Papa Leone XIV a Nicea: un pellegrinaggio alle radici della fede cristiana

"Lo stiamo preparando". Con questa risposta data a un giornalista, Papa Leone XIV ha reso nota la sua intenzione di confermare quello che era stato un desiderio anche di Papa Francesco, di recarsi, cioè, a Nicea, l'attuale İznik in Turchia, in occasione del 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico, per commemorare uno degli eventi più significativi della storia della Chiesa. Questo viaggio non è solo un pellegrinaggio spirituale, ma anche un potente richiamo all'unità della comunità cristiana e alla centralità della fede, simbolo della continuità apostolica e della custodia della dottrina.
Il significato storico e teologico di Nicea
Nel 325 d.C., l'antica città di Nicea ospitò il primo Concilio Ecumenico convocato dall'Imperatore Costantino I. In un'epoca di profonde divisioni dottrinali, la Chiesa affrontava la sfida dell'eresia ariana, che negava la divinità di Cristo. Il Concilio, guidato da circa 300 vescovi provenienti da tutto l'Impero, proclamò il Simbolo Niceno, affermando con fermezza la consustanzialità del Figlio con il Padre: "Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero". Tale formula, poi completata a Costantinopoli nel 381, divenne la colonna portante della fede cristiana ortodossa e un baluardo contro ogni interpretazione riduttiva della natura di Cristo.
Un viaggio che richiama l'unità della Chiesa
La scelta di Papa Leone XIV di recarsi a Nicea in questo anniversario così significativo è un segno profondo del desiderio di riaffermare l'unità della Chiesa, non solo cattolica ma dell'intera cristianità. In un contesto storico caratterizzato da divisioni e frammentazioni all'interno della cristianità, il Pontefice intende sottolineare la necessità di un ritorno alle radici comuni della fede, ricordando che il messaggio di Cristo è un richiamo costante all'unità e alla comunione.
Il dialogo ecumenico sarà al centro degli incontri previsti, con la partecipazione delle Chiese ortodosse, delle comunità protestanti e di altre confessioni cristiane. Papa Leone XIV desidera che l'evento non si limiti a una commemorazione storica, ma diventi un'occasione concreta per rinnovare l'impegno verso il dialogo e la riconciliazione.
L'essenzialità della fede oggi e l'urgenza dell'unità
Il viaggio sarà caratterizzato da momenti di preghiera e riflessione ecumenica, con la partecipazione di delegazioni delle Chiese ortodosse e di altre comunità cristiane. Papa Leone XIV intende risvegliare nei credenti il valore della fede professata con il Credo, oggi come allora fondamento imprescindibile della vita cristiana. In un mondo che spesso perde il senso del sacro, il ritorno a Nicea diventa un richiamo a custodire gelosamente la verità rivelata e a viverla con coerenza.
L'auspicio è che da questo pellegrinaggio possa scaturire un rinnovato impegno per il dialogo e la cooperazione tra le diverse confessioni cristiane. La memoria del Concilio di Nicea diventa così un'opportunità per guardare al futuro con speranza, rafforzando i legami fraterni e ribadendo l'essenza del messaggio evangelico: la fede che unisce e non divide.
Con questo viaggio, Papa Leone XIV si fa pellegrino della fede, conducendo la Chiesa intera verso una rinnovata consapevolezza dell'importanza dell'unità, con lo sguardo rivolto a Cristo, principio e fondamento di ogni comunione. Il suo messaggio è chiaro: la Chiesa, pur attraversando le sfide del tempo presente, trova nel Credo Niceno-Costantinopolitano una bussola sicura per il cammino verso l'unità e la testimonianza comune.

