Riaperture, prove di ripartenza. Draghi prova a spingere.

10.05.2021

Coprifuoco, quarantena, consumazioni al bancone del bar: è soprattutto su queste regole che il governo discuterà nella cabina di regia prevista per domani o mercoledì, in vista delle modifiche al decreto in vigore dal 26 aprile. «Voglio riaprire in sicurezza», ha ribadito il premier Mario Draghi rinnovando l'invito ai turisti stranieri a prenotare le vacanze in Italia. La data chiave, come anticipato nelle scorse settimane, è quella del 14 maggio: se il monitoraggio di venerdì confermerà la discesa costante della curva epidemiologica, il calendario sarà rivisto e già dal giorno successivo cadrà l'obbligo di isolamento per chi rientra dall'estero. E dal 17 maggio potrebbe slittare di due ore il coprifuoco, da mezzanotte alle 5.

Il nuovo percorso per le riaperture anticipate mira ad eliminare dal 21 giugno il divieto di circolazione notturna e a rendere più elastiche le misure all'interno dei locali pubblici, sia pur mantenendo mascherina e distanziamento. In realtà la Lega vuole togliere il coprifuoco già da lunedì prossimo. «Anche oggi 17.394 guariti e 532 dimessi dagli ospedali, di cui 42 dalle terapie intensive. Questa settimana chi potrà dire no a #riaperture e #nocoprifuoco?», twitta Matteo Salvini. Ma il ministro della Salute Roberto Speranza invita alla cautela: «Il Covid non è sconfitto». Lo sanno bene anche a Palazzo Chigi, dove però il premier deve tenere assieme l'emergenza sanitaria e quella economica. Draghi ha fretta di rimettere in moto l'economia e poiché la campagna vaccinale procede in continua accelerazione, il governo può permettersi di puntare sul turismo. Sarà Draghi a decidere se far prevalere la linea aperturista immediata, o se invece sia meglio un allentamento graduale.

Riguardo alla quarantena per chi arriva, appare impensabile che gli stranieri decidano di trascorrere le vacanze in Italia dovendo rimanere in isolamento. Di Maio e Speranza hanno già tracciato il percorso per abolire questa regola. Dal 15 maggio chi arriva dai Paesi europei, dal Regno Unito e da Israele non dovrà rimanere cinque giorni in quarantena. All'ingresso in Italia, per poter circolare liberamente basterà avere un certificato che attesti di essere stati vaccinati, di essere guariti dal Covid o di aver effettuato un tampone con esito negativo nelle 48 ore precedenti.

Dal 15 giugno la stessa regola sarà valida anche per tutti gli altri Stati che avranno un'alta percentuale di persone immunizzate. Il parametro sarà deciso durante la riunione del G7 Salute che si svolgerà il 3 giugno, ma l'orientamento è di fissare la soglia al 65% dei vaccinati. Se per quella data non sarà operativo il «pass verde» europeo, sarà sufficiente la certificazione con uno dei tre requisiti per soggiornare senza ulteriori obblighi.

Il decreto in vigore dallo scorso 26 aprile prevede che bar e ristoranti possano accogliere i clienti, seduti al tavolo, soltanto all'aperto. Dal 1° giugno si potrà stare nei locali anche al chiuso, ma sempre seduti al tavolo: norma che penalizza i bar, dove non è previsto che si possa rimanere all'interno per una consumazione in piedi. L'asporto di cibo e bevande - peraltro con il divieto di stazionare nei pressi del locale - scoraggia i clienti e non agevola la ripartenza vera di queste attività. Ecco perché dal 1° giugno o forse addirittura prima si pensa di consentire l'ingresso libero, mantenendo almeno un metro di distanza tra le persone e indossando la mascherina quando non si mangia e beve.

Altro settore in grave crisi è quello dello sport. Il 15 maggio riaprono le piscine all'aperto e il 1° giugno si potrà tornare in palestra. Ma nessuna data è stata fissata per le piscine al chiuso, con perdite pesanti per circoli sportivi e strutture che non hanno possibilità alternative. L'ostacolo alla ripartenza è il divieto di utilizzo delle docce caldeggiato dagli scienziati, che però si pensa di superare con ingressi limitati negli spogliatoi e obbligo di sanificazione dei locali dopo l'utilizzo di ogni atleta. Se questa regola otterrà il via libera del Comitato tecnico scientifico - che ha già validato i protocolli per tutte le altre attività sportive - è possibile che il 1° giugno tutte le piscine possano tornare a funzionare.

Chiedono di poter lavorare nei fine settimana anche i centri commerciali che tuttora non possono stare aperti sabato e domenica, così come negli altri giorni festivi e prefestivi. Sarà la cabina di regia a stabilire la data, ma si ipotizza che possa essere il 22 maggio.

Se invece poi si continuano a registrare comportamenti scriteriati come quello verificatosi qualche sera fa a Milano, quando in centinaia hanno violato il coprifuoco o quello registrato  nella notte al parco Dora di Torino, dove si sono ritrovati in centinaia, tutti ammassati e senza mascherina, dopo essersi dati appuntamento su una chat di Telegram del movimento "IoApro", ogni sforzo di veder ripartire l'Italia potrebbe essere messo a repentaglio, e i sacrifici di tanti resi nulli dalla facinorosità di pochi. 

L'auspicio è che possa comunque e sempre prevalere il buon senso.

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