Perugia-Assisi: un popolo che grida 'pace'

25.04.2022

Oltre diecimila gli iscritti, molti di più contando coloro che si sono uniti lungo i 21km di marcia, i partecipanti, ieri, alla marcia straordinaria per la pace. Volti noti, come quello di don Ciotti, volti ignoti la maggior parte...centinaia di associazioni, istituzioni, sindacati, realtà pubbliche e private e oltre 300 città, con l'unica bandiera ammessa quella arcobaleno della pace, ma tutti lì, insieme per gridare 'pace'... "per non lasciare solo Papa Francesco a chiedere pace per il mondo", come ha detto uno dei presenti. Un popolo in marcia per la pace, per dire a gran voce 'No alla guerra', ieri si è mosso da Perugia, Giardini del Frontone, alla volta di Assisi, con striscioni, bandiere e voglia di partecipare al grido, condiviso da Papa Francesco,

"Fermatevi! La guerra è una follia".

Molti, moltissimi i giovani, tantissime le famiglie con i propri bambini... in cammino verso la città della pace... fino alla piazza superiore e quella inferiore di San Francesco, dove dal palco la Sindaca Stefania Proietti, sempre in prima linea quando si parla di pace, ha accolto il 'popolo della pace'... e lo ha accolto con in mano la Costituzione Italiana e dando lettura, quasi 'gridandolo' dell'Art. 11: 

"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

"Chi chiede pace - ha detto Flavio Lotti, coordinatore del comitato promotore - "non sono i pacifisti ma le vittime della guerra, e noi siamo il loro megafono".

E' intervenuto anche Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. «Bisogna riconquistare la pace, fermare questa guerra assurda, che sta creando disastri. Questa guerra voluta da Putin. E in una fase in cui il rischio concreto è che la guerra torni a essere lo strumento di regolazione dei rapporti tra le persone. Noi non possiamo accettare questa regressione. C'è bisogno di prendere parola, di scendere in campo. E c'è bisogno che anche l'Europa giochi un ruolo determinante proprio per affermare la pace che in questo momento significa costringere Putin a un negoziato e ad accettare questa logica assurda della guerra».

Presente anche il leader della Fiom-Cgil, Michele De Palma che ha ribadito: «La guerra distrugge, il lavoro crea. Siamo qui perché i lavoratori sono solidali con chi sta soffrendo. Siccome il rischio è che la guerra produca povertà nel nostro Paese, siamo due volte a favore della pace e del lavoro». 

Pochissimi i politici presenti. Avvistati soltanto Nicola Fratoianni di Sinistra italiana e i parlamentari umbri del Pd Walter Verini e Anna Ascani. «La politica purtroppo in questo tempo ha affidato le sorti dell'Ucraina, dell'Europa e della democrazia alle armi» ha commentato Lotti.

La Marcia della Pace stavolta 'è passata' anche per piazza San Pietro. Quando a mezzogiorno il fiume di donne, ragazzi, associazioni e bandiere era metà strada - tra Bastiola e Ospedalicchio - dal Vaticano è arrivata la voce di Papa Francesco, cui gli organizzatori hanno preso in prestito le parole dello striscione d'apertura del corteo, "Fermatevi, la guerra è una follia". Stavolta il Papa non ha mandato un messaggio scritto, come altre volte, ma ha salutato in diretta all'Angelus le decine di migliaia di manifestanti. E ha rilanciato con forza l'appello della Marcia ai leader del mondo, convinti che l'unica soluzione alla guerra è la guerra. Qui c'è un popolo, numeroso e inascoltato, che invece chiede diplomazia, negoziati, politica: "A tutti chiedo di accrescere la preghiera per la pace - ha invitato il Papa - e di avere il coraggio di dire e di manifestare che la pace è possibile. I leader politici per favore ascoltino la voce della gente che vuole la pace, non l'escalation del conflitto" , è l'appello che il Papa ha fatto scandendo le parole. "A questo proposito - ha poi aggiunto - saluto e ringrazio i partecipanti alla Marcia straordinaria Perugia Assisi della pace e della fraternità che si svolge oggi, come pure chi ha aderito ad analoghe manifestazioni in altre città d'Italia".

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