Papa Francesco: come si cambia la storia
di Egidio Cappello
La storia umana cammina spesso sorniona, senza salti, senza scosse, come acque chete di un fiume che in silenzio volge verso il mare. Sono tempi in cui le esigenze appaiono dormienti , mancano rumori, mancano istanze forti, viene meno ogni desiderio di cambiare, ogni bisogno di ricominciare. Si susseguono eventi e percorsi anche significativi nel mondo politico, culturale, artistico, ma senza spirito, senza quel fuoco che Gesù ha detto di aver depositato nell'animo di ogni uomo e che assicura il giusto cammino del soggetto e dell'intera umanità verso la vita autentica. Anche la Chiesa ha conosciuto e conosce periodi di stanca e di conformità agli scenari umani, venendo meno alla evangelica contraddizione al mondo circostante e alla testimonianza di un mondo nuovo. L'appello al cambiamento, alla operosità missionaria, alla trasformazione evangelica di tutte le proprie strutture, proclamato dal Concilio Vaticano II, rimane pressoché un fatto teorico trovando difficoltà reali di attuazione nella complessa trama della vita pastorale ed ecclesiale. La storia in tali casi perde le proprie peculiarità e accetta una innaturale staticità.
Ci sono momenti storici invece di grande dinamicità, fatta anche di salti pindarici, dinamicità resa viva e visibile in personaggi di una levatura culturale e spirituale infinita. È il caso del compianto Papa Francesco. Uomo coraggioso, dalla grande cultura e amante della cultura, dalla grande esperienza delle sofferenze e dei bisogni umani, vicino agli ultimi delle periferie, dalla visione chiara delle grandi problematiche dell'umanità contemporanea, Papa Francesco ha intuito il ruolo decisivo della Chiesa nella trasformazione del mondo, della Chiesa a sua volta trasformata in soggetto di guida alla unità, alla pace, alla solidarietà, al rispetto del creato. Il suo pontificato è stato una lezione continua di vita missionaria, riuscendo a dare vitalità e concretezza ai semi posti in una terra poco irrigua dai suoi immediati predecessori. La sua voce è parte del cammino culturale di tutti i popoli: alto il suo no all'infausto passato, il suo no alla economia, alla politica, all'educazione, il suo no alle leggi miopi del tempo, il suo no ai ritardi delle Istituzioni, il suo no alle dimenticanze, il suo no alle ideologie della particolarità, il suo no alle armi, e al loro uso, il suo no alle prepotenze e alla ingordigia di alcune categorie sociali, il suo no a requisiti errati come la libertà da tutti e da tutto, il suo no ad una vita di paura, di disorientamento e di desolazione.
Alto invece il suo sì alla dignità di tutti, ribadisco di tutti, il suo sì alla giustizia sociale, il suo sì agli ultimi, il suo sì alla pace, il suo sì alla fratellanza, il suo sì ad una società accogliente e disponibile, il suo sì fermo alla cura del pianeta, il suo sì alla cultura della sinodalità e della partecipazione, il suo sì ai diritti e ai doveri inderogabili di ognuno, il suo sì alla concretezza dell'hic et nunc, senza cadere in facili e inconsistenti utopie, il suo sì ad una vita viva e piena. Papa Francesco ha spiegato con la propria vita il Vangelo di Gesù, insegnandolo e testimoniandolo. Lo ha portato in ogni angolo della terra, anche in luoghi inospitali per tradizione e storia, per cultura e religione, e dappertutto ha fatto risuonare le peculiarità divine della persona umana e dell'umanità intera. Come Gesù, Papa Francesco è uomo della discontinuità.
La storia con lui ricomincia, ha motivi legittimi per sostare, per riflettere, per cancellare e per ricominciare.
È chiaro che le sue convinzioni toccano interessi di parte e sono invise a forze del male, così i suoi appelli alla pace e alla fratellanza universali hanno degli oppositori ma è più chiaro a tutti che il cammino intrapreso da Papa Francesco è irreversibile. L'intensità e la profondità delle sue parole, la correttezza e la scientificità delle sue argomentazioni, sono ormai parte decisiva del bagaglio culturale di ognuno. Non torna indietro la Chiesa ma non torna indietro l'umanità che aspira ad una vita viva. Non tornare indietro impone sacrifici, impone coraggio, impone l'abbattimento di ogni paura. Molte volte egli ha detto ai suoi interlocutori: Fate chiasso, fatevi sentire, gridate, prendete la parola, comunicate. Ai giovani ha detto:
Non fatevi rubare i vostri sogni, non disperdeteli, non donateli a chi intende vanificarli e ucciderli.
Tutto è possibile secondo lui, anche l'impossibile. Dalla unità e dalla condivisione delle forze di chi si nutre del Vangelo di Gesù Cristo, è possibile operare ogni cambiamento nella via del bene. La vita di Papa Francesco è la storia della vita autentica, quella scritta di proprio pugno da Dio. Non a caso, in una occasione in cui gli veniva chiesto sul significato della vita autentica, egli ebbe a dire che l'aggettivo " autentico" aveva un significato misterioso e gli faceva venire i brividi.
