Ragazzi, ma se il problema fosse Dio... o meglio, il suo rifiuto?

03.10.2023

di Paolo Scarabeo

Con sempre più frequenza mi capita di ritrovarmi in situazioni pubbliche, ma anche private, a parlare dei giovani, del loro disagio... di quei fenomeni che con sempre maggiore insistenza fanno registrare atti di violenza, di soprusi. Mi riferisco a quel male così insidioso (e odioso) che è il Bullismo e il Cyberbullismo.

Il percorso che faccio nella e con l'Associazione Culturale "don Milani", nella quale ho la possibilità di confrontarmi con i ragazzi e parlare con loro, più che di loro - perché sono fermamente convinto che non serva parlare dei giovani, serve invece ascoltarli e parlare con loro - mi offre un osservatorio privilegiato.

Grandi professionisti ed esperti ogni giorno ci danno indicazioni, ci offrono spunti di riflessione, ci parlano dei ragazzi, dell'incapacità delle famiglie di essere realmente tali e dei genitori di essere veri educatori più che compagni di merende dei propri figli... e sono tutte analisi valide, che trovano facile riscontro nella quotidianità. Soprattutto in quella quotidianità che purtroppo - come troppo spesso in questo ultimo periodo - ci sconvolge con notizie di atti di una violenza inaudita, penso a Palermo, a Caivano, proprio oggi i tg ci hanno raccontato della violenza a Pavia del "branco" nei confronti di un ragazzino che ne avrà per 30 giorni...

Io stesso, durante questo anno trascorso, in particolare, ho frequentato scuole, piazze, assemblee in cui ho parlato ai ragazzi e di ragazzi, tentando di immaginare cause ed individuare soluzioni.

Ma c'è una domanda che ultimamente mi assilla! 

E se tra le cause di questo disagio così profondo e dilagante ci fosse Dio, ovvero, l'averlo escluso totalmente o quasi dalla nostra vita e soprattutto dalla vita dei più giovani?

Non parlo della frequenza a riti religiosi, sarebbe semplicistico. I dati sono chiarissimi e sempre più eloquenti: i praticanti assidui tra gli adolescenti (14-17 anni) sono passati dal 37% del 2001 al 12% del 2022 e quelli tra i 18 e 19 anni sono scesi dal 23% nel 2001 all'8% nel 2022. Non parlo di questo, non mi attrae questo tema, lo lascio tranquillamente ad altri!

Papa Francesco, ormai 10 anni fa, nella sua straordinaria esortazione apostolica Evangelii Gaudium - che, come ho già detto più volte, secondo me è stata "archiviata" troppo frettolosamente -, al n. 70 scriveva: "Non possiamo ignorare che, negli ultimi decenni, si è prodotta una rottura nella trasmissione generazionale della fede cristiana". Ecco è di questo che parlo, è a questo che penso. Alla fede, non alla religione e meno che mai alla religiosità!

I nostri ragazzi non conoscono più Dio, non gli è stato presentato... non hanno avuto la gioia di incontrarlo e lasciarsi abitare dalla sua bellezza. Una bellezza che da sola basterebbe a sanare tanti mali. Una bellezza che saprebbe essere contagiosa e che indurrebbe alla ricerca del bello! Si appassionano più a "personaggi" forti, come Papa Francesco o come era stato per papa Wojtyla e tanti altri, ma non di Dio! Inseguono forme di religiosità astratta... cosmica, ma non Dio!

Il teologo Armando Matteo, parlando di questa generazione, ha parlato della "Prima generazione incredula". Sì, quando parlo con i ragazzi mi rendo conto che il tema "Dio" gli è totalmente estraneo, sono indifferenti, increduli appunto. Lo confondono con la Chiesa, che non conoscono ma rifiutano (e questo è un altro tema grande), o forse meglio, lo confondono con quello che nella Chiesa non funziona, una Chiesa che, soprattutto nelle piccole realtà, parla ancora al passato, una Chiesa a volte incapace di uscire dalla sua confort zone, dal suo recinto. Una Chiesa, ahimé, a volte frettolosa nel giudicare e poco attenta all'ascolto. Non dimenticherò mai le parole di quel vescovo che disse ad un suo prete "E' vero che, che me ne faccio di un prete in crisi"! Una Chiesa che vive drammaticamente la scissione tra ciò che accade nelle grandi adunate, come l'ultima di Lisbona, e ciò che accade nelle piccole realtà. Una Chiesa preoccupata del catechismo e che non trova il tempo di sedere su un muretto, per una birra, ad ascoltare e parlare! E lo confondono con questo, perché nessuno ha detto loro la bellezza di Dio... nascosta tra le righe di una storia meravigliosa, sorprendente, fatta di lacrime, empatia, condivisione... umanità... perché è di tutto questo che Dio ha voluto occuparsi.

Se solo avessimo il coraggio di Bartimeo (Mc 10,46-52), il figlio di Timeo, nato cieco, che nella sua cecità ha saputo "vedere" Dio, ha saputo incontrarlo, ha avuto il coraggio di gridare forte, contro tutti, per farsi sentire e ha sperimentato tutta la bellezza di quell'incontro. Se avessimo il coraggio di Pietro che, pure nella sua incapacità di essere fedele, ha sperimentato la bellezza di uno sguardo capace di perdono!

E' quella bellezza che salverà il mondo! E nei cuori ove regnasse tanta bellezza non ci sarebbe posto per la brutalità a cui purtroppo i nostri ragazzi, i nostri figli, ci fanno assistere sempre più spesso. I nostri ragazzi hanno come riferimento chi? Rapper che predicano odio, violenza! Fiction che inducono a "tifare" per il cattivo! La bellezza del Vangelo gli è semplicemente estranea, sconosciuta! 

Lo dico con profonda convinzione... la facilità con cui abbiamo escluso Dio dalle nostre vite e dalle vite dei più giovani è purtroppo la stessa con cui assistiamo, sconvolti, alla bruttezza di gesti pregni di violenza e testimonianza di vuoto... quel vuoto generato dal rifiuto di Dio!

Un Dio che forse meriterebbe un'occasione!

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