S. Tommaso d’Aquino e l’unificazione possibile delle culture

17.05.2022

di Egidio Cappello

S. Tommaso è un monaco dell'ordine fondato da S. Domenico. Vive nel 1200, secolo complesso, secolo di grande dinamicità e di profondo bisogno di unitarietà. È immenso nella vastità delle sue ricerche e dei suoi saperi autorevoli: possiamo bene indicarlo come punto di riferimento, come fondamento, come stazione di completezza pur in un cammino alla ricerca della perfezione. È lui che ha dato ordine e unità alla molteplicità delle convinzioni e alle esigenze culturali e spirituali del suo tempo, è lui che ha spiegato la vita umana, è lui che ha interpretato la storia, è lui che ha dato alla filosofia la consapevolezza della propria funzione nella dinamica della ragione. Come è possibile che le sue opere teologiche, morali, antropologiche abbiano nutrito e dato risposte agli interrogativi di filosofi e di ricercatori della verità di periodi, luoghi e interessi diversi? Oltre ai monaci domenicani, preziosi studiosi e interpreti del pensiero di S. Tommaso, penso a Cartesio, autore di un pregevole studio sulle passioni dell'uomo, penso a Leibnitz, filosofo e matematico del 700, ricercatore dell'armonia di tutte le cose, ad Heidegger, filosofo del 900, esistenzialista e ricercatore della Trascendenza, a E. Gilson, studioso e divulgatore del pensiero di Tommaso alla fine dell'800, a Edith Stein, fenomenologa e monaca carmelitana del 900, che si è nutrita delle idee e dello spirito tomistico nella sua ricerca della verità e nel ritrovamento, nella Croce di Cristo, della dignità della natura umana, penso a Jacques e Raissa Maritain, che hanno trovato in Tommaso la giusta direzione per capire e spiegare a tutti, l'uomo, con le sue debolezze e le sue forti potenzialità, penso infine a Leone XIII, a Giovanni Paolo II, a Benedetto XVI, a Papa Francesco, che hanno attinto da S. Tommaso la forza per riproporre alla Chiesa universale e al mondo laico, il senso autentico dell'uomo, con la sua ragione, la sua libertà, la sua autorevolezza e la sua dignità.

Qual è allora il messaggio eterno, illimitato, che S. Tommaso ha lasciato al mondo cristiano e alla cultura di tutti tempi? Il messaggio riguarda l'uomo, riguarda la vita umana, riguarda la ragione umana. In un momento in cui l'uomo scappava dal mondo, e pensava così di imitare Cristo, tenendo lontano da sé il male, in un momento in cui anche nei palazzi curiali si predicava il disprezzo del mondo, S. Tommaso grida la dignità dell'uomo, grida la capacità dell'uomo di contemplare Dio, grida che la natura dell'uomo tende al bene, tende alla perfezione, grida che l'uomo è libero, che è capace di scelta tra percorsi diversi, è capace di separare il bene dal male, grida che la società deriva proprio dalla capacità e dalla volontà dei cittadini, grida che niente delle cose create è affidato al caso, ma tutto è soggetto ad una legge eterna, scritta di proprio punto da Dio. Notevole l'identificazione della coscienza come dote naturale dell'uomo. È la coscienza che permette alla ragione umana di sottrarsi al dominio delle sensazioni e delle esperienze, e di essere creativa, di essere origine di percorsi, radice di cammini storici. La coscienza permette la valutazione degli eventi, eventi oggettivi, storici, ed eventi soggettivi come le proprie consolidate convinzioni, i propri ricordi, i propri propositi nell'ottica della progettazione del futuro. A coloro che negavano la libertà e la coscienza dell'uomo, in caso di presenza della Provvidenza di Dio o di interventi divini, S. Tommaso ricorda che la Grazia di Dio (ogni intervento di Dio è finalizzato ad aumentare e non a colpire o diminuire la libertà e le capacità razionali dell'uomo), non solo non distrugge ma perfezione la natura umana. Dio vuole la felicità dell'uomo e ogni suo intervento non può che accrescere l'obiettivo della vita umana. S. Tommaso va oltre nella specificazione dell'intervento di Dio; egli intuisce il carattere misericordioso di Dio. Dio offre la salvezza a tutti. Quando pensa all'umanità peccatrice, quando pensa alla caduta nel peccato, S. Tommaso conserva e riafferma l'idea dell'amore di Dio per tutti. Nessuno è escluso dalla tendenza alla perfezione e alla salvezza secondo il progetto di Dio. Il pensiero di S. Tommaso sconvolge tanta parte della cultura laica e della stessa Chiesa. Esso rappresenta la prima notevole chiarificazione della umanizzazione di Dio, della storicizzazione di Dio, della riduzione dell'eternità ai tempi umani, limitati e definiti. Il disprezzo del mondo, ossia il disprezzo dei peccatori, il disprezzo della carne ritenuta separata e distante dall'anima, il disprezzo della povertà e dei poveri, sono tutti elementi che S. Tommaso legge con l'ottica della nuova umanità, rinata dalla presenza di Dio. L'incarnazione, per il santo domenicano, ha effetti straordinari nella vita di ciascuno e di tutti: essa è lievito per la crescita culturale, è lievito per salire l'alto monte che conduce ai piedi di Dio, è lievito di libertà, di perfezione e di felicità. La conoscenza ha innegabili finalità etiche. Conoscere biblicamente significa aderire, significa seguire. La felicità sta proprio in questo: la conoscenza di Dio e il godimento per la sua presenza nella nostra vita. S. Tommaso non è un filosofo tra i tanti, non è un anello di una catena, ma è fondamento, è radice, è pozzo profondo da cui attingere acqua che riempie vuoti, acqua che disseta, acqua che pulisce, acqua che dà vita nuova.

Quanto spazio gli è dovuto nel nostro tempo sofferente di indifferenza e di negazione dei valori dell'umanità autentica, sofferente di sudditanza a schemi etici e politici dettati dai potenti di turno, miope nella lettura dei problemi del pianeta, avverso alla risoluzione delle grandi sofferenze dei popoli del mondo, chiuso agli orizzonti della realtà trascendente. Nel nostro tempo trova spazio una guerra figlia per lo più delle dotazioni tecnologiche e delle armi, guerra che si porta dietro montagne di morti, guerra legittimata da argomentazioni inumane e senza alcuna logicità. Come sarebbe bello se la nostra cultura fosse oggi sapienza di ciò che unisce, e non elucubrazione di menti che aspirano al possesso, al profitto, all'interesse, disconoscendo la dignità dell'uomo e la bellezza del pianeta. 

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