Provincia d'Isernia con l'Abruzzo! Meglio fuggire che cambiare?

13.03.2024

Tanto tuonò che piovve. Ha avuto, così, inizio la raccolta di firme per chiedere l'annessione della Provincia di Isernia all'Abruzzo, cosa che sancirebbe di fatto la morte della nostra Regione. A tener banco, in questo ore, è il servizio della Gabanelli per il Corriere della Sera che sciorina numeri che dimostrerebbero l'incapacità del Molise di tenersi in piedi da solo. A questo servizio alcuni - come il Presidente Roberti - contrappongono quello de Le Figaro, che parla di una Regione meravigliosa sconosciuta agli stessi italiani e noi umilmente aggiungeremmo a molti molisani anche!

Alcuni ritengono sacrosanta e inevitabile la raccolta di firme e il passaggio con l'Abruzzo. E non c'è da meravigliarsi se nell'epoca del post umanesimo e della società liquida - per dirla con Bauman - c'è chi preferisce la fuga ad un serio impegno per il cambiamento! Qualcuno ha commentato la notizia dicendo "Sono i numeri", altri "Sono i fatti", facendosi forza sulla professionalità di una giornalista nota per la quale sia chiaro proviamo rispetto. Di fatto, però, non esistono solo i numeri. Esiste una cosa cha si chiama identità, coraggio, orgoglio, caparbietà... che vale più dei numeri e che dovrebbe spingere al riscatto piuttosto che alla fuga!

Abbiamo apprezzato e condiviso molto l'intervento nel merito del Sindaco di Capracotta (IS) Candido Paglione, volto noto della politica regionale.

"Voglio dire la mia - ha scritto nelle scorse ore - sull'ipotesi (per fortuna solo tale) di annessione di parte del Molise alla regione Abruzzo. E lo faccio da amministratore di lungo corso nonché membro del partito che vede alcuni suoi autorevoli esponenti schierati decisamente a favore di questa ipotesi.

La mia idea è chiara: 

smembrare la regione Molise sarebbe uno sbaglio. Grande. Enorme. E rischierebbe di provocare danni ancora più gravi di quanti ne abbia causati questa autonomia arruffona, disordinata.

Certo, non nego che gli sciagurati propositi di autonomia differenziata impongano di attrezzarsi per non soccombere; non si può negare che le occasioni offerte con la nascita della regione Molise siano andate in buona parte sprecate, che la sanità funzioni male, che lo sviluppo delle infrastrutture sia fermo, che ci siano sul tappeto problemi incancreniti, che lo spopolamento sia un problema serio e urgente. Ma la soluzione non può essere quella di diventare il parente povero dell'Abruzzo: vi immaginate cosa significhi andare, ad esempio, all'eventuale nuovo capoluogo di regione con le attuali infrastrutture?

Ecco, se proprio si vuole provare a invertire il trend, che lo si faccia aprendo un dibattito serio sul modello di sviluppo che vogliamo immaginare per il futuro del Molise che io vedo solo e soltanto come regione autonoma, che collabora con le altre realtà territoriali per i servizi, che dialoga con Bruxelles e che progetta il suo ruolo decisivo come hub tecnologico e come cerniera tra nord e sud nonché quale passaggio obbligato tra Tirreno e Adriatico. Per fare questo non serve una regione più grande, molto più semplicemente serve una governance efficace e una comunità regionale, dalla montagna alla costa, che sia parte attiva di questo nuovo e moderno modello di sviluppo".

Ci sono sembrate le parole migliori per dire il nostro NO fermo e convinto allo smembramento del Molise. Non serve un nuovo cielo, serve gente che lavori in modo serio e convinto per questa regione. Serve un dibattito convinto, serve alleggerire soprattutto dalla sua pesantezza economica l'apparato burocratico e di Governo, anche nei suoi numeri, della nostra regione, serve impegno non fuggire ma per cambiare. Esistono in Italia regioni piccole, come la nostra, regioni povere come la nostra, ma hanno dimostrato e dimostrano che si può fare. 

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