Pregare, tra le virtù dell’uomo

05.11.2021

di Egidio Cappello

Mi sono chiesto più volte se la pandemia avesse accresciuto o affievolito il bisogno umano di pregare, se, in particolare, l'assenza dalle funzioni eucaristiche domenicali avesse inciso negativamente sul bisogno di dialogo con Dio. Dalle riflessioni ho potuto accertare che la preghiera, in questo periodo, ha conquistato spazi maggiori, se non nelle assemblee pubbliche, nelle mura domestiche, sulle strade cittadine e nelle sale di attesa degli ospedali. Non credo solo ad una crescita quantitativa, penso ad una sostanziosa crescita qualitativa. La mia convinzione ha trovato conferme e si è addirittura rafforzata: la preghiera non ha lasciato e non lascia il mondo interiore degli uomini, perché è costitutiva dell'attività pensante di ogni uomo. Vivere pienamente la propria storia senza il dialogo con Dio, da cui ricevere sapienza e consolazione, è praticamente assurdo. 

La sofferenza e la gioia gratificante sono strumenti di relazione con l'autore di tutte le cose. Passando attraverso la dimensione della quotidianità, varia e complessa, con davanti agli occhi le immagini di sofferenza e di morte dei nostri giorni, mi sono chiesto se la preghiera ha ancora un peso nella vita umana, se ha una incidenza sull'attività pensante, se agisce cioè sulla creazione dei pensieri, se determina e in che misura i comportamenti, se è fondamentale infine nella conservazione e nella promozione delle relazioni umane. La mia risposta è stata immediata: la preghiera è lo strumento più efficace perché la mente raggiunga la propria pienezza e la propria perfezione. Esprimendo un giudizio complessivo sulla mente umana, fissando l'attenzione sulla capacità della stessa di "levarsi in alto" e contemplare la dimensione della divinità, 

E. Kant ebbe a dire che alla mente sono possibili tutti i luoghi di Dio, quelli fuori dell'uomo e quelli dentro l'uomo. Pregare è contemplare i luoghi di Dio, luoghi che lasciano vedere la bellezza, la tenerezza e la verità di Dio. Tra i luoghi esterni all'uomo, il filosofo cita lo spettacolo di bellezza e di austerità delle cime delle Alpi, spettacolo inclusivo di tutte quelle peculiarità naturali che lo stesso Kant indica con la categoria del "sublime"; tra i luoghi collocati nella interiorità umana, egli cita la legge morale, che è fondamento della vita nella complessità delle sue articolazioni e manifestazioni. La preghiera è visitazione dei luoghi di Dio, e necessariamente è dialogo con Dio. La preghiera è suggerita dalla visione di creature naturali e in modo particolare dall'uomo che di Dio porta il volto e le qualità interiori. Il messaggio di Kant è certamente questo: la mente umana possiede le risorse per guardare, per toccare con mano, per sentire la presenza di Dio e per dialogare con Dio. Ci sono schegge della bellezza, della verità, della eternità in ogni luogo del creato e in modo particolare nell'uomo, che del creato è, agli occhi di Dio, l'essere più prezioso. Anche il deserto è luogo di Dio, anche gli angoli del mondo ove l'emarginazione, il freddo e la fame richiedono giornalmente il loro tremendo obolo di morte, sono luoghi di Dio, anche l'aridità e la superbia dei cuori, quelle che alimentano le discordie, l'ingiustizia e l'odio, sono luoghi di Dio. Alla mente umana il compito di scorgere la presenza di fili d'erba in campi completamente aridi e di leggere parole di conforto e di condivisione in una pagina completamente bianca. Se cercato, Dio, in fretta, si manifesta ed esce dai suoi fittizi nascondigli, sia quelli del mondo a noi esterno, sia quelli del mondo interiore. 

La presenza di Dio nell'interiorità umana ha effetti straordinari: essa trasforma la persona in dimora di Dio, luogo ove si svolge la vita e la storia di Dio. L'uomo è il luogo privilegiato di Dio. Dio ama dimorare nell'essere umano che egli stesso ha posto all'apice delle sue creature e al quale ha fornito i propri caratteri distintivi, la sapienza, la libertà, il giudizio, l'amore, perché fosse suo collaboratore nella difesa e nella conservazione dell'intero creato. Ma la presenza di Dio non ha in tutti lo stesso spessore: Egli è felice in quelli che hanno continua connessione con il suo messaggio, è triste in quelli che lo relegano in soffitta o in cantina. L'uomo è chiamato a scegliere, con estrema libertà: o vivere con Dio, ossia essere in preghiera in ogni momento della vita, o vivere senza Dio, ossia essere soli, senza autentiche relazioni. Scegliere di vivere con Dio significa tenere una continua connessione con Lui: non una connessione dei momenti liberi o dei momenti di assenza della vita, ma una connessione continua, coinvolgente, reale, in cui incastonare insieme l'umanità e la divinità. La preghiera è la vita donata e vissuta secondo la volontà di Dio. 

Se il concetto di preghiera non raggiunge la vita dell'uomo nella sua interezza e nella sua quotidianità, allora si ritrova svilita e ridotta a riempire vuoti di tempo. La preghiera deve invadere le famiglie alle prese coi problemi educativi e relazionali, deve invadere le scuole, gli ospedali, i supermercati, le stanze istituzionali, le aule giudiziarie, e deve trovare concretezza trasformandosi in azioni e in progetti finalizzati al bene di tutti. La mente deve acquisire il principio che è a fondamento della preghiera, ossia la certezza di essere con Dio, di vivere con Dio, nei momenti di riflessione, di discernimento, di progettazione, di sofferenza o di felicità. I luoghi ove Dio predilige dimorare sono i pensieri e le azioni dell'uomo. In questi e di questi egli vive, vedendo accrescere o diminuire, dalla qualità e dallo spessore della preghiera, la sua presenza nella vita di ciascuno. 

Dio ama a tal punto l'uomo da desiderare il dominio totale della sua vita e la misura di tale dominio è nel bisogno che si ha della preghiera, è nel desiderio della preghiera, nella quotidianità della preghiera. Ed è un errore quello di considerare la preghiera come un rituale ripetitivo, proprio di una condizione destinata a rimanere intatta nel tempo. La preghiera invece è una meta ed insieme un nuovo progressivo inizio verso Dio. E' nuova linfa, nuova energia, nuova certezza di comunione con Dio. La preghiera detta nuovi principi logici, nuovi codici linguistici e fornisce nuove leggi etiche e nuovi comportamenti per affrontare nel modo giusto le difficoltà della vita. La preghiera con immediatezza permette la lettura della propria vita secondo la Parola di Dio: poveri coloro che denudano il proprio essere umano attraverso la convinzione di una sua presunta inutilità.           

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