Pensare alla grande ora più che mai

26.02.2021

di Egidio Cappello

Il richiamo alla unità delle forze politiche e culturali fatto dal Presidente del Consiglio dei Ministri prof. Mario Draghi, è apparso a qualcuno come una rasoiata alla democrazia. Senza opposizione, è stato detto, vengono meno i principi della vita democratica. Non è così, in quanto l'unità a cui ha richiamato Draghi non ammazza ma difende la diversità delle idee.

La fase storica che l'umanità sta vivendo richiede l'unità delle ideologie politiche, l'unità delle menti e dei cuori.

L'unità ha un fondamento etico, deriva dal bene e tende al bene: il prof. Draghi ha strigliato tutti ricordando che l'unità è un dovere e non una opzione. Chi ha manifestato perplessità non conosce che la civiltà occidentale si è fondata e si è spiegata sulla scienza della unità, sulla sapienza e sull'amore della unità. La cultura della unità è vanto della civiltà occidentale: essa è la filosofia autentica, quella delle origini, quella dell'archè di tutte le cose, quella di Talete, di Eraclito, di Socrate, di Aristotele, di Plotino, di Giovanni l'evangelista, di S. Agostino, di S. Tommaso, di S. Bonaventura, di S. Francesco, di S. Giovanni della Croce, di Leibnitz, di Spinoza, di Hegel, è la filosofia di tutte le persone per bene che hanno amato e amano la dignità della persona e la grandezza dell'intero creato.

La cultura della unità è la filosofia autentica, quella della ragione piena, quella della ragione che utilizza tutte le proprie risorse e le proprie virtù, quella aperta al creato, alle creature e al creatore, quella che lotta, che promuove, che crea perché il mondo sia sempre migliore di come è. Per tanti secoli abbiamo accolto nel registro della filosofia argomentazioni e proclami inneggianti alla separazione, alla divisione, alla negazione del bene e al rifiuto della dignità della persona umana. Abbiamo considerato filosofici tanti discorsi estranei al cammino autentico della filosofia, discorsi contorti, difficili, dai quali sono nati progetti brutali, offensivi della ragione umana.

La filosofia o è ricerca dell'unità, o è itinerarium mentis ad unum, o non è affatto.

Penso al Positivismo, all'empirismo, ai relativismi, ai pensieri deboli, ai soggettivismi, ai materialismi, agli economicismi, agli scientismi, che pur figurando nelle storie del pensiero filosofico, perseguono, con categorie scippate dei loro significati autentici, finalità opposte al cammino proprio della sapienza della unità. Povera ragione, quella auspicata dai cultori di tali scuole, povera ragione privata delle proprie più qualificate virtù, senza trascendenza, senza mistero, senza grandi idealità, senza infinito. Non ha più senso, oggi, boccheggiare dietro argomentazioni che non hanno alcun rapporto con l'itinerario naturale che la ragione è chiamata a realizzare per propria essenza. La filosofia non è amore per il discorso, o per il bel discorso, e non è amore per costruzioni pindariche volte alla difesa e alla tutela delle voragini della propria mente o del proprio cuore: la filosofia è ricerca razionale di unificazione, di unitarietà, di composizione, in ogni campo del vivere civile.

La filosofia è percorso etico, è ricerca del bene di tutti.

La ragione si muove dal particolare all'universale e ogni movimento razionale significa superamento della individualità e della particolarità. La filosofia è la massima espressione della ragione nell'esercizio della propria integrale attività. La filosofia è la storia che si ferma a riflettere, che si ferma a rivisitare il proprio passato, la propria cultura, la propria politica, la propria economia e cancella e ripristina e riaccoglie dati per la costruzione del futuro in nome della unitarietà e della universalità. La dinamicità della ragione è sempre cancellazione, rinuncia, scelta, promozione, cammino verso Dio e le sue dimensioni. Quando la filosofia perde la propria qualità di sapienza e ricerca dell'unità, abdica a se stessa e si chiude nel recinto del nulla. Il prof. Draghi, quando chiama all'unità, chiama all'uso pieno della ragione. 

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