On. Testamento: "La speranza è che la nostra regione possa ancora cambiare"

12.04.2021

L'onorevole Rosa Alba Testamento, Parlamentare Molisana (di Venafro), iscritta al Gruppo Misto - L'Alternativa c'è, membro della VII Commissione "Cultura, Scienza e Istruzione", ha accettato l'invito della nostra Testata per un confronto dialogato con al centro la Sanità regionale del Molise, ma non solo. 

On. Testamento, in questo particolare periodo l'abbiamo vista il prima linea in difesa della Sanità pubblica in Molise. Un tema sempre attuale nella nostra regione, ma che in questo ultimo tempo si è reso ancor più cogente.

Grazie per l'opportunità di questo confronto e per il Vostro invito. Sì, è da molti anni che in Molise va avanti un progressivo depauperamento della sanità pubblica e in contemporanea un potenziamento delle strutture private accreditate. Tutto questo ha creato notevoli problemi al sistema sanitario pubblico che già da molti anni non aveva gli strumenti per fronteggiare dignitosamente la domanda ordinaria di salute, figuriamoci una pandemia come quella che stiamo vivendo. È un tema che ho affrontato dall'inizio del mio mandato e il mio primo intervento in Aula è stato proprio sulle problematiche della sanità molisana. Dopo quell'intervento, ve ne sono stati molti altri, prima della pandemia e ancor più dopo, in quanto alle problematiche esistenti si sono aggiunte quelle dovute alle inadempienze e alla superficialità nella gestione dell'emergenza Covid19.

Nel tempo abbiamo assistito ad uno smantellamento graduale ma costante degli ospedali pubblici, come Venafro, Larino, Agnone e l'affermarsi di realtà private che oggi sono praticamente dei colossi.

Dodici anni di commissariamento e piani di rientro avrebbero dovuto ripianare l'enorme debito, ma mentre si chiudevano servizi, reparti e ospedali pubblici si prendevano contemporaneamente decisioni che arricchivano i privati accreditati, con questi ultimi che hanno potuto contare su un "occhio di riguardo" dei vari presidenti di regione-commissari succedutisi negli anni e su norme nazionali, nel frattempo approvate, molto favorevoli, come quella voluta dal Governo Renzi sull'eliminazione dei limiti all'extra-budget per le prestazioni ospedaliere e ambulatoriali erogate a pazienti provenienti da fuori regione. Tali prestazioni, proprio perché pagate rapidamente dalla Regione Molise, ma compensate (e solo in parte) con tempi molto lunghi dalle regioni di provenienza dei pazienti incidono pesantemente sul bilancio sanitario regionale, come più volte messo in evidenza nei verbali dei tavoli tecnici interministeriali che si sono tenuti sul Molise. Negli ultimi due anni ho più volte presentato degli emendamenti per impedire l'extra-budget, ma purtroppo sono mai stati posti in votazione. Inoltre mi sono adoperata affinché si valutassero le riaperture degli ospedali o il ripristino dei reparti soppressi ad Agnone, Larino e Venafro, per dare ai cittadini molisani un'assistenza sanitaria, efficiente, rapida e di prossimità. Ho sempre ritenuto fuorviante, nel disporre il piano regionale sanitario, far riferimento esclusivamente al numero di abitanti, senza tenere nella dovuta considerazione la conformazione territoriale, la distribuzione della popolazione in numerosi borghi e paesi e l'impatto sociale ed economico sulla vitalità di un territorio.

Si sta invocando per il Molise l'estensione del Decreto Calabria. Può spiegare ai nostri lettori il beneficio che apporterebbe alla sanità regionale e in particolare alla neo Commissaria nominata proprio in questi ultimi giorni?

Nelle ultime settimane, possiamo anche dire mesi, sto insistendo molto per l'approvazione di un decreto legge ad hoc per la sanità molisana, sulla falsariga di quanto già avvenuto per la Calabria, perché ritengo che, alla luce delle notevoli difficoltà incontrate dal precedente commissario Giustini, soprattutto nei rapporti con la Regione e con l'Azienda Sanitaria Regionale, le prerogative e i poteri della struttura commissariale in Molise debbano essere rafforzati e diventare più incisivi. Nella delibera di nomina delle due nuove commissarie, alle quali approfitto per augurare buon lavoro, sono stati sicuramente fatti dei passi avanti soprattutto nella disciplina dei rapporti con gli erogatori privati accreditati e per quanto riguarda il trasferimento e recupero delle risorse non ancora erogate al Servizio Sanitario Regionale dal bilancio regionale. Tuttavia, quando mi riferisco alle disposizioni contenute nel decreto Calabria faccio riferimento alla possibilità per la struttura commissariale di poter essere autorizzata ad attuare un piano straordinario di assunzioni di personale medico, sanitario e socio-sanitario, compresa la medicina d'urgenza, anche mediante l'utilizzo delle graduatorie degli idonei, alla possibilità di nomina e revoca di commissari straordinari per gli enti del servizio sanitario regionale, nonché all'assegnazione da parte del Governo di un contributo di solidarietà per il triennio 2021-2023, come già accaduto per la Calabria. Bisogna inoltre investire sulle strutture ospedaliere pubbliche, sul personale, sulle attrezzature, sul potenziamento della medicina territoriale e dei Pronto Soccorso.

Quanto ha sofferto nel vedere la sua terra così martoriata dal Covid e così inerme, così incapace di far fronte ad una emergenza che era stata ampiamente prevista e annunciata? Come è stato possibile farci trovare così impreparati?

Angoscia, sofferenza e cordoglio sono i sentimenti che in questo anno di pandemia hanno accompagnato la nostra vita. In Molise eravamo più o meno riusciti a reggere l'onda d'urto della prima ondata, ma poi siamo stati completamente travolti dalla seconda e dalla terza. Avremmo avuto tutto il tempo di attrezzarci di fronte alla quasi unanime previsione del rialzo dei contagi, se si fosse proceduto immediatamente all'organizzazione dell'ospedale di Larino come Centro Covid, progetto approvato anche dal Consiglio regionale e dal Commissario Giustini. Invece abbiamo assistito ad un rimpallo di responsabilità e ad annunci seguiti poi subito da smentite, non so se dovuti a incompetenza o alla necessità di tutelare interessi di parte. Ora il risultato è sotto gli occhi di tutti: siamo l'unica regione a non avere un centro Covid. Il Presidente Toma, l'Asrem e parte della vecchia struttura commissariale si sono sempre opposti all'istituzione del centro Covid a Larino, preferendo destinare temporaneamente a tale scopo il Cardarelli di Campobasso, unico DEA regionale di I livello, con tutte le conseguenze che ciò ha comportato sia nella diffusione del contagio sia nel garantire le cure e l'assistenza per altre patologie. Inoltre, il Centro Covid all'ex hospice di Tappino al Cardarelli probabilmente vedrà la luce quando la pandemia sarà quasi passata. Per non parlare poi della mancata attivazione negli ospedali pubblici molisani dei 14 posti di terapia intensiva previsti lo scorso anno nel decreto - legge "Rilancio" o della mancata sostituzione e rafforzamento dell'impianto di ossigenazione dell'ospedale "Cardarelli" di Campobasso. Mi pare che su molti di questi punti l'ex commissario Giustini abbia ampiamente chiarito nella sua lettera di dimissioni chi siano i responsabili di questa situazione. Mentre in Molise accadeva tutto ciò, io ho più volte portato tale situazione all'attenzione del Parlamento, del Governo, in particolare dell'ex viceministro (ora sottosegretario) Sileri, della segreteria tecnica del Ministro Speranza e del Ministro stesso, nonché dell'ex Commissario all'emergenza Covid Arcuri e dell'attuale Commissario del Governo Draghi, il generale Figliuolo, le notevoli problematiche della sanità molisana. Continuerò ad impegnarmi e a farmi portavoce anche con i nuovi commissari delle esigenze della sanità molisana, in collaborazione anche con i vari comitati sorti in difesa di una sanità pubblica di qualità.

Cambiamo argomento, ma non troppo. Nelle scorse settimane abbiamo registrato un suo duro intervento anche in merito al tema dell'inquinamento, soprattutto relativamente alla sua città, Venafro. Continuiamo a registrare una situazione decisamente preoccupante a fronte della quale sembra di assistere ad un immobilismo a dir poco allarmante.

Fin dall'inizio del mio mandato ho posto le criticità ambientali e sanitarie della Piana di Venafro, e non solo, all'attenzione dei rispettivi Ministeri. Gli ultimi anni i dati sulla qualità dell'aria nella Piana sono stati drammatici, con frequenti sforamenti del pm10 e del biossido di azoto che l'hanno fatta rientrare tra le aree per le quali l'Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea per violazione della direttiva 2008/50/CE e cattiva qualità dell'aria. A causa della presenza di vari impianti altamente impattanti e della contestuale costruzione di altri, come quello turbogas di Edison a Presenzano, con l'ex Ministro dell'Ambiente Sergio Costa siamo stati in costante contatto in questi due anni, al punto che ha chiesto all'Istituto per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA) di affiancare la Regione Molise e Arpa negli studi che si stanno svolgendo sull'implementazione del monitoraggio della qualità dell'aria e la caratterizzazione delle polveri, al fine di individuare le principali fonti d'inquinamento. Da dicembre è, quindi, partita questa collaborazione tra Arpa Molise, Ispra e Arpa Emilia Romagna e la prossima settimana, pur avendo già chiesto al nuovo Ministro per la Transizione Ecologica Cingolani un aggiornamento sui lavori, presenterò un'interrogazione in merito. Anche in questi primi mesi del 2021 la situazione ambientale nella piana è molto preoccupante, con i valori di pm10 che hanno già registrato 25 superamenti sui 35 consentiti dalla normativa vigente e con il pm2,5 che ha registrato picchi ancora più critici rispetto all'anno scorso. Ovviamente tutto questo comporta delle ricadute notevoli sulla salute dei cittadini, peraltro riconosciute dal Ministero della Salute nel luglio 2019, quando sulla base dei risultati dello studio epidemiologico preliminare del CNR di Pisa, ha dichiarato la Piana di Venafro come "Area Critica" dal punto di vista sanitario, esortando la Regione Molise a finanziare uno studio epidemiologico più approfondito, cosa poi avvenuta. Infatti già nel governo Conte I mi sono adoperata affinché l'allora ministra Giulia Grillo prendesse visione dello studio epidemiologico preliminare e sollecitasse la Regione Molise a finanziare lo studio epidemiologico approfondito, sempre da parte del CNR di Pisa, però oggi assistiamo ancora a un rallentamento e ritardo nella procedura! A livello di normativa nazionale ci sono delle lacune sul necessario e ormai indifferibile raccordo tra tutela dell'ambiente e della salute pubblica, che invece è fondamentale. La scorsa settimana ho presentato anche degli emendamenti al decreto legge sul riordino dei ministeri che prevedevano tra le competenze del Cite (Comitato interministeriale per la transizione ecologica) la possibilità di introdurre la valutazione di impatto sanitario nelle procedure di valutazione di impatto ambientale o di autorizzazione integrata ambientale. Purtroppo non è stato approvato né questo e nè un secondo emendamento che prevedeva l'inserimento, nel costituendo Cite, di un rappresentante del ministero della Salute. Questo perché ritengo che quando si parla di transizione ecologica e ambiente, la tutela della salute pubblica debba andare di pari passo, invece la normativa è ancora carente nel valutare le ricadute degli sulla salute dei cittadini. La situazione non è semplice, ma continuerò a non far mancare il mio impegno su temi così particolarmente sentiti dai cittadini.

Un'ultima domanda. Cosa auspica per il suo Molise?

Non nascondo un po' di sfiducia, ma mi impongo di continuare a lottare, nella speranza che si possano ancora cambiare le cose nella nostra regione, non solo dal punto di vista sanitario e ambientale ma su lavoro, infrastrutture, protezione del territorio, patrimonio culturale , turismo e per tutti gli aspetti che riguardano la nostra quotidianità e i problemi che affliggono i cittadini molisani. 

Grazie Onorevole e buon lavoro...

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