Presentato al Sermig di Torino "Le radici della Giustizia", il nuovo libro di Francesco Occhetta

17.05.2023

di Paolo Scarabeo

In un tempo in cui parlare di pace è sempre più complesso e ancor di più lo è perseguirla, il noto intellettuale Gesuita p. Francesco Occhetta propone, nel suo ultimo libro, Le radici della giustizia, una riflessione sulla Giustizia e possibili "Vie per risolvere i conflitti personali e sociali".

Nei giorni scorsi, ad accogliere l'ultimo lavoro di Occhetta è stato l'ex Arsenale militare di Torino che, da luogo di produzione di armamenti, si è trasformato in un'esperienza comunitaria di pace, di accoglienza e di integrazione.

"I luoghi che si abitano raccontano sempre una storia: narrano quello che sono, ma anche ciò che avrebbero potuto essere, - ha scritto lo stesso Occhetta -. Quell'area industriale sulle rive del Dora, estesa per circa 4 ettari, è stata edificata per la prima volta nel 1580 con la Regia Fabbrica delle Polveri e Raffineria dei Nitri. Da allora, fino agli anni Sessanta del secolo scorso, in quel luogo sono state costruite armi – artiglierie di piccolo e medio calibro, carri e materiali di selleria – per le guerre del Risorgimento e per le due guerre mondiali.

La struttura attuale è quella ricostruita nel 1867 con mattoni rossi, tipici dell'architettura industriale ottocentesca, dopo l'esplosione di 25 tonnellate di polvere da sparo. A cambiarne la destinazione d'uso sono state le persone che la abitano: da luogo di guerra l'arsenale militare è stato trasformato in un «monastero metropolitano» a servizio della pace.

L'esperienza del Sermig - Arsenale della Pace - ha poi continuato p. Francesco -  insegna a distinguere la ricerca della pace evangelica dal pacifismo ideologico. Olivero, il Fondatore, lo ribadisce chiaramente: «Fino a quando continueremo a costruire armi, il mondo non avrà futuro. Questo perché le armi uccidono cinque volte. La prima, perché per essere costruite sottraggono investimenti di miliardi di dollari che potrebbero essere destinati allo sviluppo, a costruire scuole, ospedali, case. La seconda, perché per essere progettate distolgono intelligenze ai giovani che potrebbero essere applicate ad altri progetti di bene. La terza, perché quando sparano uccidono per davvero. La quarta, perché alimentano la vendetta e preparano la prossima guerra. La quinta, perché producono ferite inimmaginabili e squilibri atroci nei tanti reduci». 

Il servizio della fede e la promozione della giustizia hanno portato il Sermig a generare persone di pace". E proprio la giustizia, nella riflessione di Occhetta diventa una straordinaria via di pace "per risolvere conflitti personali e sociali". La giustizia è la cartina di tornasole per valutare la qualità e la vita dei governi e delle democrazie. E' anche la virtù che può trasformare il mondo a partire da scelte personali giuste e rette. Ma occorre fare una scelta culturale.

Il presidente Mattarella nel 2015, parlando al Sermig, - ha ricordato Occhetta - ha affermato: «Quello che fate è una risposta positiva, concreta, reale al bisogno di ritrovare, nel nostro Paese, il senso della comunità nazionale e, nella nostra società, il sentirsi comunità. Voi state dando una grande risposta, molto più importante di quella che forse vi appare nell'attività quotidiana».

È questa la sintesi di una fraternità nella Chiesa, che spontaneamente è diventata anche un modello di comunità civile ed è chiamata a rendere istituzionale il carisma da cui è nata per mettere la propria esperienza di missione al servizio di tutta la Chiesa. Passo dopo passo, nella semplicità.

Vengono alla mente le parole di papa Francesco, quando dice: «Lo Spirito permette di diventare artigiani della pace. La pace si fa artigianalmente, si fa ogni giorno col cuore aperto perché venga il dono di Dio».

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