatti, per una giornata di studio e di confronto a bordo della FSO Stella Marina del "Campo Rospo" al largo della costa molisana, costituito da tre piattaforme e un galleggiante (appunto la Stella Marina), nato tra il 1982 e il 1988, dove si svolgono attività di estrazione petrolifera. Un giacimento di idrocarburi che scende fino alla profondità di circa 1500 mt e conta 30 pozzi. Il settore pretrolifero rappresenta una componente importante del tessuto industriale italiano. La produzione annuale di petrolio è pari a circa 5,5 milioni di tonnellate di cui ben il 9% dai giacimenti offshore al largo della nostra costa.    

Un sito per troppo tempo al centro di polemiche, che forse avrebbe meritato una conoscenza più approfondita che potesse spingersi oltre i soliti luoghi comuni e permettere un racconto più vicino a ciò che lì veramente accade. Un racconto capace di rimanere scevro da condizionamenti ideologici o necessità elettorali e che rendesse più chiara e vera l'idea di una attività che è sì di tipo estrattivo, ma non per questo inquinante e che si ripercuote in termini di indotto e di introiti per diverse centinaia di migliaia di euro, sul territorio in maniera massiccia e puntuale, sia a livello nazionale che locale. I Giornalisti hanno potuto così conoscere in modo diretto il processo di estrazione che nulla ha a che fare con le tanto vituperate "trivellazioni"... hanno potuto comprendere che al "Campo Rospo" si svolge una attività di tipo industriale esposta a rischi tanto quanto tantissime altre attività industriali che si svolgono sulla terra ferma.    

E' stata una giornata molto intensa, durante la quale i Giornalisti accompagnati dall'alta professionalità del personale di bordo hanno potuto calarsi un po' più da vicino nella realtà dell'estrazione del petrolio e conoscere direttamente tutte le fasi di coltivazione del campo, dalla sua individuazione, all'estrazione, allo stoccaggio e vendita... passando per una attenta e meticolosa azione di attenzione all'ambiente, dentro protocolli di assoluta sicurezza per gli uomini e per l'ambiente di cui l'abbondantissima fauna presente è testimonianza diretta, per poi nel pomeriggio arrivare ad un sopralluogo della piattaforma "Rospo B", centrale e nevralgica rispetto all'intero campo, che si estende per circa 277kmq, grazie al quale oltre alla esperienza di salire a bordo di una piattaforma che si alza sul mare per circa 30mt e scende nel mare per altri 75mt, è stato possibile vedere da vicino il funzionamento di un pozzo e raccogliere in un vasetto un po' di petrolio direttamente dal sottosuolo. 

Al di là di ogni personale considerazione, c'è un dato che necessità di essere messo alla luce. Troppo spesso infatti ci sono delle precomprensioni che non aiutano la riflessione e una vena di subdola ipocrisia che distorce la visione del reale. Sparare contro attività industriali di questo genere è un po' come mirare la croce rossa e aprire il fuoco. E' facile per tutti addossare responsabilità climatiche e di inquinamento a colossi di quella portata, come si fece non molto tempo fa a proposito delle balene spiaggiate sulla riva a Vasto, per le quali ci si scagliò contro Campo Rospo, fino ad invocare il fermo di tutte le attività estrattive, salvo poi scoprire che le cause reali di quello spiaggiamento nulla avevano a che fare con quel sito.

Le analisi effettuate sui 3 esemplari morti avevano permesso di comprendere che si trattava di un gruppo matriarcale, guidato da una femmina di 35 anni gravida. Questo esemplare soffriva di una particolare patologia renale piuttosto importante, che ne aveva alterato le capacità organiche. Trovandosi in una zona come l'Adriatico dove per i capodogli è difficile trovare prede la patologia si era aggravata spingendo, complici condizioni marine non ottimali, l'esemplare guida allo spiaggiamento con tutto il gruppo.

Ma c'è un ulteriore elemento di riflessione ed è quello relativo all'ambiente e ai "NO"... che ci dice che forse un po' di ipocrisia in meno ci farebbe tanto bene. 

Gli 8 milioni di tonnellate di plastica, di cui 53mila tonnellate solo nel Mediterraneo, che ogni anno arrivano nel mare, da dove vengono? I quintali di mozziconi di sigarette che invadono le nostre spiagge, da dove arrivano? e i gas serra? Solo per fare alcuni esempi... 

E poi... poi c'è il capitolo dei no... no a tutto... no alla TAV, però poi il Freccia Rossa piace a tutti, no al petrolio però poi tutti amiamo andare in macchina su strade asfaltate, no all'eolico, no ai pannelli... no al nucleare, salvo che poi le centrali non le dispongano sui nostri confini nazionali senza che si possa dire né fare nulla... NO! 

Dire "NO" è importante, come importante è una riflessione sempre più vera e urgente sull'ambiente, per il quale si sta rischiando la via di non ritorno... I cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali ed economiche, distrìbutive e politiche e costituiscono una delle principali sfide per l'umanità. La necessità di quella transizione ecologica, di cui tanto si continua a parlare, è urgente e reale... 

Ma i "no" per partito preso non porteranno a nulla, mai!  (segue)

©Produzione riservata

Unisciti al nostro canale Telegram, resta in contatto con noi, clicca qui