Qualcuno ascolti quel 36%, che al Sud è il 50%...

26.09.2022

... perché se no oltre a chi se ne va, ci sono i ragazzi che prendono iniziative... e non sempre utili...

L'illusione è durata lo spazio di un mattino. Con i dati del Viminale delle 12, era sorta l'illusione che l'astensionismo potesse non dominare le elezioni 2022. E invece, a urne chiuse, la sentenza: ha votato solo il 64% degli italiani, a fronte del 73% delle elezioni per il Parlamento del 2018. 

In una legislatura, in quattro anni e mezzo (in cui si sono succeduti 3 governi), volano via 10 punti di partecipazione. Nessuna Regione regge all'urto, nemmeno quelle del Centro-Nord che in mattinata avevano registrato buone affluenze e code davanti alle sezioni. Il Lazio si ferma al 63%, a 10 punti dal risultato del 2018. La Lombardia arriva al 70, ma cinque anni fa arrivò al 77. Ma a trascinare giù il dato della partecipazione è soprattutto il Sud: la Campania si ferma sotto il 54%, la Calabria e la Sardegna poco sopra il 50, solo Puglia e Sicilia (dove si votava anche per il Consiglio Regionale) mostrano una qualche tenuta.

Protesta? Apatia? Disinteresse? Disaffezione? Forse qualcuno di questi il motivo o forse nessuno di essi... Toccherà alla politica scoprirlo e porvi rimedio. Già, proprio a quella stessa politica che ormai da troppo tempo parla di "disaffezione alla politica", ma non sembra interessarsene più di tanto. Abbiamo votato con un sistema elettorale con il quale in un paese decente neppure l'amministratore di un condominio si voterebbe... un sistema che è la dichiarazione palese di quanto alla politica in questo momento le persone non interessino e non interessano i territori. Abbiamo votato, mettendo la croce su un simbolo accanto al quale erano scritti nomi di persone che avevano deciso per noi nel chiuso delle segreterie politiche e che in molti casi non si sono nemmeno "presentati" al territorio.

In Molise hanno vinto i due più discussi perché "catapultati" qui dalle segreterie romane, ma almeno essi si sono preoccupati di stare tra la gente molisana (vedremo se lo faranno ancora), hanno girato la regione in lungo e in largo... qualcuno potrà dire che dovevano recuperare lo svantaggio di non essere molisani, ma intanto lo hanno fatto.

E mi sono sempre chiesto, il perché certi politici si affannino solo in campagna elettorale a girare il paese e parlare alla gente e non lo facciano invece normalmente, magari ascoltandola anche...

Ha vinto il centro destra, o meglio la destra... ha vinto la coalizione che - almeno in campagna elettorale, vedremo il seguito - ha saputo colmare le differenze; ha vinto Giorgia Meloni, che qualche anno fa navigava intorno al 2%... Hanno recuperato i 5 Stelle... forse facendo troppa leva sulla "pancia" e su quel "reddito di cittadinanza" che ha bisogno urgente di essere rivisto, perché in un Paese normale i ragazzi di 30 e 40 anni hanno bisogno di lavoro non di sussidi... hanno perso tutti gli altri, soprattutto quelli che hanno passato il loro tempo a demonizzare gli altri, a dirsi più bravi... Ha vinto Giorgia Meloni, che quasi certamente sarà la prima donna Premier del Paese, a cui spetterà il compito innanzitutto di dimostrare di non "soffrire di vertigini". Ha perso la tracotanza di chi ha voluto "escludere" altri dalla propria coalizione. Forse però deve preoccupare che il partito che ha preso più voti, in assoluto, è, ancora una volta, quello dei lontani... il 36%... che in alcuni casi è il 50%! Quelli che appaltano ad altri le decisioni importanti, come è la vita democratica del Paese. Qualcuno dovrà prima o poi ascoltarli.

E' sintomatico che in posti dove ha votato solo il 50% degli aventi diritto... il 42% abbia votato per il reddito di cittadinanza!

Forse è tempo che qualcuno decida sul serio di rimettersi in ascolto dei territori, che riporti la politica tra la gente, che ci ridia la possibilità di partecipare alla vita del partito. Qualche partito ha dimostrato che può funzionare ancora. Forse è tempo che i ragazzi, a cui abbiamo dato da subito il diritto di votare anche per il Senato, inizino a vedere e sentire altro dalla politica... altrimenti continueremo ad assistere a scene come quelle del Liceo Manzoni di Milani che questa mattina è stato occupato dagli studenti. Perché? 

"Per parlare e confrontarci sulla situazione in cui versano le nostre vite: crisi e disastri climatici sono ormai all'ordine del giorno, provano lentamente ad abituarci a un lavoro precario, sfruttato e mortale, e come se non bastasse ci prepariamo ad entrare in una fase politica pericolosa e repressiva, visti gli ultimi risultati elettorali".

Venerdì scorso, al corteo dei Fridays for Future il Coordinamento dei collettivi di Milano prometteva: «Sarà un autunno caldo di scioperi e occupazioni». E così oggi, dopo l'ingresso a scuola, centinaia di studenti si sono radunati in palestra, dove si è tenuta un'assemblea durante la quale sono state elencate le ragioni dell'azione di forza. Sulle pareti è comparso lo striscione «Manzoni occupato». L'intenzione dei ragazzi è di restare a dormire nella scuola e di dar vita a una serie di dibattiti e attività autogestite. «Le lezioni, tuttavia, non saranno sempre sospese» spiegano dal Collettivo, che ha diffuso un documento di rivendicazione, in cui è spiegato quanto abbiamo riportato sopra in citazione... da cui è derivata la decisione di occupare: «Ci siamo presi uno spazio che troppe volte si è dimostrato repressivo e inadatto nel tentativo di dimostrare che non solo è possibile che gli studenti decidano autonomamente di prendersi dei loro spazi, ma che è anche giusto e deve diventare una pratica normalizzata».

Forse più giusto e più normale sarebbe che gli studenti capissero che altri sono gli spazi e i tempi che devono prendersi... ma anche questo la politica ha smesso di insegnare.

Dunque la destra governerà cinque anni, o forse no, o forse dieci... non lo so... ho la mia idea ma non è questo il luogo, né l'intento... l'augurio è che si torni ai territori, che si adotti un sistema elettorale che rimetta il cittadino al centro, che si ridia vita ad una politica che sappia tornare a parlare con la gente e in particolare con i giovani.

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