Pentecoste: lo Spirito Santo prende dimora in ogni uomo
di Egidio Cappello
L'Ascensione del Signore dimostra che l'umanità è destinata a vivere con Dio. Salire nei cieli è proprio del futuro dell'umanità. Gesù lo annuncia ai suoi discepoli ancora titubanti sulla eternità e sulla divinità dell'uomo. Gli apostoli si chiedono se la promessa di Gesù è un paradigma teorico, generale, a cui attingere formule e norme da attuare, o è una rivoluzione del mondo interiore di ciascuna persona. Ognuno si chiede se la cosa riguarda la propria singolare persona. Il caso è risolto dall'evento della Pentecoste.
Lo Spirito Santo, che prende dimora nell'animo di ciascuno, non crea teoriche unità, teoriche uniformità, o omologazioni, bensì promuove conversioni e stravolgimenti nei percorsi singolari e individuali, in modo particolare nei codici comunicativi ed espressivi di ognuno. La comunicazione, che deriva dall'ingresso dello Spirito Santo nella mente umana, è atto singolare e per niente unitario e uniforme. In due occasioni Dio è intervenuto direttamente nella storia del suo popolo, proprio sul problema della comunicazione. Questa è fondamentale nel progetto di Dio in quanto parlare agli altri, ascoltare e capire gli altri, sono condizioni di socialità e di autentica relazionalità.
L'intento di Dio è creare unità autentica nel pieno rispetto della diversità dei singoli. Il primo intervento di Dio è finalizzato infatti a sanare una unità bugiarda, quella raggiunta dal popolo dopo l'esperienza del diluvio universale. Il racconto è nel capitolo XI di Genesi: il popolo di Dio, in un momento di migrazione dall'Oriente si ferma, si raccoglie ed è preso da volontà di affermazione e di potenza. Tutti decidono di costruire una torre, altissima, per essere più vicini a Dio. Tutti sono presi da elefantiasi collettiva, da delirio di comunione e di unità, e fanno della propria lingua lo strumento per tentare la scalata al cielo. Ma questa non è l'unità voluta da Dio, è una falsa unità fondata su un modo sbagliato d'intendere la relazione tra gli uomini. Si tratta di una unità che annulla la diversità degli individui, che azzera le facoltà razionali e di discernimento delle singole persone.
Dio interviene a separare quella unità bugiarda e promuove la diversità degli strumenti comunicativi cosicché ogni gruppo abbia e conservi la propria identità e ogni uomo abbia e conservi la propria ricchezza relazionale. Creare l'autonomia delle lingue non voleva essere, nell'intervento divino, un rigettare l'unità dei codici comunicativi, nei contenuti e nelle modalità di approccio agli altri, bensì rigettare quella falsa unità che è propria di comunità che tendono a privare le persone della propria individualità a vantaggio di forme di schiavitù culturale ed umana. Dio è contrario ad ogni forma di schiavitù e rigetta unità apparenti che in realtà sono forme di ubbidienza coatta, che costringe gli animi a percorsi scritti in luoghi diversi dalla interiorità del singolo. Gesù ha amato le folle ma ha sempre manifestato la sua contrarietà alle masse. Dio confonde le lingue non per creare confusione bensì per ridare a tutti le condizioni ottimali per essere sorgenti di autentica comunicazione.
E' chiaro il pensiero di Dio: ogni uomo deve essere in possesso, e libero di utilizzare, le proprie facoltà comunicative. E' la persona il soggetto unico che ha il potere di dialogare con i propri simili e con Dio, è la persona a brillare nell'universo perché ricca dei doni di Dio: le masse sono fuori la logica di Dio. Il secondo intervento di Dio riguarda l'attuazione della promessa di Gesù, ossia il dono dello Spirito Santo Paraclito. Il giorno della Pentecoste, cinquantesimo dopo la Resurrezione di Gesù, lo Spirito di Dio inonda il luogo dove erano uniti Maria, la madre di Gesù, e i discepoli. Si sente un vento che crea fragore e cadono dal cielo lingue di fuoco che si separano e si posano sulla testa di ciascuno. E' importante notare l'atto della separazione delle lingue di fuoco a dimostrazione che non trattasi di una caduta a pioggia bensì di una caduta puntuale e appropriata. Lo Spirito entra nel mondo interiore di ciascuno e svolge una azione singolare: ognuno dei presenti riceve il necessario per la propria comunicazione il che significa il potenziamento delle proprie capacità intellettive, relazionali e specificamente comunicative di ognuno.
Straordinario l'effetto procurato dal fuoco dello Spirito. I discepoli parlano facilmente delle opere di Dio e tutti i presenti, di ogni luogo e razza, capiscono il senso di quelle parole, nella propria lingua. Il miracolo non è in chi parla, ossia nei discepoli che vengono arricchiti dei doni dello Spirito ma è negli ascoltatori di ogni luogo del mondo che capiscono nella propria lingua ciò che viene proclamato dai discepoli di Gesù. Sono quindi le opere di Dio il fondamento oggettivo della comunicazione. Se uno comunica le proprie imprese, se comunica i propri progetti tesi all'aumento delle proprie risorse umane, rischia di non essere capito da nessuno. Gli individualismi difficilmente escono dal mondo interiore di chi li esprime. L'intervento di Dio nel giorno della Pentecoste, è sulla linea di quello fatto agli inizi della storia del popolo ebreo. Sono da combattere le comunioni basate sul potere umano o sulle paure umane. L'uniformità dei concetti e delle convinzioni nuoce alla comunicazione che si trasforma in travaso di punti di vista dei soggetti. Sono le opere di Dio a creare comunioni e relazioni e le opere di Dio sono storia, sono uomini, sono natura, sono progetti che pulsano sangue.