Parliamo di economia. Il pensiero di Papa Francesco.

29.04.2021

Rivisitazione della lettera apostolica "Economy of Francesco". Capitolo Primo. Quadro generale... "Procediamo con la lettura del documento, alla luce di quanto accaduto nel periodo che ci separa da esso".

di Egidio Cappello

Papa Francesco ha pubblicato il 1 maggio del 2019 la lettera "Economy of Francesco" come atto preparatorio ad un incontro da tenersi in Assisi nel marzo del 2020, per discutere le problematiche dell'economia e prendere decisioni importanti. Nella Lettera il Santo Padre propone il pensiero del Santo di Assisi come lettura del presente e approccio al futuro della realtà sociale ed economica del mondo. A due anni dal documento, chi scrive, attraverso una rivisitazione di quei capitoli, ha l'intenzione di dimostrare che l'esperienza pandemica non solo non ha minimamente scalfito, ma ha reso più concreta e più forte la proposta di Papa Bergoglio. 

Ma procediamo con la lettura del documento, alla luce di quanto accaduto nel periodo che ci separa da esso. Papa Francesco si dimostra, dalle prime righe, l'uomo capace di individuare il momento giusto per ideare e realizzare le grandi opere di Dio. Il discorso cade in uno scenario di grande rivoluzione e involuzione dell'economia dell'intero globo terrestre. Uno scenario che ha imposto le proprie leggi: nuove congetture, nuovi schemi logici, nuovi stili di vita, nuove e diverse modalità di lettura della storia, nuovi affetti e nuove idealità culturali e spirituali. Il nostro, rileva il Santo Padre, è il momento in cui la categoria dei giovani economisti, imprenditori e imprenditrici, unici detentori del futuro del mondo, assuma responsabilmente, con la giusta determinazione, la gestione dell'economia per condurla verso lidi di progresso e di pace. Papa Francesco rivolge un appello ai giovani imprenditori, quello di non lasciarsi sottrarre da forze oscure, il compito che è proprio, della conduzione della realtà economica, un compito conquistato con lo sviluppo delle conoscenze e con l'apertura culturale e spirituale già dimostrata. 

E' notevole la fiducia che il Santo Padre manifesta per i giovani già inseriti o che sono in procinto di entrare nel mondo della imprenditoria: tra le righe del documento si legge un chiaro giudizio negativo nei confronti degli adulti che si sono resi responsabili d'aver condotto l'economia ai margini di un baratro culturale e sociale. Il Pontefice lo ha fatto in altre occasioni: non è più interessato a sottolineare carenze e volontà distorte. Ora manifesta la gioia che trae dalla consapevolezza che nel mondo esiste una categoria, anche se in formazione, a cui affidare un compito epocale, quello di trasformare l'economia in un esercizio di bene, di sviluppo e di pace. Sarà una fase di lotta in quanto i giovani imprenditori saranno chiamati a fronteggiare idee contrarie e spesso congetture consolidate all'interno delle aziende gestite dai propri genitori. 

Il Santo Padre ne è consapevole ma sa che i giovani imprenditori oggi hanno le giuste facoltà e le più appropriate conoscenze per desiderare, progettare ed operare percorsi di autentico progresso economico e drizzare le vele verso un cambiamento totale della società. In questo quadro, di emergenza e nello stesso tempo di fiducia e di speranza, Papa Francesco promuove un incontro per discutere i problemi economici e promuovere, nel nome del Santo di Assisi, l'auspicato cambiamento globale della vita economica. Dà appuntamento ad Assisi agli imprenditori, alle imprenditrici e agli economisti del mondo, i giorni 26-28 marzo 2020, per realizzare qualcosa di veramente straordinario. Il particolare invito è rivolto ai giovani che si avviano all'arte della imprenditoria sulla base di nuovi studi effettuati presso le università del mondo. I giovani imprenditori sono in possesso, secondo il Pontefice, di un pensiero molto più avanti di quello delle attuali consorterie economiche. E' finalmente arrivato il tempo, suggerisce Papa Francesco, non solo di ascoltare ma di prendere sul serio ed attuare quanto elaborato dalle giovani generazioni. Non si tratta evidentemente, secondo le intenzioni del Pontefice, di un settore ristretto da modificare, bensì di creare spazi vitali capaci di modificare l'intera vita dei nostri tempi. Da una economia nuova ad una vita sociale nuova, il passaggio non sarà grave. 

Il Papa suggerisce la realizzazione di un deliberato forte, un patto da stabilirsi tra tutti i convenuti, patto inclusivo di impegni e di percorsi di vita, per cambiare l'attuale economia e dare un'anima all'economia di domani. La presenza di giovani economisti, dice il Papa, assicurerà una lettura diversa delle situazioni economiche del mondo. Una lettura diversa sulla base di principi etici, di principi di uguaglianza, di solidarietà. Dice il Papa che le scienze economiche hanno bisogno di fondamenti che non sono nelle leggi del mercato, non sono nei conti semestrali o mensili delle grandi banche, non sono negli utili dei cartelli e dei monopoli internazionali, ma sono scritti nel cuore di tutti gli uomini e costituiscono le ragioni di ogni relazione umana. L'economicismo attuale, così ridotto a movimenti di moneta e di mercato, sortisce solamente visioni superficiali del progresso umano. Spesso assistiamo a comunicazioni di crescita, nell'uno o nell'altro settore della vita economica, ed in realtà si tratta di grandi bugie e di tendenziose notizie. E' necessario, sostiene il Santo Padre, scrollarsi di dosso calcinacci di tanti terremoti del passato e partire nuovamente, liberi e del tutto spolverati. Papa Bergoglio auspica la nascita di un patto con un codice condiviso di comportamento atto a guidare il mondo economico. Si tratta non di un patto di soggezione ma di un patto di unione e di società. Il Papa è estraneo a patti di soggezione alla Chiesa, di soggezione di alcuni uomini ad altri uomini, in quanto il fondamento del discorso economico come di ogni altra argomentazione antropologica è la dignità di ogni persona umana, dovunque sia e comunque viva. Si tratta di un patto già esso stesso con un'anima, costituita dalla deliberazione dei sottoscrittori di impegni volti sia e in modo prioritario alla cancellazione di stili di vita parziali e nocivi alla vita di ciascuno e alla vita sociale, sia alla creazione di cultura della socialità e della fratellanza, secondo la direzione dei pensieri di S. Francesco di Assisi. Un patto che difenda e sostenga i diritti dei lavoratori, delle famiglie, dei bambini, degli anziani in modo particolare quelli bisognosi. 

E' rilevante che il patto trovi la propria anima nelle convinzioni degli economisti, nelle convinzioni dei giovani imprenditori, tutti con la medesima sensibilità e la stessa volontà di cambiamento dell'attuale mondo economico. E' ancora rilevante che il patto sia inclusivo e accolga idee e pensieri estranei ad ogni schema di pregiudizio legato a ruoli o funzioni della società tradizionale. A Papa Begoglio non sfugge il peso dei grandi condizionamenti esistenti nei rapporti internazionali, degli Stati e dei gruppi economici, ma Egli sottolinea che una notevole attività decisionale spetta sempre a quelle unità particolari, le imprese, piccole o grandi, nelle quali le persone si incontrano e collaborano tra di loro. 

La realizzazione dei diritti dell'uomo, suggerisce il Pontefice, non può essere un derivato dal sistema e dalle istituzioni. Il ruolo delle imprese resta considerevole per l'attuazione dei diritti personali. Occorre sottolineare la capacità mostrata da Papa Francesco di individuare, nel momento storico che stiamo vivendo, i tempi giusti per il cambiamento integrale della cultura e della vita e d'aver pensato ad un patto di unione che richiama la responsabilità medesima di tutti i contraenti, patto gestito da giovani imprenditori in quanto possessori diretti della storia e della vita del futuro prossimo.

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